Tracklist:
1. Letters From A Lost Soul
2. Wings
3. Tailwind
4. Octosun/Wings (Reprised)
Line up:
Rogan McAndrews – Chitarre, Basso, Voce, Synth (personaggio di Damian)
Anna Draper – Voce (personaggio di Hope)
Deyson Thiara – Batteria
Tracklist:
1. Letters From A Lost Soul
2. Wings
3. Tailwind
4. Octosun/Wings (Reprised)
Line up:
Rogan McAndrews – Chitarre, Basso, Voce, Synth (personaggio di Damian)
Anna Draper – Voce (personaggio di Hope)
Deyson Thiara – Batteria
I canadesi Arcana fanno capo al polistrumentista e compositore Rogan McAndrews che, dopo un primo singolo, decide di comporre e pubblicare la sua prima opera di questo progetto, ovvero un EP di quattro tracce chiamato "Letters From A Lost Soul –Act I: The World One Forms". Si tratta, come prevedibile, della prima parte di un concept che si dipana in un’atmosfera musicale decisamente elaborata e non di immediata classificazione. Di base c’è un progressive metal di impronta molto moderna, quindi molta tecnica e melodie piuttosto marcate, ma ci sono anche altre soluzioni non così intuibili.
Questa autoproduzione verte su quattro tracce ed ognuna di queste merita un piccolo approfondimento, data la moltitudine di elementi che le contraddistinguono. La prima traccia apre la storia con “Letters From A Lost Soul”, una intro dal sapore fiabesco e sinfonico, per poi andare al sodo con la successiva “Wings” dove si pone l’accento sulla componente tecnica (seppur per fortuna non esasperata), dati i numerosi cambi di tempo inframmezzati da deliziosi tocchi melodici. Seppur le idee siano interessanti, complice anche la sfiziosa sezione orchestrale nel finale, qualcosa non convince e l’ascolto non è così fluido, come se i numerosi pezzi della traccia non combaciassero al meglio. Si avverte un senso di smarrimento, come non ci fosse un’idea così chiara e la sensazione è avvalorata dalle due rimanenti tracce, a partire da “Tailwind”; qui il riffing si fa più rock e compare anche una voce femminile (che incarna uno dei personaggi) ad opera di Anna Draper, la cui ugola molto pop non riesce però a colpire, causa il suo essere grezza e forse troppo timorosa. A peggiorare le cose ci si mette un growl totalmente fuori luogo che ricomparirà sporadicamente anche nella finale, e decisamente lunga, “Octosun Wings (Reprised)”. Qui convergono tutti gli elementi musicali del progetto quindi molta tecnica, qualche boccone di sperimentazione (data dai synth e da un uso leggero dell’elettronica), parti estreme ed un alone di oscurità. Anche in questo caso però la situazione procede ad intermittenza, con cali di attenzione (dovuti anche alle soporifere e fiacche clean vocals maschili) ed improvvisi colpi di coda molto raffinati, come il lavoro di batteria di Deyson Thiara ed uno stile chitarristico molto dinamico. I suoni, pur essendo limitati a causa di una produzione DIY, sono abbastanza buoni e tutti gli strumenti sono abbastanza valorizzati, ma è più in campo compositivo che si avvertono i difetti. C'è ancora molto da lavorare sulla scrittura ed un pizzico di convinzione in più non guasterebbe nell’ambito dell’esecuzione.
Lavoro discreto, ma con delle buone potenzialità che si spera vengano fuori con i lavori successivi.