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Con "Cerecloth" i Naglfar non tradiscono la lunga attesa Con "Cerecloth" i Naglfar non tradiscono la lunga attesa Hot

Con "Cerecloth" i Naglfar non tradiscono la lunga attesa

recensioni

gruppo
titolo
Cerecloth
etichetta
Century Media Records
Anno

PROVENIENZA: Svezia 

GENERE: Black Metal 

SIMILAR ARTISTS: Necrophbobic, Dissection, Setherial, Dark Funeral, Lord Belial 

LINE UP: 
Kristoffer W. Olivius - vocals
Andreas Nilsson - guitars
Marcus E. Norman - guitars
A. Impaler - bass (session)
Efraim Juntunen - drums (session) 

TRACKLIST: 
1. Cerecloth [04:05] =VIDEO= 
2. Horns [04:38] 
3. Like Poison for the Soul [06:31] 
4. Vortex of Negativity [05:02] =VIDEO= 
5. Cry for the Serafim [04:25] =ASCOLTA= 
6. The Dagger in Creation [05:07] 
7. A Sanguine Tide Unleashed [03:54] 
8. Necronaut [03:29] 
9. Last Breath of Yggdrasil [06:30] =ASCOLTA= 

Running time: 43:41 

opinioni autore

 
Con "Cerecloth" i Naglfar non tradiscono la lunga attesa 2020-05-08 16:29:45 Daniele Ogre
voto 
 
4.0
Opinione inserita da Daniele Ogre    08 Mag, 2020
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Sono passati ben venticinque anni da quel "Vittra" che segnò l'esordio dei Naglfar, uno dei dischi considerati seminali per il Black Metal di matrice svedese, e di acqua sotto i ponti per la band di Umeå ne è scorsa parecchia. Oggi, a otto anni di distanza da "Téras", Kristoffer W. Olivius e soci tornano con quello che è il loro settimo studio album edito, come tutti da "Sheol" in avanti, da Century Media Records. Ad accompagnare Olivius, Nilsson e Norman in questa nuova avventura troviamo A. Impaler (a.k.a. Alex Fiberg, Firespawn ed ex-Necrophobic) al basso ed Efraim Juntunen (Persuader), già drummer live dei Naglfar dal 2012. Chi si aspettava di trovare dei Naglfar rinnovati dato il lungo intervallo tra il precedente lavoro e questo, probabilmente non conosce per nulla la malvagia creatura scandinava. I Naglfar, infatti, non ci pensano minimamente a spostare di una virgola quella che è la loro proposta, fatta di quel Melodic Black/Death che hanno contribuito a formare. Se proprio si vuole trovare una differenza, sta nel fatto che i Nostri hanno concentrato tutti i loro sforzi in un approccio che fosse il più brutale possibile, un vortice di violenza che avvolge e scuote l'ascoltatore sin dalle prime note della title-track che apre il disco, dosando l'acceleratore sia quando c'è da spingere a tutta, come nella title-track, in "Cry of the Serafim" o in quella che è la mia preferita dell'album, "Vortex of Negativity", sia quando i toni si fanno più solenni come nell'ottima traccia di chiusura "Last Breath of Yggdrasil".
Saranno insomma passati anche otto anni dal precedente disco, ma resta la certezza che all'uscita di un lavoro dei Naglfar possiamo sapere con certezza costa stiamo per andare ad ascoltare; spesso questo potrebbe anche essere visto come un difetto, ma in altri - ed i Naglfar rientrano in questa casistica - il prodotto finale è talmente valido che insomma... a chi realmente può fregare se è sempre lo stesso? Anzi, meno male! Promozione piena per "Celeroth", quello che con ogni probabilità è il lavoro più feroce dei Naglfar da venticinque anni a questa parte.

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