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Imperium Dekadenz: una proposta troppo commerciale Imperium Dekadenz: una proposta troppo commerciale Hot

Imperium Dekadenz: una proposta troppo commerciale

recensioni

titolo
"When We Are Forgotten"
etichetta
Napalm Records
Anno

TRACKLIST:
1. When We Are Forgotten
2. Bis Ich Bin
3. My Solace I (Choirs of Solitude)
4. Trauma
5. A Cave Called Wisdom
6. Transcendence
7. Seance
8. Absenz Elysium
9. My Solace II (Paths of Perception)
10. Reverie
11. Frozen in Time
12. Behold the Flame of Time
13. Owl of the Black Forest

LINE-UP:
Vespasian – Guitars, drums, bass
Horaz – Vocals, guitars

opinioni autore

 
Imperium Dekadenz: una proposta troppo commerciale 2020-10-24 12:34:59 Rob M
voto 
 
2.0
Opinione inserita da Rob M    24 Ottobre, 2020
Ultimo aggiornamento: 24 Ottobre, 2020
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Dopo due lavori per Season Of Mist, arrivano al primo disco con Napalm Records gli Imperium Dekadenz ed é da subito un no al primo ascolto. Mai, e poi mai, mi é capitato di ascoltare un lavoro cosí schifosamente commerciale in ambito estremo. Le offese non sarebbero gratuite, ma dovute in questo caso. A partire dalla title track "When We Are Forgotten", dove i nostri si rifanno ad una vena post a cavallo tra blackgaze e rock settantiano, il veleno sale al cervello senza aspettare. Tolta la produzione comunque moderna ed "accattivante", il resto é davvero una martellata ai testicoli. Monotono, ben eseguito, ma senz'anima. Non bastano riff finti-decadenti, atmosfere ultraterrene e direzione pseudo black metal per tirare su le sorti di un disco che é stato scritto e registrato con lo scopo di vendere qualche copia in più alle nuove generazioni che han poco a che vedere con il sound di una volta. E qui non si tratta di appartenere a una generazione di vecchi, anzi! Si tratta del fatto che certi brani aprono una scoraggiante finestra sul futuro del genere. Come non poter sbattere la testa al muro ascoltando canzoni come "My Solace I" o "Transcendence"? La cosa più pacchiana e vicina ad una band pop che abbia mai ascoltato in vita mia. Non ci siamo e mi spiace dover dire che di "decadente" questo "impero" ha proprio nulla. Neanche gli ultimi Shining son arrivati così in basso. Ci si poteva aspettare di meglio dalla Napalm, ma non avrei mai pensato che si potesse toccare il fondo da quel punto di vista. Una stroncatura, questa, che si poteva evitare. Buona la produzione, buona la performance, ma a livello di emozioni e sentimenti questo nuovo album della band tedesca ha avuto per me lo stesso effetto di mezzo litro di olio di ricino, chiudendo con "Frozen in Time", per rattristare ulteriormente un'esperienza che vorrei dimenticare. Chi davvero trova interessante questo lavoro, in ambito "estremo" non ha proprio capito nulla.

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