01. Lost (Instrumental)
02. Psychopatica
03. Winds Of Decay
04. The Ascension
05. Evil Seeds
06. God Of The Gallows (Instrumental)
07. Hate Quest
08. Lucifer
09. Reanimated
10. The Sludge Soup
11. Sect Of Sleep
01. Lost (Instrumental)
02. Psychopatica
03. Winds Of Decay
04. The Ascension
05. Evil Seeds
06. God Of The Gallows (Instrumental)
07. Hate Quest
08. Lucifer
09. Reanimated
10. The Sludge Soup
11. Sect Of Sleep
Pagan Metal band danese, i Sylvatica vengono formati dal chitarrista Jardén Shclesinger e dal battertista Pelle Buch Hansen nel 2009. L’intenzione era quella di metter su una folk-metal band, poi suona che ti risuona, tra membri che arrivavano ed altri che lasciavano il posto, la band ha assunto sempre più influenze di componente death, di matrice scandinava e stampo melodico. Arriva il 2014 e con lui il debut album “Evil Seeds”.
Devo dire che se il disco fosse stato tutto come i suoi primi 10 minuti circa, ora parleremmo di un capolavoro di debutto…ma così non è, tuttavia ci riserviamo di parlare di un debutto abbastanza buono, con una partenza bomba.
Infatti abbiamo un paio di minuti sinfonici con un azzeccato crescendo di fraseggi pianistici che sfociano nella prima vera track, la lunga “Psychopatica” che, aldilà del titolo un po’ sinistro, si rivela sicuramente la più bella delle canzoni del disco: epica, drammatica, arpeggi rurali e ottimi soli di scuola viking sostenuti dai continui cambi ritmici e da un potente growling che ci accompagnano per 7 minuti fino alla chiusura dalla song, prestata di nuovo alle note del pianoforte, che ahimè non sentiremo più nel corso del resto del disco.
Dopo questo esubero di ispirazione, i Sylvatica sembrano accontentarsi di comporre si un buon album, ma niente di più. Non tendono a continuare a star li tanto a ricercare raffinatezze, ma colpiscono d’impatto, i riff si fanno più thrashosi e quadrati, anche se l’animo musicale dei nostri è al servizio delle più classiche regole del pagan e del viking con diverse svolte nel folk-metal, soprattutto nelle continue alternanze tra parti acustiche ed elettriche. Se lo strumentale “God Of The Gallows” lascia il tempo che trova, ed un paio di song sono decisamente troppo banalotte, la band ha sicuramente altre buone frecce nel suo arco: dalla title-track al folk-battagliero di “Lucifer” che strizza l’occhio ai Finntroll, così come la ritmata “Sect Of Sleep” è degna della miglior proposta amon amarthiana, e poi c’è l’ottimo assolo di “The Sludge Soup”, insomma un bel po’ di buon materiale che non dispiacerà agli avvezzi a certe sonorità. Rimane il mio rammarico per questo scalino troppo ampio tra la partenza di “Evil Seeds” ed il suo complessivo, chissà che in futuro i Sylvatica non migliorino ancora e diano alle stampe un capolavoro completo e non solo un assaggio.