Line Up:
Serj - vocals
Steph - guitars, orchestrations
Francesco - guitars
Emanuele - bass
Dave - drums
Tracklist:
1. Across the open Sea
2. Demiurge of Shadow
3. Faded Humanity
4. Theories Behind Chaos
5. Seal of Opulence
6. Daemonius
7. Disciples of the Dark Masters
8. Blazing South of Kingdom
9. Total Darkness
10. Howling Abyss
Un album per fans di Dimmu Borgir e Cradle of Filth dagli ShadowThrone
Hot
recensioni
opinioni autore
Ultimo aggiornamento: 12 Gennaio, 2017
#1 recensione - Guarda tutte le mie opinioni
Primo album per i frusinati ShadowThrone, band formata nel 2014 da Steph, chitarrista che, nei 10 anni precedenti, ha militato nei Gothic metallers romani Theatres des Vampires. Una militanza che in certi frangenti è riscontrabile anche in questo lavoro, ma ci arriveremo dopo. Formatisi nel 2014, dicevamo, gli ShadowThrone rilasciano un primo EP, "Through the Gates of Dead Sun", nel 2015, prima del deal con la Zero Dimensional Records e l'uscita (domani, 14 gennaio) di "Demiurge of Shadow".
Un album in cui sono riscontrabili influenze diverse che variano dai classici Dimmu Borgir e Cradle of Filth fino ad Iron Maiden e Mercyful Fate. E sono nei momenti in cui un sound Heavy si fonde allo stile Symphonic Black degli ShadowThrone che abbiamo, a mio avviso, i momenti migliori, come ad esempio in "Theories Behind Chaos". Poco su dicevo come si può facilmente intuire che l'aver suonato nei Theatres des Vampires potesse aver influenzato il songwriting di Steph; effettivamente è così, soprattutto per quanto concerne le parti orchestrali, dal flavour molto più Gothic rispetto a quanto magari ci si potrebbe aspettare. Abbiamo poi la canzone "Seal of Opulence" che strutturalmente anche, oltre che per sonorità in generale, potrebbe ricordare l'ex band del fondatore. E' la seguente "Daemonius", comunque, ad avermi colpito maggiormente; in questo pezzo forte è l'alone del Re Diamante, senza che però il tutto si riduca ad una mera scopiazzatura, anzi. Il disco scorre abbastanza agevolmente, senza risultare mai noioso anche grazie alla non staticità del sound. Se proprio si vuol fare i puntigliosi, credo che probabilmente una produzione che avesse pompato maggiormente i suoni avrebbe giovato al risultato finale.
"Demiurge of Shadow" è un disco che si ascolta piacevolmente, che scorre, che "fa il suo". Non s'ascolta nulla di innovativo, sia chiaro, ma resta comunque il fatto che gli ShadowThrone hanno tirato fuori un lavoro abbastanza interessante in un genere che, ormai, non ha nulla di nuovo da dire da tanti e tanti anni. Adesso, personalmente, non resta che togliermi la curiosità di vederli dal vivo il prossimo marzo di supporto ai Rotting Christ (in un live in cui ci saranno gli amici fraterni Dewfall e Scuorn anche).