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Tra le nere fiamme della blasfemia eterna col debutto dei Ravenoir Tra le nere fiamme della blasfemia eterna col debutto dei Ravenoir Hot

Tra le nere fiamme della blasfemia eterna col debutto dei Ravenoir

recensioni

gruppo
titolo
The Darkest Flame Of Eternal Blasphemy
etichetta
Gothoom Productions
Anno

Provenienza: Brno, Cechia

Genere: Melodic Black/Death Metal

Lineup:
Alesh AD - vocals, guitars
Jakub Maděryč - guitars
Patrik Sas - drums
Igor Hubík - bass

Tracklist:
01. Nocturnal Initiation (Prologue) [3:41]
02. Ravenoir [3:36]
03. The Darkest Flame Of Eternal Blasphemy [5:12]
04. In The Sign Of The Horns [3:18]
05. From The Dead Shadows Of The Void To Eternity (Intermezzo) [4:23]
06. Blood Pact [3:16]
07. Dark Vision [4:00]
08. Hellfire's Icon [2:14]
09. Alter Ego [8:38]

Running Time: 38:18

opinioni autore

 
Tra le nere fiamme della blasfemia eterna col debutto dei Ravenoir 2021-06-12 10:19:15 Oneiros
voto 
 
3.0
Opinione inserita da Oneiros    12 Giugno, 2021
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Ravenoir è il nome della nuova creatura di Alesh AD, personaggio tutt'altro che nuovo nel sottobosco estremo ceco. Il chitarrista e cantante della neonata creatura al debutto su Gothoom Productions, infatti, serve tra le fila degli storici Root dal '96 e questi venticinque anni di militanza nell'underground estremo si sentono tutti in "The Darkest Flame Of Eternal Blasphemy". A dare manforte al mastermind Alesh, inoltre, troviamo altre figure già invischiate nell'estremo, come il suo collega nei Root Igor Hubík (Equirhodont, Solfernus) al basso e Jakub Maděryč di Debustrol e Hellocaustor alle chitarre; insomma, gente piuttosto navigata.

Già dal titolo, "The Darkest Flame Of Eternal Blasphemy" chiarisce subito dove vuole andare a parare, e sin dal primo ascolto l'intuizione è confermata. Con il loro album di debutto, i Ravenoir ci portano direttamente in un mondo a metà tra black e death metal, fatto di melodie tentatrici e sermoni sulfurei a lode e gloria della più infernale delle oscurità. Il sound dei Nostri non si presenta come uniformemente tendente al black o al death, ma si riconoscono chiaramente le preferenze verso il secondo; da questo punto di vista, "Hellfire's Icon" rappresenta un'ottima sintesi delle intenzioni più malevole del quartetto: non solo perché è una traccia compatta e tiratissima, ma anche perché al suo interno gli insegnamenti dei Rotting Christ sono declinati in chiave squisitamente death metal da Alesh e compari, con risultati molto soddisfacenti.

Non tutti i brani di questo debutto dimostrano la medesima qualità, va detto. Le accelerazioni ferali al limite del thrash necrodeathiano esibite in "Blood Pact" non sono sempre dietro l'angolo e le occasionali aperture atmosferiche (come nella conclusiva e neo-behemothiana "Alter Ego") non conquistano come le sfuriate del quartetto di Brno. Ci sono sì alti e bassi, ecco, ma al netto di questo il giudizio complessivo è tutto sommato positivo. Perché sì, per essere un primo album, "The Darkest Flame Of Eternal Blasphemy" non si presenta affatto male. Non reinventa nulla, non fa gridare al capolavoro, ma nel suo piccolo il primo album dei Revenoir rappresenta un ascolto gradevole per chiunque apprezzi questo tipo di estremismi. Insomma, una piacevole variazione sul più infernale dei temi.

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