TRACKLIST:
1) Sleeping tears
2) Under black ice
3) Ghosts
4) Ruins
5) Pagan hearts
6) Sun
7) Time’s new romance
8) Limbo
9) Occult you
10) The wanderer
LINE UP:
N (voce)
F(Chitarra)
P(Basso)
T(Batteria)
Il Romanticismo decadente dei Vanity
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Prima di analizzare questo disco partiamo dalla copertina: la foto di una bambina con occhi spalancati, sguardo intenso e una macchia nera su una parte del viso. Questo è solo l'inizio. Infatti, "Occult You", edito dalla Church Independent, sembra un viaggio fra i maestri del gothic metal come Paradise Lost e Katatonia, senza tralasciare però la voce cupa di Andrew Eldritch e le indie band famose come Interpol o Editors. Un copia e incolla? No, una vera e pura alchimia.
"Sleeping Tears", primo brano del lotto, è un chiaro mix perfetto fra le atmosfere nordiche dei Katatonia e l'indie più moderno degli Interpol. Di diverso impatto è la stupenda "Under Black Ice", che penetra come un viaggio mistico, dalle atmosfere doom e avanza lentamente nelle ossa dell'ascoltatore. Le atmosfere create da questi ragazzi in questo disco variano da brano a brano e la voce di Nuri Lupi è pura poesia.
Una volta ritornati dal viaggio intenso di "Under Black Ice", è pronta ad accoglierci "Ghosts", nella quale personalmente mi ha conquistato il bellissimo giro di basso e la struttura malinconica completata dalla potenza vocale di Nuri, mentre la parte di chitarra strizza un po' gli occhi ai contemporanei Editors. "Ruins", fra dolcezza e suoni "alla NIN", fa da apripista all'incantevole "Pagan Hearts" , dove un romanticismo decadente sbatte notevolmente contro riff di chitarra taglienti. "Sun" (dalle radici più metal), "Time's New Romance" (brano molto vario) e "Limbo"(intermezzo shoegaze) ci portano a un cambio di rotta. Infatti "Occult You" parte con un synth malinconico da era new romantic e potrebbe far parte di una famosa serie come "Twin Peaks".
La produzione di questo disco è ottima, le atmosfere hanno il sapore internazionale, la band ha moltissime qualità, anche se dovrebbe cercare di personalizzare il proprio songwriting; certo però siamo a un buonissimo punto di partenza.
Complimenti ragazzi!