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Quella sensazione opprimente di déjà vu nel nuovo lavoro di Axel Rudi Pell. Quella sensazione opprimente di déjà vu nel nuovo lavoro di Axel Rudi Pell. Hot

Quella sensazione opprimente di déjà vu nel nuovo lavoro di Axel Rudi Pell.

recensioni

titolo
Sign Of The Times
etichetta
SPV/Steamhammer
Anno

Tracklist:
1. The Black Serenade
2. Gunfire
3. Bad Reputation
4. Sign of the Times
5. The End of the Line
6. As Blind as a Fool Can Be
7. Wings of the Storm
8. Waiting for Your Call
9. Living in a Dream
10. Into the Fire

Line-up:
Johnny Gioeli (voce)
Axel Rudi Pell (chitarra solista)
Ferdy Doernberg (tastiere)
Volker Krawczak (basso)
Bobby Rondinelli (batteria)

opinioni autore

 
Quella sensazione opprimente di déjà vu nel nuovo lavoro di Axel Rudi Pell. 2020-04-27 14:08:11 Sonia Giomarelli
voto 
 
2.5
Opinione inserita da Sonia Giomarelli    27 Aprile, 2020
Ultimo aggiornamento: 27 Aprile, 2020
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Nella parabola artistica di Axel Rudi Pell non c'è mai stato spazio per la sperimentazione. Chi segue questo genere ormai conosce il background musicale di questo chitarrista attivo ormai sulla scena da più di trent'anni prima con gli Steeler e poi con la sua creatura solista. Accompagnato da una line up che è fissa da tempo con Gioeli (ex Hardline) al microfono, Rondinelli dietro le pelli, Doernberg alle tastiere e Krawczak al basso, Pell continua a sfornare dischi a cadenza biennale senza preoccuparsi minimamente delle conseguenze di un sound che in questa ultima decade non ha prodotto niente di innovativo. Affidatosi sempre alla SPV/Steamhammer, dopo due anni dal passo falso "Knights Call", Pell & soci rilasciano questo nuovo "Sign of the Times" introdotto da una copertina che rientra negli schemi tipici del suo genere.
Il nuovo lavoro del chitarrista di Bochum non aggiunge nulla di quanto sia stato proposto nel precedente album del 2018. La prima parte si assesta su sonorità tipiche rodate dalla band tedesca ormai da anni, se quindi troviamo influenze pesanti dall'Hard n' Heavy britannico (Rainbow) in pezzi come "Gunfire" e "Bad Reputation" la sensazione di déjà vu si fa sentire in maniera decisamente pronunciata. La presenza delle tastiere nei pezzi rimanda ancora pesantemente ai primi Rainbow e nella tracklist trova spazio anche una ballad come "As Blind as a Fool Can Be".
Pell a 60 anni non ha dunque intenzione di cambiare strada ma è chiaro che una scelta del genere può limitare molto sia dal punto di vista compositivo sia da quello più logistico. "Sign of the Times" passa inosservato alle orecchie di un pubblico ben più vasto di quello abituato ai dischi della band tedesca e stavolta fa un passo indietro rispetto al penultimo "Game of Sins" che mi aveva fatto sobbalzare dalla sedia. Il talento di Axel non si discute ma questa sua scelta di rimanere fossilizzato su di un genere e proporlo ad ogni nuova uscita come copia - incolla, risulta abbastanza discutibile.
L'autocitazionismo sfrenato lungo i solchi di questo ultimo lavoro penalizza il mio voto personale pur non intaccando la simpatia che nutro per il biondo guitar hero. Si poteva fare di più.

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