01. We Defy
02. Warpath
03. No Kingdom
04. Another Day
05. Chasing the Devil
06. The Grind
07. Stranded
08. The Endless Light
01. We Defy
02. Warpath
03. No Kingdom
04. Another Day
05. Chasing the Devil
06. The Grind
07. Stranded
08. The Endless Light
Il Canada è terra di grande tradizione Metal, sarà probabilmente il clima ma questa nazione ha sempre partorito gruppi di ottima qualità e soprattutto non banali; questi Titans Eve non fanno eccezione; da me ignorati fino ad ora, in virtù di questa recensione sono venuto a conoscenza che questo “Chasing the Devil” è il loro terzo disco, dopo l’esordio “The Divine Equal” del 2010 e “Life Apocalypse” del 2012; la giovane band in pochi anni ha saputo guadagnarsi una discreta notorietà nel Nord America che li ha portati a suonare con compagini ben più famose come: Diamond Head, Anvil, Arch Enemy, Raven e Soulfly.
Il mastering del disco in questione è stato curato nientedimeno che dal poliedrico Jeff Waters, mastermind degli Annihilator nonché loro connazionale, date le credenziali l’aspettativa in me è stata alta.
Già dall’apertura con “We Defy” capisco che la band in questione etichettata semplicemente come Thrash Metal, in verità è qualcosa di più; un groove pesantissimo è costantemente accompagnato da alcune melodie di chitarra di chiaro stampo NWOBHM che impreziosiscono il tutto; la voce di Brian Gamblin è potente ed evocativa e pur essendo piuttosto monocorde risulta perfetta nelle linee vocali costruite in questo brano (e come vedremo anche in quelli seguenti).
La seconda “Warpath” segue dei binari più tradizionalmente Thrash, l’influenza dei Testament qui è molto marcata, ma basta meno di un minuto e i Titans Eve si smarcano come anguille da qualsiasi facile omologazione regalandoci dei ritornelli intensi degni degli In Flames di inizio anni 2000; notevole anche l’accelerazione finale ed i fraseggi di chitarra davvero ispirati dei fratelli Gamblin.
Celestiale e rilassante è l’inizio di “No Kingdom”, salvo poi esplodere dopo una cinquantina di secondi in un attacco frontale non privo di qualche influenza TechnoThrash in cui ogni tanto fanno capolino i soliti fraseggi Maideniani, questo brano a differenza dei precedenti è meno incentrato sul ritornello e più sulla struttura complessiva mentre le armonizzazioni finali pagano dazio alla colossale influenza dei Metallica di “Master of Puppets”.
La successiva “Another Day” è sulla falsariga di “No Kingdom”, nulla da eccepire sul lato tecnico ed esecutivo, ma in questo brano affiora qualche calo di attenzione; il rischio noia per fortuna viene subito spazzato via dalla title track, semplicemente geniale riuscendo ad unire tutte le influenze della band: Iron Maiden, Metallica, Testament, In Flames, Trivium, Avenged Sevenfold, Paradise Lost, Machine Head e giù di li.
Il minaccioso giro di basso introduce la groove “The Grind” song tanto lenta quanto pesante nel suo incedere, decisamente un discreto brano a cui segue l’evocativa strumentale “Stranded” che la funzione di rilassare ed accompagnare l’ascoltatore verso l’ultimo brano del disco, tal “The Endless Light” terremotante al punto giusto, una degna canzone di chiusura che lascia l’ascoltatore positivamente impressionato.
Inutile rimarcare quanto io sia stato positivamente colpito da questo disco, i Titans Eve riescono ad unire perfettamente tradizione ed innovazione senza risultare banali o plastificati; tuttavia mi chiedo due cose: la prima è com’è possibile che questo cd, assieme a molti altri arrivati ultimamente sia un’altra autoproduzione, davvero le case discografiche dormono o sono impegnate a produrre l’ennesimo side project di Pinco Pallino oppure i soliti cloni?
Seconda domanda: ma perché questi Titans Eve in Italia non se li fila nessuno?
Spero con la mia recensione di invertire questo trend.