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È il quarto album degli Incandescence il disco Black dell'anno È il quarto album degli Incandescence il disco Black dell'anno Hot

È il quarto album degli Incandescence il disco Black dell'anno

recensioni

titolo
Le coeur de l'homme
etichetta
Profound Lore Records
Anno

PROVENEINZA: Canada

GENERE: Black Metal

TRACKLIST:
1. Avilissement
2. Tréfonds Macabres =ASCOLTA=
3. La Descente =ASCOLTA=
4. Avide de cris
5. Écroulement vers l’abîme
6. Le Coeur de l’Homme
7. La spirale de l’échec
8. Désacralisation des moeurs

LINE-UP:
Louis-Paul Gauvreau - vocals
Philippe Boucher - guitars, bass, drums

opinioni autore

 
È il quarto album degli Incandescence il disco Black dell'anno 2022-04-19 12:16:44 Luigi Macera Mascitelli
voto 
 
5.0
Opinione inserita da Luigi Macera Mascitelli    19 Aprile, 2022
Ultimo aggiornamento: 19 Aprile, 2022
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Del progetto Incandescence si era già parlato nel 2019, quando il duo canadese pubblicò il suo terzo album. Già allora si ritenne la band degna di nota e certamente tra le proposte Black Metal più interessanti e da non perdere. La cosa non stupisce affatto se si pensa che una delle due menti dietro il moniker è Mr. Philippe Boucher, polistrumentista di innegabile bravura già militante nei più che conosciuti Beyond Creation. Logico quindi che dal progetto Incandescence ci si aspetti roba di qualità; e tanto è stato in questi undici anni di attività in cui i Nostri hanno sfornato una perla dopo l'altra fino a giungere al qui presente "Le coeur de l'homme". Senza ombra di dubbio il disco Black Metal dell'anno licenziato dall'ottima Profound Lore Records, una delle pochissime etichette che può fregiarsi del titolo di "garanzia"; non c'è un singolo disco targato PFL che non sia degno di nota. Comunque sia, gli Incandescence hanno portato alla luce un album semplicemente perfetto, stupendo dall'inizio alla fine e bruciante di passione; a tratti lo stile potrebbe ricordare quello della one-man-band statunitense Mare Cognitum, soprattutto per l'approccio moderno che non disdegna continui richiami anche ad altri generi. In generale si tratta di un Black Metal che si discosta sia dalla vecchia scuola norvegese, sia da quella che fa fede alla Polonia e all'Islanda. Sembrerebbe, dunque, che anche il continente americano stia sviluppando un modus operandi proprio, ed infatti non stupisce come Canada e USA sfornino band dallo stile piuttosto riconoscibile. Il duo Incandescence non è da meno, e rientra perfettamente in questo filone compositivo: Black Metal ancestrale che tocca costantemente i lidi atmosferici tinteggiando qua e là la proposta con sfuriate Death, ma sempre e comunque poggiando su una base molto melodica e sentita. Di base è la caratteristica più importante della band, ossia quella di giocare sull'ossimoro tra la ferocia del Black primordiale e quello più ragionato, sentimentale ed ipnotico che potrebbe ricondurre ai polacchi Mgła. L'unione delle due componenti, infine, ha dato alla luce il capolavoro, perché è questo l'unico aggettivo che davvero può rendere giustizia ad un disco del genere. Traccia dopo traccia il duo Philippe Boucher e Louis-Paul Gauvreau ci trasporta all'interno di un viaggio etereo in cui i piani esistenziali si scompongono fino a lasciare il mero nulla. Eppure, dicevamo, non si tratta solamente di riportare alla luce gli istinti primordiali dell'uomo; o meglio, non è solo questo. In 40 minuti di durata "Le coeur de l'homme" lascia emergere lentamente un'eleganza e una carica emotiva che raramente si intravedono in un album; almeno non con questa intensità. Saranno i riff arzigogolati ma ipnotici, o le atmosfere tetre ma commoventi, o semplicemente la maestria di chi in questo genere sa muoversi con così tanta classe... sta di fatto che tutto qui è elevato alla potenza, tanto che le stesse parole di una recensione non rendono minimamente giustizia all'intera opera. I miei personali complimenti alla band per un capolavoro simile, che entrerà sicuramente nella lista dei candidati delle migliori uscite del 2022.

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