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La morte fatta musica in questa nuova ed interessante prova dei Pestilential Shadows La morte fatta musica in questa nuova ed interessante prova dei Pestilential Shadows Hot

La morte fatta musica in questa nuova ed interessante prova dei Pestilential Shadows

recensioni

titolo
Revenant
etichetta
Seance Records
Anno

PROVENIENZA: Australia

GENERE: Black Metal

TRACKLIST:
1. Procession Of Souls
2. Hunter And Reaper =ASCOLTA=
3. Twilight Congragation
4. The Sword Of Damocles
5. Revenant
6. Beneath The Dying Stars

LINE-UP:
Balam - Vocals, Bass
Somnus - Guitars
Basilysk - Drums
Decay - Guitars

opinioni autore

 
La morte fatta musica in questa nuova ed interessante prova dei Pestilential Shadows 2022-07-18 14:34:19 Luigi Macera Mascitelli
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Luigi Macera Mascitelli    18 Luglio, 2022
Ultimo aggiornamento: 18 Luglio, 2022
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Avete mai sentito parlare dell’Ordo Ater Anguis? Per chi non lo conoscesse trattasi di un ordine di band Black Metal australiane sulla falsariga dell'Inner Circle norvegese degli anni '90. Con ovviamente le dovute differenze del caso, ma non c'era bisogno di dirlo. Comunque sia, in questo contingente militano, tra i tanti, i Pestilential Shadows, quartetto del New South Wales nato nel 2003 e dedito ad un Black Metal mortifero ed estremamente sentito, completamente coerente con gli stilemi della scuola Australiana e vagamente riconducibili agli ucraini Drudkh e al loro sound atmosferico e mortifero. Dicevamo come i Nostri siano dei fieri portavoce di un certo modo di intendere il Black, ed il qui presente "Revenant", sesto capitolo della band, ne è un più che valido esempio. Ora, i Pestilential Shadows ci hanno sempre convinto, attestandosi su di un livello certamente ottimo ma mai effettivamente eccelso. Tradotto: non si è mai potuto gridare al miracolo con le loro uscite. Potremmo quasi dire che si trovino nel posto giusto al momento giusto. Tuttavia quello che fanno lo sanno fare molto bene, in modo del tutto sentito e naturale, senza orpelli o forzature del genere. Questo è forse il loro miglior pregio, che nel disco in questione permea ogni singola traccia dando all'intera opera una splendida ed elegantissima aura mortifera. Ed è la morte la vera protagonista qui, solenne ed ineluttabile in tutta la sua austerità. Traccia dopo traccia il nero manto della mietitrice ricopre l'ascoltatore immergendolo in un limbo fatto di disperazione, di notte eterna... Scostandosi completamente dalla vena più Raw e oltranzista del genere, Balam e soci, poi, danno un retrogusto atmosferico particolarmente interessante che rende l'opera in questione estremamente legate e, come si diceva più su, vagamente riconducibile alla scuola Ucraina. Certamente non si può gridare al miracolo, soprattutto laddove i Nostri si lasciano andare in soluzioni scolastiche, per non dire scontate. In generale siamo di fronte ad un disco dinamico, che riesce comunque ad attirare a sé ben più di una fugace attenzione grazie ad un approccio fondamentalmente equilibrato e giusto, con qualche guizzo sorprendente a fare da contorno. Per noi un centro pieno che conferma e solidifica ulteriormente la posizione di rilievo dei Pestilential Shadows.

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