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Sylvatica: Debut-Capolavoro Mancato Sylvatica: Debut-Capolavoro Mancato Hot

Sylvatica: Debut-Capolavoro Mancato

recensioni

gruppo
titolo
Evil Seeds
etichetta
Autoprodotto
Anno

 

01. Lost (Instrumental)

02. Psychopatica

03. Winds Of Decay

04. The Ascension

05. Evil Seeds

06. God Of The Gallows (Instrumental)

07. Hate Quest

08. Lucifer

09. Reanimated

10. The Sludge Soup

11. Sect Of Sleep

opinioni autore

 
Sylvatica: Debut-Capolavoro Mancato 2014-07-25 20:48:55 Gianni Izzo
voto 
 
3.0
Opinione inserita da Gianni Izzo    25 Luglio, 2014
Ultimo aggiornamento: 25 Luglio, 2014
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Pagan Metal band danese, i Sylvatica vengono formati dal chitarrista Jardén Shclesinger e dal battertista Pelle Buch Hansen nel 2009. L’intenzione era quella di metter su una folk-metal band, poi suona che ti risuona, tra membri che arrivavano ed altri che lasciavano il posto, la band ha assunto sempre più influenze di componente death, di matrice scandinava e stampo melodico. Arriva il 2014 e con lui il debut album “Evil Seeds”.
Devo dire che se il disco fosse stato tutto come i suoi primi 10 minuti circa, ora parleremmo di un capolavoro di debutto…ma così non è, tuttavia ci riserviamo di parlare di un debutto abbastanza buono, con una partenza bomba.
Infatti abbiamo un paio di minuti sinfonici con un azzeccato crescendo di fraseggi pianistici che sfociano nella prima vera track, la lunga “Psychopatica” che, aldilà del titolo un po’ sinistro, si rivela sicuramente la più bella delle canzoni del disco: epica, drammatica, arpeggi rurali e ottimi soli di scuola viking sostenuti dai continui cambi ritmici e da un potente growling che ci accompagnano per 7 minuti fino alla chiusura dalla song, prestata di nuovo alle note del pianoforte, che ahimè non sentiremo più nel corso del resto del disco.
Dopo questo esubero di ispirazione, i Sylvatica sembrano accontentarsi di comporre si un buon album, ma niente di più. Non tendono a continuare a star li tanto a ricercare raffinatezze, ma colpiscono d’impatto, i riff si fanno più thrashosi e quadrati, anche se l’animo musicale dei nostri è al servizio delle più classiche regole del pagan e del viking con diverse svolte nel folk-metal, soprattutto nelle continue alternanze tra parti acustiche ed elettriche. Se lo strumentale “God Of The Gallows” lascia il tempo che trova, ed un paio di song sono decisamente troppo banalotte, la band ha sicuramente altre buone frecce nel suo arco: dalla title-track al folk-battagliero di “Lucifer” che strizza l’occhio ai Finntroll, così come la ritmata “Sect Of Sleep” è degna della miglior proposta amon amarthiana, e poi c’è l’ottimo assolo di “The Sludge Soup”, insomma un bel po’ di buon materiale che non dispiacerà agli avvezzi a certe sonorità. Rimane il mio rammarico per questo scalino troppo ampio tra la partenza di “Evil Seeds” ed il suo complessivo, chissà che in futuro i Sylvatica non migliorino ancora e diano alle stampe un capolavoro completo e non solo un assaggio.

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