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I Red Tide Rising tornano con il loro alternative metal dal cantato profondo e malinconico I Red Tide Rising tornano con il loro alternative metal dal cantato profondo e malinconico Hot

I Red Tide Rising tornano con il loro alternative metal dal cantato profondo e malinconico

recensioni

titolo
The Rising
etichetta
www.headfirstentertainment.com
Anno

RED TIDE RISING - "The Rising" 

01 - Rising Tides
02 - 2:13
03 - The Otherside
04 - Shadows
05 - We Are the Hunted
06 - Break Away
07 - Scars
08 - Cold
09 - The Choice
10 - Misery
11 - Vicious Circle
12 - This is War
13 - The Rising

 

Genre: Modern Hard Rock

Matthew Whiteman - Lead vocals
Andrew Whiteman - Guitars
Matt Guerin - Drums, Percussion

opinioni autore

 
I Red Tide Rising tornano con il loro alternative metal dal cantato profondo e malinconico 2014-04-15 20:51:20 Federock
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Federock    15 Aprile, 2014
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Per tutti quelli che credevano che l'ambiente alternative metal fosse ormai saturo di bands come Drowning Pool o Godsmack, una piacevole sorpresa li attende: i Red Tide Rising.
Originari di Denver, infatti, questa band combina l'aggressività dei gruppi sopraccitati con la spinta melodica degli Evanescence.
L'ultimo album in studio - "The rising" - ci accoglie con una bella intro strumentale, che fluisce nella potente melodia di "2:13". Nonostante il suo look un po' da punkster, sin da subito colpisce la voce della band - Matthew Whiteman - con il suo cantato basso e malinconico, che dona un tocco di freschezza al sound complessivo, avvicinandosi molto a quello dei nostrani Lacuna Coil.
Si prosegue a discreta velocità, arrivando al brano da headbanging per eccellenza: "Break Away". Tra la buona selezione di riff oscuri trovano posto anche le atmosfere un po' acide di "Misery". In "Vicious Circle" Whiteman fa sentire a tutti i puristi del genere che non è solo in grado di cantare alla Dave Gahan, ma anche di eseguire all'occorrenza il growl.
Infine, l'album si chiude tra gli inserimenti elettronici della title-track "The Rising".
Dopo un primo ascolto, appare chiaro che l'unico difetto di questo lavoro in studio è rappresentato dalla sua eccessiva lunghezza rispetto alla proposta effettiva. Tuttavia, la produzione risulta di buona fattura, le personalità dei componenti spiccano vivaci e, anche se non ci sono vere perle rare che emergono, i brani sanno farsi ascoltare.

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