Line Up:
Bendler - vocals
Zorn - guitars, bass
Scucca - guitars
Angst - drums
Tracklist:
1. The Opposed [04:41]
2. Subjugation of the Cellist [01:20]
3. A Silent God [05:19]
4. Prologue to a Hypnosis [00:48]
5. Trifecta of Horrors [05:33]
6. And the darkness Came Swiftly [01:33]
7. Whom the Night Brings [04:34]
8. Decessit Vita Patris [06:18]
9. Hestia [07:51]
Running time: 37:57
Sensazionale il debut album degli svedesi Zornheym
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Ultimo aggiornamento: 13 Settembre, 2017
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Non sono propriamente gli ultimi arrivati, gli Zornheym. La band si forma nel 2014, dopo che il polistrumentista Zorn si separa dai Dark Funeral e decide di mettere su un progetto suo che avesse un nuovo approccio tra sinfonie e metal estremo. A completare la line up vengono chiamati il chitarrista Scucca, il batterista dei Diabolical Angst ed alla voce Bendler dei Facebreaker (e live session degli Scar Symmetry). Dati i musicisti coinvolti, soprattutto il fondatore e mastermind, questo "Where Hatred Dwells and Darkness Reigns" era un album largamente atteso. E lasciatemi dire che non ha deluso per nulla le aspettative.
Con ispirazioni che arrivano da Dimmu Borgir, Dissection e King Diamond, gli Zornheym tirano fuori al primo colpo un album che riesce ad avere già un alto grado di maturità compositiva, risultando in primis non una copia carbone dei gruppi citati come influenze, ma andando a rimescolare il tutto con l'esperta mano di Zorn, capace di dare il proprio tocco personale alle composizioni. Partiamo col dire che non abbiamo tra le mani un solito disco Symphonic Black - o Symphonic Black/Death in questo caso -, dato che Zorn e soci si concedono anche "passeggiate" in altri lidi, come ad esempio alcuni passaggi e l'assolo della splendida "Silent God" - in cui compare uno dei due ospiti, Cain Cressal dei The Amenta -, che molto devono all'Heavy i primi, al Thrash il secondo. Sempre in questo pezzo le orchestrazioni raggiungono il loro apice: epiche ma al contempo cupe e sofferenti con cori inseriti in maniera perfetta, riescono a dare al duro comparto strumentale il giusto grado di pathos che ci si aspetterebbe da una composizione del genere. Se tra l'altro persino un semplice intermezzo come l'orrorifica "Prologue to a Hypnosis" risulta essere interessante, come potrebbero non esserlo ottime canzoni come "Trifecta of Horrors" - qui il secondo ospite alla voce, Jonas Magnusson dei Facebreaker - o la superba doppietta finale "Decessit Vita Patris" + "Hestia". Il punto forte delle composizioni dei Zornheym sono, comunque, proprio i passaggi più vicini ad un Metal classico, quei momenti in cui traspare l'amore per il leggendario King Diamond. Sono quei passaggi a dare maggiore ariosità ai pezzi e, soprattutto, una maggiore varietà, senza che il sound rimanga intrappolato nei canoni del Death/Black sinfonico.
Un plauso quindi a Zorn ed i suoi compagni di viaggio in questa nuova avventura chiamata Zornheym. Maturità e freschezza compositiva raggiunta già al primo colpo, anche se la cosa non dovrebbe sorprendere dato il curriculum che si portano dietro questi musicisti. "Where Hatred Dwells and Darkness Reigns" è un album altamente consigliato, soprattutto a chi ha nel metal estremo sinfonico la propria passione.