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Lycanthro, un heavy troppo old-style Lycanthro, un heavy troppo old-style Hot

Lycanthro, un heavy troppo old-style

recensioni

gruppo
titolo
“Four horsemen of the apocalypse”
etichetta
Alone Records
Anno

 

TRACKLIST:

1. Conquest

2. Fog of war

3. Plague the land/King of decay

4. Pale rider

 

“Lycanthro” demo

5. Crucible

6. Into oblivion

7. Break through the fire

8. Ride the dragon

 

 

LINE-UP:

David Shute – Guitars

James Delbridge – Vocals, Keyboards

Nathan Shuman – Drums (tracks 1-4)

Carlo Cote – Bass (tracks 1-4)

 

Jon Picard – Drums (tracks 5-8)

Michael Lanning – Bass (tracks 5-8)

opinioni autore

 
Lycanthro, un heavy troppo old-style 2018-12-22 09:26:53 Ninni Cangiano
voto 
 
2.0
Opinione inserita da Ninni Cangiano    22 Dicembre, 2018
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

L’ultimo cd arrivatoci dalla label greca Alone Records è quello dei canadesi Lycanthro, intitolato “Four horsemen of the apocalypse”, dotato di uno degli artwork meno affascinanti visti nel 2018, uscito originariamente a maggio come autoproduzione, poi licenziato dalla Alone con l’aggiunta del demo “Lycanthro”, risalente al 2017, in edizione limitata di 500 copie numerate a mano. La band dell’Ontario si è formata nel 2014, anche se ha assunto l’attuale denominazione solo nel 2016; finora appunto aveva realizzato il predetto demo e questo EP. Il sound dei Lucanthro è un heavy molto old-style che mostra l’evidente amore di questi ragazzi per le sonorità degli anni ’80. Niente di originale quindi, ma non è certo questo l’obiettivo dei canadesi, quanto quello di dare sfogo alla loro passione. Non mi ha entusiasmato la registrazione, non so quanto volutamente “vintage”, in particolar modo il rullante della batteria (specie nei pezzi del demo) che ho trovato troppo poco “corposo”. C’è poi un altro difetto: i brani sono esageratamente lunghi ed, a questa maniera, perdono notevolmente in efficacia; basti pensare che con soli 4 brani dell’E.P. si sfondano abbondantemente i 33 minuti... se poi aggiungiamo i 4 pezzi del demo (anche qui con uno dalla durata eccessiva) raggiungiamo quasi un’ora di durata per un totale di 8 canzoni. Aggiungete che il ritmo della batteria non è molto frizzante ed, in genere, tutti i pezzi non hanno particolare velocità... e capirete quindi come l’ascolto non è particolarmente gradevole. Ho provato più volte ad ascoltare questo cd, alla ricerca magari di particolari che potessero farmelo rivalutare e che magari mi erano sfuggiti, ma senza alcun costrutto, ogni volta infatti la pesantezza aveva il sopravvento e spesso mi ritrovavo a chiedermi quando il pezzo di turno avesse termine, il che non è un fattore positivo. I Lycanthro hanno da lavorare meglio sul songwriting e prestare maggiore attenzione alle melodie, in modo da rendere il loro approccio al mondo heavy metal più arioso e frizzante. L’energia non manca, serve solo canalizzarla meglio ed evitare di perdersi nella voglia di strafare in brani esageratamente lunghi, magari con una registrazione più al passo coi tempi. Rimandati e con mezzo punto in meno per l’artwork non esaltante.

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