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Ruxt: un debut album che suona già come il capolavoro della band! Ruxt: un debut album che suona già come il capolavoro della band! Hot

Ruxt: un debut album che suona già come il capolavoro della band!

recensioni

gruppo
titolo
Behind the Masquerade
etichetta
Diamonds Prod
Anno

TRACKLIST
1. Intro
2. Scare My Demons
3. Soul Keeper
4. Spirit Road
5. Forever Be
6. Where Eagles Fly
7. Lead Your Destiny
8. A New Tomorrow
9. Daisy
10. Life
11. Between The Lies
12. Forgive me
13. Madness Of Man
14. Soldier of Fortune

LINE-UP
Matt Bernardi – Vocals
Stefano Galleano – Guitars
Andrea Raffaele – Guitars
Steve Vawamas – Bass
Alessio Spallarossa- Drums

opinioni autore

 
Ruxt: un debut album che suona già come il capolavoro della band! 2017-01-17 11:33:40 Piero Pizzorni
voto 
 
5.0
Opinione inserita da Piero Pizzorni    17 Gennaio, 2017
Ultimo aggiornamento: 17 Gennaio, 2017
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Non mi voglio soffermare troppo nel cercare aggettivi inebrianti, “Behind the Masquerade” è un disco bellissimo e qui mi fermo, basta questo a rendere l’idea.
I Ruxt hanno partorito un album da lode, nelle sue tonalità che vanno ad abbracciare il Classic Metal, il Rock più duro, ragionato ma, al tempo stesso, ruvido e genuino, proprio come qualche esimio collega di anni dietro.
Non ci sono note stonate, ogni musicista, posso asserire con certezza, ha imparato a dovere la lezione, quello che viene fuori è qualcosa di dannatamente Metal, il sangue scorre nelle vene dei nostri senza mai fermarsi, l’adrenalina non manca, così come il giusto groove, grazie ad una sezione ritmica capace di trasportare in alto ogni singolo brano, Steve Vawamas al basso (già con Mastercastle e Athlantis) e l’ottimo Alessio Spallarossa (drummer dei techno-death Sadist) hanno realizzato un incredibile lavoro.
Le lodi non si esauriscono di certo qui, la parte ritmica è da applausi, tutto vero, ma il resto della band non è di certo da meno, Stefano Galleano e Andrea Raffaele sono due chitarristi esperti, legati al Metal eightiees (si sente!), hanno disegnato trame incredibilmente belle, sia dove i tempi si fanno “malvagi”, che nelle parti melodrammatiche, vedi nei chorus.
A proposito di chorus, è arrivato il momento anche di tessere le lodi del bravissimo Matt Bernardi, singer dalla voce calda, ho apprezzato molto il suo lavoro, specie per la versatilità distribuita dalla partenza decisa di “Scare My Demons”, alle note delicate di “Forever Be” o “A New Tomorrow”.
“Behind the Masquerade”, signori miei, è un album che fa riflettere chi dice che la musica è morta…
Whitesnake, Gotthard, R.J.Dio, Deep Purple e Judas Priest sono gli accostamenti più marcati, il tutto rivisitato in chiave odierna, complice una produzione che di certo ha contribuito a rendere giustizia al master di chiusura.
Credetemi, non ho trovato canzoni deboli, nonostante il full lenght duri quasi settanta minuti, la band non entra mai in una fase stucchevole, le tracce suonano tutte molto fresche e la sensazione è quella che, finito un brano, si attende con ansia il prossimo.
"Behind the masquerade", debut album dei Ruxt, suona già come un capolavoro, anche se spero davvero che la band riesca a migliorarsi, perché no?

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