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Death/Thrash lovecraftiano in questo interessante debutto dei greci Deathcraeft Death/Thrash lovecraftiano in questo interessante debutto dei greci Deathcraeft Hot

Death/Thrash lovecraftiano in questo interessante debutto dei greci Deathcraeft

recensioni

titolo
On Human Devolution
etichetta
WormHoleDeath
Anno

PROVENIENZA: Grecia

GENERE: Death/Thrash Metal

TRACKLIST:
1. The Ritual
2. Beginning of the End
3. Spreading Lies
4. Welcome to Oblivion
5. Survival
6. Daydreaming in the Abyss
7. Paving the Way
8. Free Into the Void

LINE-UP:
Giannis Chionidis - Drums
Nikonas Tsolakos - Vocals
Konstantinos Kalampokas - Guitars, Bass

opinioni autore

 
Death/Thrash lovecraftiano in questo interessante debutto dei greci Deathcraeft 2022-03-29 16:08:33 Luigi Macera Mascitelli
voto 
 
3.0
Opinione inserita da Luigi Macera Mascitelli    29 Marzo, 2022
Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 2022
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Iniziamo questa recensione scusandoci per l'enorme ritardo con cui arriva: tanto materiale e poco tempo a disposizione. Detto ciò, tuffiamoci immediatamente nel primissimo disco targato Deathcraeft: "On Human Devolution", che segna l'ingresso dell'act greco nel panorama Death/Thrash. Della band non si hanno altre notizie trattandosi di una realtà giovanissima attiva da soli cinque anni - tre se consideriamo la data di uscita del disco -. Tuttavia i Nostri hanno dimostrato fin da subito una certa confidenza e personalità confezionando un'opera tutt'altro che banale come erroneamente potrebbe suggerire il genere proposto. Possiamo dire che i Deathcraeft abbiano preso i maggiori stilemi delle due componenti sopracitate per poi unirle e tirarne fuori un prodotto che, spesso, non è riconducibile all'una o all'altra. Innanzitutto vorrei complimentarmi per il tema trattato che vede come protagonista il "Solitario di Providence", ossia HP Lovecraft. Come è facile intuire, dunque, la musica che il gruppo ci propone tende ad essere quasi spirituale, costantemente tinteggiata di musicalità, orchestrazioni e dissonanze che richiamano in un certo qual modo i sogni onirici; il tutto condito da un continuo e martellante songwriting che fa di Exodus, Sepultura e Morbid Angel le sue coordinate principali. Tuttavia, grazie anche ad un buonissimo lavoro dietro le pelli di Mr. Giannis Chionidis, i Deathcraeft inseriscono nel loro repertorio costanti richiami al Progressive Death tinteggiando qua e là i riff con sezioni atmosferiche. Da qui, però, segue inevitabilmente un rischio che i Nostri forse non avevano tenuto in considerazione, ossia quello di perdere un po' il filo conduttore. Mi spiego. È indubbio come l'act greco sia riuscito nell'insieme a confezionare un prodotto che porta la sua firma; ma se si ascolta con più attenzione è possibile incappare in alcuni punti in cui la musica sembra voler osare troppo andandosi a perdere in eccessivi giri e ghirigori. Ciò è testimoniato anche da una durata abbastanza importante: quasi 50 minuti per otto tracce, ossia 5 minuti e mezzo di media a brano. Se nella prima metà i Nostri sembrano maggiormente amalgamati e decisi, ecco che da "Survival" in poi "On Human Devolution" inizia a mostrare dei segni di cedimento che si traducono in passaggi un po' macchinosi e tendenti più alla ripetizione. Fortunatamente è con la finale "Free into the Void" che l'asticella risale un po', ma in generale un buon 50% dell'intera proposta tende a perdere in personalità e grinta. Comunque sia, un paio di ascolti ve li consigliamo tranquillamente, perché ci sono parecchi spunti interessanti. Buona fortuna per il futuro!

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