1. Welcome to the Shadelands
2. Scarlet Mercy
3. The Everlasting Night
4. Ashes and Sorrow
5. Lovesong of the Damned
6. Interlude: Fayte’s Aria
7. Theme of the Betrayer
8. Savior Nevermore I: The Confrontation
9. Savior Nevermore Ii: The Devouring Shadow
10. Vae Victis
Symphonic metal al top! Esordio per i Diamorte!
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Ultimo aggiornamento: 31 Dicembre, 2018
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Quasi 13 anni sono passati dalla fondazione del collettivo americano symphonic metal Diamorte e finalmente esce il debutto discografico a nome The Red Opera. Punto forte della formazione è la presenza di ben quattro vocalists, tra cui il leader Drake Mefestta si occupa delle growl vocals, mentre le clean vocals sono affidate a due avvenenti fanciulle più ad un’ulteriore voce pulita maschile. Ad impreziosire il combo vi è la presenza di ben tre special guests, ossia Michael Romeo e Mike Lepond dei Symphony X più Markus Johansson dei THEM.
Spesso questa sorta di super gruppi non rendono così bene come ci si aspetterebbe, ma fortunatamente non è questo il caso dei Diamorte. I gruppi di metal sinfonico tendono troppo ad assomigliarsi uno dall’altro, oppure si presentano poveri sotto tutti i punti di vista. Le composizioni della band americana invece si presentano molto solide, complesse quanto basta e non troppo simili a colleghi più quotati. Gli arrangiamenti sinfonici sono curatissimi ed esplodono letteralmente e si integrano molto bene alle parti metalliche creando un connubio ottimale. Qualche problema subentra nel massiccio uso di voci che purtroppo non sempre sono comprensibili, specie per quel che riguarda le brave coriste messe troppo in sottofondo e non è possibile godere appieno del loro lavoro (si ascolti a tal proposito “The Everlasting Night” dal crescendo epico), tranne quando le atmosfere si fanno più sognanti, come nell’eterea “Interlude: A Fayte’s Aria". Non mancano brani più estremi ed allo stesso tempo imponenti (“A Scarlet Mercy” che ricorda i Dark Moor) e neppure quelli più lunghi ed articolati (“Savior Nevermore I - The Confrontation” e “Savior Nevermore II - The Devouring Shadow”, dove subentrano continui cambi di tempo e di atmosfera), come pure di derivazione epicheggiante come nella finale e maestosa “Vae Victis”. Tutto è davvero orchestrato e suonato bene, mostrando una band che ha lavorato molto e si è preparata al massimo per offrire un prodotto di qualità, nonostante ancora qualche cliché, ma la strada intrapresa è davvero quella giusta.
Finalmente una band che si discosta in maniera più marcata dalla concorrenza e che sorprenderà gli amanti del metal sinfonico, come pure della grande musica in generale. Consigliato!