Line Up:
040118180514 - Bass, Vocals
102119200914 - Guitar, Vocals
040114090512 - Drums
Tracklist:
1. Cycle
2. Face of the Apocalypse
3. Abandon Earth
4. Into the Unknown
5. Paragon
6. Human
7. The Singularity
8. Synthetic Symbiosis
9. Reflections
Technical Death sperimentale e fantascientifico nel debutto dei Fractal Generator
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Ultimo aggiornamento: 19 Mag, 2017
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Primo album a forti tinte sci-fi per i canadesi Fractal Generator, band formatasi nel 2007 ed in pausa fino al 2013, dopo la realizzazione del demo "The Cannibalism of Objects". A curare l'uscita di "Apotheosynthesis", questo il titolo del debutto del trio nordamericano, è la ormai sempre più prolifica label italiana Everlasting Spew Records.
Musicalmente siamo di fronte ad un Death Metal tecnico ben aiutato da un buon uso di synth, ma ciò che maggiormente colpisce, specie il sottoscritto diciamolo, sono le tematiche fantascientifiche che compongono "Apotheosynthesis", una sorta di concept album che prende influenze da svariate fonti sci-fi, in cui si segue il viaggio dell'umanità che guarda allo spazio come sua nuova casa dopo aver distrutto la Terra. Il termine che dà il titolo all'album rappresenta il punto in cui gli uomini si sono evoluti attraverso la tecnologia fino al punto in cui non possono essere considerati umani. Solo a me suona un po' come i Cyloni di Battlestar Galactica?
Anyway, già dalle prime note dell'opener "Cycle" scopriamo il leit motiv dell'album: il sound dei Fractal Generator è un Death spietato e sfrontato, di quelli che non fanno sconti a nessuno; un continuo attacco frontale si protrae per i 3/4 d'ora di durata di un album già di per sé estremamente maturo, pur essendo solo un debutto. Come ci si aspetterebbe, date le tematiche futuristiche, la band canadese fa un uso massiccio, ma non ridondante, di synths che vanno ad integrarsi alle loro furiose musiche. Facile seguire il concept del disco attraverso i pezzi (ed i loro titoli). Dalla distruzione del pianeta ("Face of the Apocalypse") all'abbandono dello stesso ("Abandon Earth"), dal viaggio nello spazio ("Into the Unknown", pezzo migliore dell'album a mio avviso assieme alla seguente "Paragon"), fino ad arrivare alla simbiosi con la tecnologia ("Synthetic Symbiosis") e le riflessioni su cosa sono alla fine diventati (Reflections").
Un disco, quello dei Fractal Generator, che farà contente parecchie persone: gli amanti del Death tradizionale come quelli che non disdegnano sonorità più moderne, fino a chi, come me, si nutre di letteratura, serie tv e film sci-fi: insomma, se ascoltate Death e siete fans di, due esempi a caso, Asimov o Battlestar Galactica (resta la prima cosa che mi viene in mente pensando al concept del disco), quest'album fa decisamente al caso vostro. Magari c'è da fare qualche piccolo accorgimento nei suoni sintetici, ma si tratta alla fine di un'inezia, visto che per il resto "Apotheosynthesis" gode di una buonissima produzione e, soprattutto, ci mostra una band che ha bene in mente cosa vuole fare.