TRACKLIST:
1. Rip & tear
2. Speedemons
3. Learn to bleed
4. Breakneck
5. Motorcharge
6. Gone again
7. Moonlight mass
8. Equinox
LINE-UP:
Jordan L. Hoffart: Drums, keys
Austin James: Bass, vocals
'Big Joe' Aguilar: Guitars, backing vocals
TRACKLIST:
1. Rip & tear
2. Speedemons
3. Learn to bleed
4. Breakneck
5. Motorcharge
6. Gone again
7. Moonlight mass
8. Equinox
LINE-UP:
Jordan L. Hoffart: Drums, keys
Austin James: Bass, vocals
'Big Joe' Aguilar: Guitars, backing vocals
Una delle copertine più brutte viste negli ultimi anni ci introduce a “Rip & tear”, debut album dei texani XIL, gruppo attivo dal 2013, ma con un solo EP e qualche singolo pubblicato finora. E se la copertina lasciava presagire qualcosa di old style, la conferma l’abbiamo già con le prime note della title-track, posta in apertura di questo disco, composto da otto tracce per oltre 46 minuti di durata totale; il sound del gruppo texano, infatti, è uno Speed/Thrash come andava di moda circa 35 anni addietro. I richiami a bands come Exciter, Agent Steel & C. sono abbastanza evidenti, quindi inutile cercare qui innovazione oppure originalità, perché sono vocaboli sconosciuti agli XIL; loro suonano così perché sono appassionati di questo specifico genere musicale e già solo per questo motivo meritano rispetto. Purtroppo però ci sono diverse cose che non vanno. La produzione è fin troppo “vintage” e l’impasto sonoro che viene creato sostanzialmente non permette di apprezzare degnamente il lavoro dei vari strumenti, soprattutto del basso di Austin James. Lo stesso James si occupa anche di “cantare”, ma la sua ugola è decisamente limitata ed il vocalist risulta quindi non soddisfacente sia in espressività, che in estensione vocale; nemmeno quando cerca di passare allo screaming risulta efficace; sembra insomma di ascoltare un vecchio cantante sfiatato di un gruppo Punk degli anni ‘70/’80, genere in cui non si andava troppo per il sottile con le capacità canore. Il songwriting poi non aiuta a sollevare le sorti di questo lavoro, dato che molti pezzi hanno durate esagerate e sembrano non finire mai (“Moonlight mass”, ad esempio, appare infinita nei suoi 10 minuti e passa!), risultando prolissi ed inefficaci; se poi si aggiunge che sostanzialmente ogni canzone è molto simile all’altra in quanto a struttura (la ricetta è sempre uguale: batteria lanciata ad alta velocità e riff di chitarra taglienti come lame affilate), capirete perché i vari ascolti dati a questo disco non sono stati per nulla esaltanti. Cosa c’è da salvare allora? Poco, molto poco, giusto qualche passaggio di chitarra, soprattutto a livello di muri di riff, e davvero null’altro. Sono un fan dello Speed Metal da sempre, sin dalla mia gioventù negli anni ’80, ma già allora un disco come questo “Rip & tear” non mi avrebbe convinto, né entusiasmato, figurarsi nel 2022… Mi dispiace, ma gli XIL hanno ancora parecchie cose da migliorare per poter anche solo sperare di uscire dal più profondo underground.