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Hellfox: l'universo femminile rivela dolcezza e grinta. Hellfox: l'universo femminile rivela dolcezza e grinta. Hot

Hellfox: l'universo femminile rivela dolcezza e grinta.

recensioni

gruppo
titolo
“The Call”
etichetta
Music For The Masses
Anno

LINE UP:
Greta Antico – Vocals
Priscilla Foresti – Bass, Vocals
Gloria Capelli – Guitars
Federica Piscopo – Drums

TRACKLIST:
1. Haunted
2. Our Lady of Sorrows
3. Raising
4. Nothing Really Ends
5. Rebirth
6. Your Name
7. Bleeding Machine
8. Dead Star (Remastered Version)

 

opinioni autore

 
Hellfox: l'universo femminile rivela dolcezza e grinta. 2022-02-28 11:30:14 Corrado Franceschini
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Corrado Franceschini    28 Febbraio, 2022
Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 2022
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A tre anni dalla nascita, ecco che arriva l’esordio discografico della band italiana tutta al femminile delle Hellfox. Avevo ascoltato il singolo “Dead Star” pubblicato a fine 2020, e mi aveva colpito per due ragioni. In primo luogo il dualismo tra la voce pulita di Greta Antico e quella in growl di Priscilla Foresti rappresenta una sorta di novità per una band di donne mentre è più scontata in una female fronted band normale. In secondo luogo il ritornello è di quelli che si piazzano in una parte del cervello e albergano lì per parecchi giorni: cosa di per sé vincente. Va da sé, quindi, che da “The Call” mi aspettavo grandi cose. Le Hellfox, per loro stessa ammissione, dichiarano di ispirarsi a gruppi come Amorphis, In Flames e Dark Tranquillity ma, personalmente, al blocco aggiungerei i Sentenced e un briciolo di Dimmu Borgir (testi a parte). Il Primo pezzo intitolato “Haunted” può essere comparato con quelli della band di “Tales From The Thousand Lakes” e “Tuonela”: non è un caso se cito proprio questi due lavori, così come il brano “Our Lady Of Sorrows” uscita come singolo e video nel dicembre 2021. Le alternanze delle due voci si ripetono e così facendo, contribuiscono a creare un clima malinconico ma anche “ostile”. In “Rising” quello che si nota è una certa indecisione di Gloria Capelli alla chitarra, quasi avesse timore a dare il suo contributo per appesantire il brano. In “Nothing Really Ends” le Hellfox cambiano strada e seguono il percorso del Metal melodico sfruttando le armonizzazioni della voce di Greta e producendo ampie aperture: qualche errore nel bilanciamento nei volumi degli strumenti e alcune fasi già sentite mi fanno ritenere questo brano nella norma. Con “Rebirth” prende piede il Metal sinfonico con tastiere e si acuisce la vena oscura mentre, nel finale, assistiamo a una sterzata verso lidi spazio – psichedelici. “Your Name” torna nella scia esplorata nei primi brani anche se in alcune fasi le voci distinte, anziché alternarsi, collaborano assieme raggiungendo un buon risultato. “Bleeding Machine” mostra un’alternanza di ritmi e generi palesando buone idee. La conclusiva “Dead Star”, riproposta nel disco come bonus track in veste rimasterizzata, conferma il giudizio positivo dato da me alla versione primigenia. In conclusione ritengo che “The Call” sia un disco interessante anche se, a mio avviso, le Hellfox dovrebbero curare di più in futuro la fase produttiva e decidere se seguire il filone maestro: quello di Amorphis e compagnia bella dove i gruppi femminili latitano, o il Metal sinfonico; campo più inflazionato.

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