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Passo indietro per gli Stahlmann Passo indietro per gli Stahlmann Hot

Passo indietro per gli Stahlmann

recensioni

gruppo
titolo
Adamant
etichetta
AFM Records
Anno

TRACKLIST:

 

1) DIE WELT VERBRENNT
2)
SÜCHTIG

3) WENN DER REGEN KOMMT

4) SCHWARZ (FEAT. TEUFEL / TANZWUT)

5) LEUCHTFEUER

6) ADRENALIN

7) DER SCHMIED

8) PARADIES

9) NACKT

10) TEMPEL DER LUST

 11) DAMONIN


LINE UP:

MART: Gesang, Programmings
TOBI: Gitarre. Programmings

opinioni autore

 
Passo indietro per gli Stahlmann 2013-06-09 13:40:24 Cristian Lasorsa
voto 
 
3.0
Opinione inserita da Cristian Lasorsa    09 Giugno, 2013
Ultimo aggiornamento: 09 Giugno, 2013
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Quando eravamo ancora Powermetal.it, mi arrivò il secondo disco della band tedesca, “Quecksilber”. Il lavoro ci era anche piaciuto e ci eravamo augurati che gli Stahlmann potessero proseguire senza farsi influenzare da “i maestri” tedeschi Rammstein.
Bene, come non detto! A distanza di un anno ecco il nuovo lavoro “Adamant”, dove la band si discosta leggermente dagli Unheilig e si avvicina tantissimo ai Rammstein o ai Megaherz.
Il disco si apre con “Die Welt Verbrennt” il quale subito fa pensare “Cavolo, ma questo è Till”. No, niente paura: è la voce di Mart. Il chiaro riferimento ai Rammstein è anche nelle chitarre e nella struttura del brano, il che potrebbe far presagire un “copia e incolla” di cose già sentite.
“Suchtig” e “ Wenn Der Regen Kommt” mostrano come la dose compositiva della band sia andata un po' scemando in questo disco, facendolo risultare un po' noioso e, dopo pochi minuti per traccia, sopraggiunge la voglia di cambiare pezzo. “Schwarz” vede la collaborazione di Teufel dei Tanzwut, in uno dei due brani ben strutturati di questo disco, che lascia spazio alla stupenda “ballad” “Leuchtfeuer”, dove i bpm sono calati e la struttura del brano è molto più melodica. Tralasciando “Adrenalin” (potrebbe arrivarne un remix), in “Der Schmied” vedo l'intro dalle chitarre influenzate da Marilyn Manson (si veda “The Beautiful People”). “Paradises” , “Nackt” (ottimi qui i ragazzi di Gottigen) e "Temple Der Lust" lasciano spazio per l'ultima traccia, ovvero “Damonin”, a mio avviso una delle migliori song di questo disco, che serve ad alzare il voto dell'ultimo lavoro.
Nel complesso, il disco è a metà strada fra un “copia e incolla” di cose già sentite e un leggero passo indietro rispetto al precedente disco. Forse c'è troppa voglia di crescere, ma questi ragazzi devono fare un passo alla volta, senza bruciare le tappe.
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