Line Up:
Dez Fafara - vocals
Mike Spreitzer - guitars, bass
Neal Tiemann - guitars, bass
Austin D'Amond - drums
Tracklist:
1. Testimony of Truth
2. Bad Needs
3. My Night Sky
4. This Deception
5. Above it All
6. Daybreak
7. Trust no One
8. Feeling Ungodly
9. Retribution
10. For what its Worth
Torna il sound moderno dei DevilDriver: settimo album per Dez Fafara e soci
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opinioni autore
Ultimo aggiornamento: 13 Gennaio, 2017
#1 recensione - Guarda tutte le mie opinioni
Ammetto che non ho mai seguito più di tanto i DevilDriver, band formata dal cantante Dez Fafara dopo lo scioglimento dei suoi Coal Chamber. All'epoca i DevilDriver erano solo l'ennesima band Nu Metal, genere che mai ho potuto soffrire. E quindi era solo l'ennesima band che per me era inutile ascoltare. E così è sempre stato, con qualche ascolto sporadico di qualche pezzo sparso qua e là, in maniera del tutto distratta fondamentalmente. Tradotto in soldoni, il qui presente "Trust no One" è il primo album completo che ascolto di Fafara e soci: e devo dire che in parte mi ha sorpreso. Sarà in primis perché i DevilDriver hanno abbandonato il Nu Metal degli esordi, per spostarsi verso lidi sì Groove Metal, un genere che possiamo tranquillamente definire figlio diretto del Nu, ma con una forte componente Melodic Death.
Ma sorpreso non vuol dire che i DevilDriver mi abbiano impressionato. "Trust no One" è un disco che può contare su una produzione solidissima, con suoni chiari e potenti, che mostra una band che sa il fatto suo tanto nei momenti più Groove ("My Night Sky"), sia quando spingono sull'acceleratore come in "This Deception", in cui molti potranno risentire sonorità che possono ricordare il MeloDeath più moderno, ossia quello degli In Flames prima che si rincoglionissero del tutto. Quindi tutto a posto, no? Eh, no. L'album è buono, suonato bene, prodotto pure meglio, ma c'è questa brutta cosa che le recensioni sono pensieri del tutto soggettivi. Quindi da quello che è il mio punto di vista c'è un qualcosa che mi ha spinto spesso, durante i vari ascolti del disco, a mettere in pausa per un po' per poi riprendere. Sarà che questo giostrarsi dei DevilDriver tra il Groove ed il MeloDeath moderno, con la prima componente comunque maggioritaria, potrà a molti piacere, ma a me dopo un po' viene a noia. Nonostante alcune delle canzoni, prese singolarmente, non siano nemmeno male, come la già citata "This Deception", l'opener "Testimony of Truth" e "Daybreak", con quest'ultima che è la miglior traccia dell'album a mio avviso.
In un'ultima analisi, dunque, questo "Trust no One" farà sicuramente la felicità dei fans della band e degli amanti del Groove e delle sonorità più moderne, mentre d'altro canto per me restano una band da prendere a piccole dosi, continuando ad ascoltare qualche pezzo qua e là, come l'ottima "Daybreak" appunto. Ma andando oltre i gusti personali, non posso dire che il lavoro dei DevilDriver sia insufficiente: in tutta onestà è un album che supera senza problemi la sufficienza e che, come detto, sarà ascolto fisso per molto tempo per i fans della band.