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Un buonissimo secondo album per gli Stass, la band Death del leader dei Crematory Felix Stass Un buonissimo secondo album per gli Stass, la band Death del leader dei Crematory Felix Stass Hot

Un buonissimo secondo album per gli Stass, la band Death del leader dei Crematory Felix Stass

recensioni

gruppo
titolo
Songs of Flesh and Decay
etichetta
Emanzipation Productions
Anno

PROVENIENZA: Germania/Svezia 

GENERE: Death Metal 

FFO: Dismember, Grave, Paganizer, early Crematory 

LINE UP: 
Felix Stass - vocals 
Rogga Johansson - guitars 
Kjetil Lynghaug - guitars 
Thomas Ohlsson - drums 

TRACKLIST: 
1. Dreams of Rotting Flesh [03:44] =ASCOLTA= 
2. Forest of Bony Fingers [03:10] 
3. Beneath a Darkened Moon [03:32] =ASCOLTA= 
4. I Work at Night [02:22] 
5. Sounds of Terror [03:20] 
6. Fear of the Living Dead [03.35] 
7. As the Seasons Bleach Your Bones [03:40] 
8. Skin that Peels Away [03:38] 
9. The Skeletons Are Ready [03:10] 
10. Hatchet Lover [02:31] 
11. The Revenge of the Bog (Sounds of Terror II) [01:44] 

Running time: 34:26 

opinioni autore

 
Un buonissimo secondo album per gli Stass, la band Death del leader dei Crematory Felix Stass 2021-01-19 15:39:55 Daniele Ogre
voto 
 
4.0
Opinione inserita da Daniele Ogre    19 Gennaio, 2021
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Il primo album dei tedesco-svedesi Stass - "The Darkside", uscito nel 2017 su Mighty Music - passò leggermente in sordina; questo nonostante i nomi altisonanti coinvolti in questo progetto che vede in formazione in primis - e lo avrete capito dal nome del gruppo - Felix Stass, storico mastermind dei Crematory che con questo progetto torna al primo amore (il Death Metal), coadiuvato poi da una vera e propria leggenda vivente come Rogga Johansson alla chitarra, Kjetil Lynghaug - fido compare di Johansson in Paganizer e Those Who Bring the Torture - all'altra ascia, ed il batterista degli Apostasy Thomas Ohlsson. Death Metal, dicevamo, e considerando chi troviamo alle chitarre è abbastanza facile intuire le coordinate stilistiche degli Stass: la vecchia scuola svedese (Dismember, Grave, Paganizer stessi) la fa da padrone nelle influenze del quartetto centro-nord europeo, pur non mancando qua e là passaggi più melodici che ricordano proprio i Crematory degli esordi. "Songs of Flesh and Decay" è da un lato un disco che nulla aggiunge e nulla toglie alla mastodontica discografia di Johansson, ma dall'altro non solo ci riporta un Felix Stass a 'growleggiare' a tempo pieno, sembra già dalle prime note dell'opening track "Dreams of Rotting Flesh" che i musicisti coinvolti siano in forma smagliante, a partire proprio dal già più volte citato Rogga che sembra più 'sul pezzo' in quest'opera rispetto ad alcune altre uscite recenti; "Songs of Flesh and Decay" martella senza sosta per una mezz'ora abbondante, tra feroci accelerazioni Death'n'Roll e passaggi più cupi ma non di meno spaccacollo in cui fanno capolino anche ottime melodie. La durata esigua tanto dei brani che del disco nella propria totalità aiuta a rendere molto fruibile l'album, il quale grazie anche ad una produzione particolarmente azzeccata - sporca, ma mai caotica o comunque di infimo livello - scorre via ij maniera del tutto soddisfacente, tra pezzi ottimi come "As the Seasons Bleach Your Bones", "Fear the Living Dead" - i brani migliori del lotto -, "Beneath a Darkened Moon" e "The Skeletons Are Ready".
Emanzipation Productions sta man mano diventando una solida garanzia in quanto a Death Metal; questo secondo album degli Stass è ad oggi una delle migliori produzioni della label danese "figlia" di Mighty Music, tornata in pianta stabile a produrre metal estremo dallo scorso anno. Per le migliaia e migliaia di fans del grezzume della vecchia scuola svedese, "Songs of Flesh and Decay" potrà essere senz'altro un ascolto più che piacevole, che noi, nel nostro piccolo, consigliamo caldamente.

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