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Celtic Hills: i friulani tornano nuovamente sul mercato con un nuovo disco esplosivo Celtic Hills: i friulani tornano nuovamente sul mercato con un nuovo disco esplosivo Hot

Celtic Hills: i friulani tornano nuovamente sul mercato con un nuovo disco esplosivo

recensioni

titolo
Huldufolk
etichetta
Elevate Records
Anno

TRACKLIST:
1. The Secret of the Grail
2. Metal Message
3. After the Earthquake
4. Hidden Folk
5. Green Forest
6. Gate of Hollow Earth
7. Living Out of the Egg
8. The Sound of the Earth
9. The Hammer of Thor
10. Villacher Kirktag
11. Living Out of the Egg (Feat. Simone Cescutti) (Bonus Track)
12. Words In Out (Remix 21) (Bonus Track)

LINE UP:
Jonathan Vanderbilt - vocals, guitars
Jacopo Novello - bass
Simone Cescutti - drums

opinioni autore

 
Celtic Hills: i friulani tornano nuovamente sul mercato con un nuovo disco esplosivo 2022-05-17 17:51:22 Gianni Izzo
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Gianni Izzo    17 Mag, 2022
Ultimo aggiornamento: 17 Mag, 2022
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Uno dei gruppi italiani più prolifici degli ultimi anni, i Celtic Hills, tornano nuovamente, a solo un anno dal precedente buon album intitolato “Mystai Keltoi”, sempre sotto la guida del buon Michele Guaitoli (cantante Temperance, Vision Of Atlantis) per quel che riguarda la produzione, con questo “Huldufolk”. L’album, grazie al lavoro di Guaitoli, ripropone la bontà dei suoni già sentiti nel lavoro precedente, la band in parte cerca soluzioni melodiche più accattivanti, sempre e comunque presentandosi con la propria ricetta diretta in particolar modo verso il Power/Speed Metal, ma regalandoci anche delle aperture più sinfoniche e corali del solito, così come momenti che cercano di toccare le aggressività del Metal più estremo. I Celtic Hills sono legati al Metal di vecchia scuola, quindi riff, irruenza ritmica e le linee vocali graffianti di Jonathan Vanderbilt, sono figlie del sound anni ’80, impreziosito però da tastiere e synth che conducono i brani verso il nostro presente, riuscendo anche questa volta a ricreare quell’equilibrio tra il passato di un Metal stradaiolo e dal sound europeo che impazzava anni or sono, con quello più patinato e calcolato di oggi, ma senza esagerare ne diventare eccessivamente “plasticoso”.
“Huldufolk” inizia con una triade che ci lascia a bocca aperta ed a cui non possiamo non dare il voto massimo, le anthemiche “The Secret of the Grail” e “Metal Message” insieme ad “After the Earthquake”, quest’ultima oltre ad essere una buonissima composizione musicale, ha un testo molto sentito e ci racconta del devastante terremoto del ’76 che colpì il Friuli. Tutti e tre i brani sono a tutti gli effetti le tre perle del nuovo lavoro dei nostri, violente e melodiche al punto giusto, sia per gli amanti del Metal più thrashy, sia per quelli del Power tedesco più vicino agli Helloween. Ci sono accenni Folk qui e lì per tutta la durata dell’album, ma il tutto esplode con la propria forza danzereccia in “Villacher Kirktag”, in cui i Celtic Hills si lasciano andare e sembra di stare di fronte ad una riuscita canzone dei Trollfest, ascoltata in qualche bettola di montagna. Come sempre, abbiamo momenti più acidi in puro Metal 'priestiano', anche questi promossi, ma purtroppo, anche questa volta qualche intoppo prima del finale ci sta. Infatti “The Hammer of Thor” così come “Gate of Hollow Heart” (anche se in quest’ultima il refrain sinfonico e corale diventa protagonista e salvatore della traccia), come già anticipato, vanno a ricercare ispirazione nel Viking Metal più estremo, tra melodie più oscure e blast beat. Devo dire che se parlassimo strettamente della parte musicale, potremmo essere d’accordo che anche in questo caso i Celtic Hills abbiano trovato un proprio centro per esprimersi al meglio, ma le linee vocali ancora non funzionano: come già successo nel disco di debutto “Blood Over Intents” difettano proprio nella mancanza di tecnica nel cantato estremo. Quindi o si trova un bravo guest se si vogliono inserire nel repertorio tali parti, o ci si deve adoperare per imparare quel tipo di canto. Jonathan Vanderbilt è un singer bravissimo con le clean, che sono comunque aggressive e ruvide, ma il cantato estremo rimane fuori dalle sue corde e non dà giustizia ai due pezzi, il che è un peccato. Abbiamo infine due bonus track: la buona “Living…”, ricantata dal batterista Cescutti, e la frizzante “Words In Out”, contenuta già nella demo “Horns Helmet Fighters”, ma che adesso trova finalmente dei suoni adatti che vanno a donare la giusta potenza ad un brano semplice ma riuscitissimo, che ci ricorda i Gamma Ray di una volta.

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