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I Blodiga Skald ritornano con un nuovo disco carico di tinte Fantasy I Blodiga Skald ritornano con un nuovo disco carico di tinte Fantasy Hot

I Blodiga Skald ritornano con un nuovo disco carico di tinte Fantasy

recensioni

titolo
The Undrunken Curse
etichetta
Soundage Productions
Anno

PROVENIENZA: Italia

GENERE: Orc Folk Metal

LINE UP:
Axuruk Kaleniuk (Jejune) - Voce
Daniele Foderaro (Ghâsh "Barbarian Know-All") - Chitarra
Ludovica Faraoni (Tuyla "The Glorious One") - Fisarmonica/ Tastiera
Sefora Centurioni  (Yindi "Servant of Anor's Flame") - Violino
Emanuele Vialli (Rükreb "The Noble One") - Basso
Nicola Petricca (Vargan "Shepherd Tambourine") - Batteria

TRACKLIST:
1. The Curse
2. Yargak
3. Sbabobo
4. Estelain
5. Spirits of water
6. The Sacrifice
7. Tourdion
8. To The East Of Sorrow Town (Circus Of Pigsley)
9. Fugue
10. Yo-Oh The Sail Is Low
11. Never Leave A Friend Behind
*Bonus Track: TechnoBlodiga

opinioni autore

 
I Blodiga Skald ritornano con un nuovo disco carico di tinte Fantasy 2020-04-25 13:23:45 Marianna
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Marianna    25 Aprile, 2020
Ultimo aggiornamento: 25 Aprile, 2020
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I Blodiga Skald sono una giovane band romana nata nel 2014. Alle spalle vantano già un EP ed un buon disco d'esordio ("Ruhn") datato 2017, oltre a presenze in festivals nazionali ed esteri quali: Zaiet Fest, Malpaga, Celtic Festival Transilvania (Romania), In Da Wood (Moldova) ecc.. Il debutto sulle scene è stato dei migliori, tanto che li abbiamo giudicati “divertenti, Folk-style e carismatici”; un promettente avvio che, già a priori, ci ha fatto nutrire grandi aspettative su questo secondo full-length e sulla stessa band.

“The Curse” è la prima traccia che andremo ad ascoltare, nonché il brano che dà il titolo al videoclip (uscito il 17 Marzo) di presentazione di questo lavoro. Lo stesso titolo è presagio del concept narrativo: la storia di un terribile incantesimo. Questa volta i nostri orchi saranno impegnati a combattere il malvagio sortilegio di Kerrigan che impedisce loro di bere alcol; la sobrietà farebbe impazzire chiunque! Ed ecco quindi che si mettono in marcia, tra mille peripezie, per potersi liberare da questa tremenda stregoneria. Il prologo è contenuto nel brano iniziale che, fin dal primo ascolto, ci riconferma la potenza musicale dei Blodiga Skald; il carattere Folk reso dal sound di tastiera e violino che, nel corso della tracklist, crea un effetto Fantasy, si sposa con il massiccio growl del cantato. Si nota fin da subito la crescita musicale della band: il livello è superiore al precedente lavoro; il passaggio è da un sound scanzonato, da osteria e ballate sfrenate, a un modo di fare musica più ricercato. In questa evoluzione, infatti, trovano spazio anche interessanti ballad come “Spirits of Water”, in cui la voce femminile è rischiarata dalla chitarra acustica e dal violino di Yindi. Lo stile ed il songwriting a cui il gruppo ci ha abituati, rispettava i canoni del classico Rock/Folk irriverente, audace ed allegro (ripreso sotto forma di Polka, solo alla fine del brano sopra citato), mentre adesso risulta ricco di innumerevoli sfaccettature. Il carattere leggendario e miticizzato, arricchito dall'elemento Fantasy (orchi, fate e popolo impaurito da questi), sono elementi che rimangono immutati anche in questa opera.
Il filone narrativo, però, è retto e snocciolato su musiche graffianti e, talvolta, ampollose, superando il sound a cui i Blodiga ci avevano abituati.
L'ìmpatto sull'ascoltatore è tale da coinvolgerlo a pieno nella situazione (ironicamente drammatica come l'impossibilità di bere) e nel mondo fatto di orchi,maghi e stregoneria. Probabilmente le due tracks che riprendono lo stile del precedente album sono “To the East of Sorrow Town (Circus of Pigsley)” e “Yo-Oh The Sail Is Low” (con la partecipazione di Keith Fay dei Cruachan); quest'ultima dal classico sapore di brano da pirati.
La volontà di crescita e rinnovamento, riesce persino a sconfinare in un'intera traccia Techno che racchiude tutti i riffs del disco in chiave elettronica; una scelta anticonformista ed un brano perfetto come colonna sonora di un videogioco a tema Fantasy.

I Blodiga Skald sono entrati a gamba tesa nella scena italiana Folk, andando a sopperire alla mancanza di bands proprie del genere. Sebbene nell'esordio discografico precedente si rimanesse musicalmente ligi a gruppi del calibro di Trollfest o Arkona, con "The Undrunken Curse" si percepisce la voglia di sperimentare e perfezionarsi. L'elemento personale, l'abbandono del carattere scanzonato a favore di quello più fantastico e la narrazione delle imprese degli orchi con una fluidità più letteraria, sono aspetti che denotano la maturità musicale dei Nostri.
Accanto a ciò progredisce anche il livello del sound: sempre duro, ma meno gioioso e più aperto alle contaminazioni Melodic Death; da sottolineare anche i pezzi instrumental che alleggeriscono la tracklist. Un gruppo dall'animo guerriero che, nonostante la mostruosa figura dell'orco che li rappresenta, nasconde anche una sfumatura più delicata e distensiva.
In conclusione, "The Undrunken Curse" è un full-length che segna la crescita musicale dei Blodiga Skald, una band che non ha paura di rinnovarsi ed affrontare nuove sfide come quella di affiancare al disco anche un libro. In questo si svilupperà, in modo più dettagliato, la storia e le peripezie che gli orchi dovranno affrontare per liberarsi dal sortilegio di Kerrigan.
Un progetto notevole che porta una ventata di novità nel panorama nostrano, capace di accontentare i fans sia del Melodic Death che del Folk; il connubio che ne deriva è la perfetta colonna sonora di un viaggio fiabesco, fatto di fate e magia.
Una saga interessante e che speriamo si sviluppi ed approfondisca meglio anche in un secondo lavoro.
Le aspettative che avevamo su i Blodiga Skald sono state rispettate; una band che merita attenzione e da seguire (si spera presto, ndr.) live.

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