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Funeral Chic: furia incontenibile Funeral Chic: furia incontenibile Hot

Funeral Chic: furia incontenibile

recensioni

titolo
Superstition
etichetta
Prosthetic Records
Anno

MEMBERS:
Dustin Carpenter - Vocals
Robert Gray - Guitars
John Andrew Hawkins - Guitars
Alex Psaroudis - Drums

TRACK LIST:
1. Rotten to the Core 03:06
2. Superstition 02:03
3. Left Alone 03:09
4. Jump 01:22
5. Baptized 01:16
6. Deep Pockets 02:25
7. Off the Rails 02:16
8. Decorated 01:56
9. Stay Useless 01:37
10. Suffer Together Forever 02:25
11. Red Laces 04:07
12. Say No 02:46
13. D.R.E.A.M. 01:58
14. Fantasy 02:23

opinioni autore

 
Funeral Chic: furia incontenibile 2019-03-02 16:51:28 MASSIMO GIANGREGORIO
voto 
 
3.5
Opinione inserita da MASSIMO GIANGREGORIO    02 Marzo, 2019
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Formatisi in quel di Charlotte, North Carolina, U.S.A., nel 2014 questi quattro horsemen in black hanno già all’attivo l’EP "Funeral Chic" nello stesso anno in cui si sono formati (con una misconosciuta line up) e l’album di debutto (targato 2016) "Hatred Swarm".
Nel 2018 I Funeral Chic sono tornati con questo nuovo cd "Superstition".
Chiariamo subito che non si può certo gridare al capolavoro, ma, se ciò con cui volete farvi male è del sano, genuino ed onesto mix di grindcore/thrash/black, questo è il disco che fa per voi!
Sembra di tornare indietro nel tempo: le vocals devono molto a Cronos (con un po’ più di eco) ed i primi Venom, almeno come concept; come il sound, del resto: brani brevi (vedi “Jump” con il suo minuto e ventidue secondi), velocissimi e rabbiosi mutuati dal punk/hard core della prima ora (vedi simpatici coretti), con una spruzzatina di thrash della Bay Area (specie nei guitar-solos) e accelerate blast drumming a profusione tipiche del new black metal.
Quattordici tracce altamente corrosive, da maneggiare con la stessa cura con la quale si maneggia dell’acido solforico perché rischiate seriamente di sfigurarvi, una volta che vi siete lanciati alla velocità di un proiettile dopo aver spinto il tasto “play”!
“Decorated” mi ricorda un po’ i mai troppo compianti Zoetrope, fillers compresi.
Alla lunga, si ha la netta sensazione che i nostri quattro “ceffi” abbiano voluto un po’ strafare, infarcendo i pezzi con troppi cambi (anche di tempo) facendone sortire una sorta di zibaldone metallico.
Certamente devono ancora maturare molto e devono riordinare le idee (oltre che focalizzare e veicolare la loro furia incontenibile) ma, nel complesso, meritano un bel 3 e mezzo di incoraggiamento.
Max “Thunder” Giangregorio

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