1. The Piper O’Dundee
2. The Lion of Scotland
3. Bannockburn
4. Hail Land of My Fathers
5. Ettrick Forest in November
6. The Spellbound Knight
7. In Shadowland
8. Winter-A Dirge
9. Culloden Moor
10. Blar na h-Eaglaise Brice
1. The Piper O’Dundee
2. The Lion of Scotland
3. Bannockburn
4. Hail Land of My Fathers
5. Ettrick Forest in November
6. The Spellbound Knight
7. In Shadowland
8. Winter-A Dirge
9. Culloden Moor
10. Blar na h-Eaglaise Brice
Un gran bel debutto questo dei Cnoc An Tursa, band scozzese dedita ad un extreme metal, che vede la propria musa ispiratrice nella musica di molte viking metal band del nord Europa, ma i nostri preferiscono un appiglio più improntato sul black che sul death. Per il resto tanta malinconica o rabbiosa melodia, pompata da veloci ritmiche, azzaccati riff, ed un tappeto di tastiere che ci regala al meglio le atmosfere epiche di cui i Cnoc An Tursa si vogliono circondare. A parte il solo della chitarra di “The Lion Of Scotland”, praticamente plagiato a quello di “The Smoke” degli Amorphis, non c’è niente che non vada nel disco, i pezzi si susseguono piacevolmente tra momenti più tirati ed altri più marziali, i primi che mi vengono in mente a questo punto sono gli Ensiferum. Qualcuno potrebbe obiettare sullo screaming del vocalist, che sembra più adatto ad una band hardcore che ad una black-viking, ma a me non è dispiaciuto neanche questo, “The Giants Of Auld” è un signor debutto, che entra si in un mondo affollato di sonorità molto simili a cui i Cnoc dovrebbero dare un taglio, inventandosi qualcosa di più personale per riuscire a farsi strada. Ma già che le lyrics non abbiano a che fare come al solito con la mitologia nordica scandinava, ma con quella scozzese, è una bella vittoria di autostima che dovrebbe essere presa in considerazione da parte di tutti i gruppi non scandinavi che non fanno altro che parlarci di Thor, neanche fosse il loro simpatico vicino di casa.