01. Óðinn
02. Sleipnir
03. Gleipnir
04. Fenrisúlfur
05. Himinhrjóður
06. Miðgarðsormur
07. Narfi
08. Hel
09. Váli
10. Loki
01. Óðinn
02. Sleipnir
03. Gleipnir
04. Fenrisúlfur
05. Himinhrjóður
06. Miðgarðsormur
07. Narfi
08. Hel
09. Váli
10. Loki
Avevo ascoltato qualche stralcio di questa seconda prova in studio degli Skalmold prima di prenderla in consegna per la recensione, e mi dissi ad alta voce (per quanto ridicolo questo possa sembrare): “Wow, questi ragazzi islandesi ci sanno fare!”. Quello che sentì erano dei cori maestosi con linee musicali talvolta epiche, talvolta che si facevano forti del proprio incedere solenne, altre volte più vicine alla tradizione popolare, ben arrangiate e strutturate. Allo stesso modo ho apprezzato anche degli assoli e riff interessanti. Insomma avrei davvero voluto dirvi che questo “Born Loka” era un ottimo album e che gli Skalmold sarebbero stati a breve, previa costanza, una band importante nel panorama viking/folk metal…Ma poi ascoltai l’intero disco...
Non tutto è oro ciò che luccica, purtroppo in questo album ci sono persino punti in cui non luccica assolutamente niente, della serie: “neanche ci proviamo a persuaderti”.
E’ con rammarico che lo dico, il disco poteva essere davvero buono, perché le impressioni più che positive di ciò che avevo ascoltato in anteprima rimangono, purtroppo il resto dell’album soffre inverosimilmente di inesperienza, forse voglia di fare qualcosa di più sperimentale, ma senza averne i mezzi adatti o le idee chiare. Ciò che rimane è qualche passaggio musicale uscito effettivamente bene, un brano ottimo, “Hel”, con il suo refrain rabbioso e drammatico che in un crescendo sfarzoso passa presto alla ritmiche black, e che segna anche l’unica interpretazione buona del cantante. Per il resto tanti buchi nell’acqua, il terribile growling monocorde ed approssimativo di Björgvin Sigurðsson in particolare tende a rovinare sistematicamente ogni brano tranne il sopraccitato, persino l’eccellente intro sinfonica che si presenta con un arrangiamento corale da invidia, è distrutto dall’annesso di questa voce che sembra più adatta ad una band core che altro. E poi ci sono questi svarioni, passaggi di certo thrash anni ’80, anche ben fatti ma che sembrano totalmente staccarsi dal contesto in cui sono inseriti senza cognizione di causa, oppure sperimentazioni allucinanti come succede su “Fenrisulfur”, nella quale si dispiega il classico growling monocorde accompagnato però da uno screaming effettato ai limiti della decenza, entrambi buttati su un sound che sembra essere derivato da un stupido pezzo scritto da una band sotto effetto di acidi. Insomma poche buone idee ben realizzate che soffocano in un marasma musicale che non definirei neanche brutto, ma odioso. E’ come se la band avesse due entità: una ispirata e preparata tecnicamente, l’altra tremendamente ridicola e fuori di senno. “Born Loka” è solo il secondo album dei Skalmold e visti quei pochi stralci di musica stranamente superlativa, paragonata a tutto il resto, penso che ci si possa aspettare ancora qualcosa da questi ragazzi, naturalmente non appena si saranno schiariti meglio le idee su dove andare a parare.