Tornano alle stampe gli statunitensi Throwdown su SPV Records. Seppur la carriera dei nostri sia stata abbastanza premiata da critica e pubblico, personalmente ho sempre trovato la band d'oltreoceano un tantino sopravvalutata e credo di non sbagliarmi.
Ancora una volta abbiamo tra le mani un disco suonato in modo perfetto (e ci mancherebbe!), registrato alla grande, potente e sfrontato che si rifà (fin troppo) ai trascorsi Panteriani con sterzate thrash e stacchi più hardcoreggianti, ma appunto, non si discosta per nulla dalle uscite precedenti del combo, tantomeno si discosta di un nonnulla da centinaia di dischi già sentiti e risentiti negli ultimi vent'anni e più.
Certo, è impossibile non lasciarsi minimamente coinvolgere da tracks come "Avow" che sin da subito ci spara addosso un riffing incalzante e stacchi da battere la testa, o la titletrack che ci accompagna tra accelerazioni e chitarre stoppate capaci di sferrare colpi devastanti, fino ad aprirsi in un buon refrain. Il tutto, però, in uno scenario in cui la ripetitività la fa un po' da padrona.
Un disco ascoltabile, sicuramente, ma nel 2014 abbiamo bisogno di sentire qualcosa di nuovo che dia vere emozioni e qui, a parte l'impatto e l'attitudine, c'è poco altro per potersi distinguere da tante altre bands. Credo che i Throwdown debbano cercare la strada della sperimentazione, che sia arrivato il momento di lasciarsi alle spalle un pizzico di passato e che si debba pensare un po' avanti, altrimenti, come già detto, il metal finisce qui, mentre l'arte va oltre!