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Un sound complesso, ricco di suggestive atmosfere dalle tinte metal prog in questo capolavoro dei Mantra Un sound complesso, ricco di suggestive atmosfere dalle tinte metal prog in questo capolavoro dei Mantra Hot

Un sound complesso, ricco di suggestive atmosfere dalle tinte metal prog in questo capolavoro dei Mantra

recensioni

gruppo
titolo
Laniakea
etichetta
Finisterian Dead End
Anno

Line up:

Pierre Junod – vocals

Simon Saint-Georges – guitar, orchestration

Thomas Courtin – bass

Gabriel Junod – drums, piano on track 7

 

Bertrand Noel – additional vocals on track 3

Florian Riault – guitar solo on track 3

Samuel Bondon – additional vocals on track 6

Madeleine Junod - flutes

  

Tracklist:

 

  1. Dust
  2. Marcasite
  3. Inner Cycle
  4. Pareidolia
  5. Faces
  6. Visions in the cave
  7. Abred
  8. In the wake of the millions
  9. Laniakea
  10. Dead sun

opinioni autore

 
Un sound complesso, ricco di suggestive atmosfere dalle tinte metal prog in questo capolavoro dei Mantra 2016-11-12 16:28:26 Virgilio
voto 
 
4.5
Opinione inserita da Virgilio    12 Novembre, 2016
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

A tre anni di distanza dal loro primo album, “Into the light”, i francesi Mantra tornano con la loro seconda fatica, intitolata “Laniakea”. Evidenziamo subito come si tratti di un disco davvero particolare, con un sound ricercato e difficile da catalogare. Infatti, ciò che emerge sin da subito ascoltando il platter è la grande capacità della band di creare avvolgenti ed intense atmosfere, che riescono ad incantare ed emozionare l’ascoltatore. Questa però è solo una componente del loro sound, che invece si rivela ben più complesso, riuscendo a mettere insieme riff massicci di stampo decisamente metal con percussioni tribali e ritmiche complesse degne dei più blasonati gruppi prog. Nella loro musica si ravvisano dunque influenze molto diverse, che spaziano dai Pink Floyd ai Tool, passando per Porcupine Tree, Cynic, Meshuggah, Mastodon, Opeth, Devin Townsend, Riverside, Gojira e ci fermiamo qui, perché l’elenco potrebbe essere ancora molto lungo, ma dovremmo aver reso a sufficienza l’idea della ricchezza espressiva e della versatilità che si può riscontrare nella musica dei Mantra. Particolare anche il cantato di Pierre Junod, a tratti suadente ed ammaliante, a volte invece aggressivo e gutturale, senza però mai arrivare a sfociare realmente in vere e proprie extreme vocals. I Mantra sanno essere dunque ipnotici o trascinanti, scoprendo di volta in volta le diverse anime della loro musica, che si sviluppa attraverso dieci tracce mediamente piuttosto lunghe (salvo due brevi strumentali), nelle quali riescono davvero ad affascinare l’ascoltatore. Ogni brano è infatti un autentico gioiellino, dove tutto acquista un significato, ogni singolo suono, ogni singola nota e persino i silenzi, perché i Mantra hanno il grande pregio di rendere tutto parte di un complesso sonoro che si sviluppa attraverso trame articolate, ma sempre in grado di trasmettere suggestive emozioni. Gran disco, mai banale, nel quale la band mette in mostra un bel sound, molto personale e ottime capacità interpretative. A quanto pare i Mantra hanno davvero imboccato la strada giusta e non esitiamo da parte nostra a collocare “Laniakea” tra le uscite più interessanti ascoltate quest’anno.

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