Tracklist:
1. Ethereal Aura pt.I
2. Ethereal Aura pt.II
3. Lucid
4. With Vacant Eyes
5. Lonesome
6. Bitter
Line-up:
Nick Stanger
Tracklist:
1. Ethereal Aura pt.I
2. Ethereal Aura pt.II
3. Lucid
4. With Vacant Eyes
5. Lonesome
6. Bitter
Line-up:
Nick Stanger
Chi legge le mie recensioni sa bene che non mi capita tanto spesso di mettere le mani su roba black metal che non siano i miei amati Drudkh, ma qui parliamo di una one man band americana che suona black metal atmosferico. In America, si.
Quello che il diciottenne Nick Stanger ha tirato fuori dal cilindro è un disco niente male che mette insieme parecchie idee provenienti dal fertile humus del genere, rispettando molto la tradizione delle atmosfere ossessive e dei riff ripetuti velocemente all'infinito (come in Lucid), ma inserendoci una vena vagamente neofolk che male non fa. Non a caso mi sono messo in testa di fare questa recensione proprio perché il musicista prende molto anche dai sopracitati Drudkh: così ci ritroviamo a vagare nei boschi del parco di Yellowstone che tutto contengono fuorché l'Orso Yogi che, con un pezzo come With Vacant Eyes, probabilmente sarebbe già fuggito da tempo.
Interessante vedere come le influenze neofolk e shoegaze si presentano quando meno ce lo aspettiamo spezzando il blast-beat: anzi è interessante proprio pensare che tutta questa roba sia stata fatta da una sola persona e con pochissimi mezzi a disposizione. Questo perché con neofolk non intendo che ci siano strumenti acustici: il lavoro è basato tutto su chitarra distorta o acustica, tastiera e lo scream graffiante di Stanger. Non mancano nemmeno degli ottimi assoli che servono a stemperare molto l'atmosfera creata dal musicista.
Insomma il giudizio su Vacant non può che essere buono: c'è ancora qualcosa da sistemare, ma sicuramente, per chi ha adorato i Selvans che ho recensito qualche tempo fa, Vacant può rivelarsi una interessante sorpresa in un mondo dove di black ascoltabile ne è rimasto ben poco.