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Luci e ombre nel quinto album dei The Projectionist Luci e ombre nel quinto album dei The Projectionist Hot

Luci e ombre nel quinto album dei The Projectionist

recensioni

titolo
The Stench Of Amalthia
etichetta
Moribund Records
Anno

PROVENIENZA: Canada

GENERE: Operatic Black Metal

LINE UP:
Lörd Matzigkeitus - vocals
Parageist - guitars
Destroyer - bass
Malphas - drums
Orpheus - orchestration

TRACKLIST:
1. Withering [03:34]
2. Sepulcral Oak Door [03:43]
3. Covetous [04:26]
4. Summoning Transference [04:10]
5. The Weakening [04:44]
6. A Startling Housecall [06:03]
7. Exhuberance Contorts An Evil [04:35]
8. Flayed [04:27]
9. Perfumes [08:03]
10. Forsaken O'Clock [10:06]
11. Death And Honor (OWM cover) [04:06]

Running Time: 56:37

 

 

opinioni autore

 
Luci e ombre nel quinto album dei The Projectionist 2020-12-23 23:02:09 Vera
voto 
 
2.5
Opinione inserita da Vera    23 Dicembre, 2020
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Ascoltare “The Stench Of Amalthia” dei The Projectionist mi ha fatto un po’sentire come quando, alle superiori, dovevo risolvere un integrale e sacrificavo tutti I miei pochi neuroni per tentare di dipanare la matassa. Se in ambito matematico fallivo sempre, dopo qualche ascolto di questo disco sono riuscita a farlo idealmente mio e a provare a seguirne la ratio.

La band canadese, qui alla quinta prova discografica, in questa sede si imbarca in una missione tutt’altro che semplice: quella di creare un’opera black metal, in cui le sonorità aggressive e demoniache che tutti conosciamo servono per tessere l’oscura vicenda di Amalthia Grahame, ex attrice di film noir ora in isolamento nella sua villa. Scopriamo che la signora Grahame viene affidata alle cure della giovane infermiera Evelyn, inviata dall’oscuro dottor Bandix, ma nella casa iniziano ad aleggiare presenze demoniache e si verificano avvenimenti infernali (una storia che sarebbe pane per I denti di Ryan Murphy). Una premessa del genere è sicuramente bastata per fissare la proverbiale asticella a livelli considerevoli, soprattutto se teniamo conto del fatto che, in particolare quest’anno, ci sono state delle uscite di tutto rispetto in ambito black operatico (cito “Die Lederpredigt” dei Folterkammer).

Devo confessare di essermi approcciata all’ascolto di “The Stench of Amalthia” con una certa acquolina in bocca, aspettando di assaporare quello che Lord Matzigkeitus e I suoi compagni di avventure nei The Projectionist erano riusciti a creare. Purtroppo devo dire che, nonostante le buone intenzioni, a volte, si ha l’impressione che venga messa troppa carne al fuoco e che non sempre ci sia una continuità tra la narrazione e le sonorità che le accompagnano. In questo modo, I riff graffianti e melodici e la sezione ritmica aggressiva che costituiscono alcuni tra I punti di forza della proposta musicale dei The Projectionist finiscono per essere sovraccaricati dalle parti recitate e dalle suggestioni rumoristiche che spesso, anziché arricchire il risultato finale, finiscono per alimentare la confusione. Questo accade soprattutto nella parte iniziale del disco, ad esempio all’interno di “A Startling Housecall”, dove I Nostri, come se nulla fosse, prima accostano improvvisamente al black metal un angosciante telefono che squilla e poi dello spensierato ragtime.

A questi momenti non sempre scorrevoli, se ne sovrappongono invece altri che risultano ben riusciti e che mi hanno fatto pensare soprattutto ai primi Cradle Of Filth: tra questi, il brano forse più azzeccato dell’album (oltre ad essere quello più lungo) è “Forsaken O’Clock”, dove al black melodico si alternano arpeggi quasi post-black e un evocativo scrosciare di pioggia. Tra I brani lodevoli presenti all’interno di questa fatica discografica dei The Projectionist annovero anche “The Weakening”, che vira verso l’heavy e lo stoner, creando sensazioni piuttosto stranianti.

In sintesi, le ombre di “The Stench Of Amalthia” non sono solo quelle che avvolgono la tenebrosa storia di Amalthia, Evelyn e del dottor Bandix; infatti, il quinto album dei The Projectionist mette a dura prova l’ascoltatore e non sempre si pone in modo favorevole verso chi si ritrova a fruirlo. Tuttavia, è indubbio che la band sia comunque riuscita a consegnarci un lavoro personale e non privo di un contorto fascino. Se cercate una colonna sonora rilassante, saltatelo a piè pari; se invece amate le sfide e volete cimentarvi con un ascolto in cui l’immediatezza sia ridotta ai minimi termini, fatevi sotto!

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