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Phoebus The Knight, un progetto che stenta a decollare Phoebus The Knight, un progetto che stenta a decollare Hot

Phoebus The Knight, un progetto che stenta a decollare

recensioni

titolo
"The last guardian"
etichetta
Autoproduzione
Anno

TRACKLIST:
1. The fall of Baraz Dûm
2. The first head
3. The time of the light
4. The last guardian

LINE-UP:
Axel de Montalembert aka. Phoebus - vocals
Adrien Djouadou aka. Oswald Croll - guitars, additional vocals, orchestrations
Noémie Allet aka. Arkeuid - bass, additional vocals
Adrien Guingal aka. Hadrian – guitars
Guillaume Remih aka. Robin of Locksley – drums

opinioni autore

 
Phoebus The Knight, un progetto che stenta a decollare 2022-08-01 17:59:43 Ninni Cangiano
voto 
 
3.0
Opinione inserita da Ninni Cangiano    01 Agosto, 2022
Ultimo aggiornamento: 01 Agosto, 2022
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I Phoebus The Knight nascono dalla mente di Axel de Montalembert, appassionato di musica, fantasy e storia che ha creato il concept di Phoebus e dei suoi Cavalieri di Heliopolis. Axel cercava un compositore e l’ha trovato in Adrien Djouadou, assieme al quale ha creato l’intero concept che c’è dietro questo progetto. In un secondo momento sono arrivati gli altri musicisti che completano la line-up, con i quali è stato autoprodotto questo primo lavoro della band originaria della Francia; l’EP si intitola “The last guardian”, ha un artwork davvero affascinante ed una durata totale di poco meno di 25 minuti divisi in quattro tracce. I pezzi sono molto eterogenei tra loro; l’opener “The fall of Baraz Dûm” è un classico Symphonic Power, con l’interessante cantato baritonale di Axel (non il classico tenore insomma), le buone parti vocali femminili (non liriche per fortuna!) curate dalla bassista Noémie Allet e tanti cori solenni; nella successiva “The first head” (molto influenzata dal sound dei Rhapsody) compaiono della backing vocals in growling che appesantiscono alquanto l’ascolto, anche se immagino possano servire al concept generale. Con la successiva “The time of the light” si sbarca nel Symphonic teatrale di scuola Nightwish; una certa mancanza di ritmo ed una durata elevata (quasi 8 minuti e mezzo) minano la riuscita di questo brano che non è così semplice da assimilare, anche a causa di lunghe parti discorsive che annoiano alquanto. La title-track, posta in conclusione, sarebbe anche interessante se non sfociasse in una sorta di Symphonic Black che non può non far pensare a Dimmu Borgir et similia, grazie anche al furioso blast beat ben realizzato dal batterista Guillaume Remih; a poco servono le parti vocali femminili che non riescono ad “addolcire” il componimento, surclassate dalle vocals estreme che immagino siano realizzate dal leader o dal fido Adrien Djouadou (ma non ci sono indicazioni al riguardo purtroppo). In questo caso, come si suol dire, il troppo stroppia e queste vocals estreme finiscono per stancare presto; la conclusione in cui il singer sembra vomitare le proprie corde vocali sfiora poi il ridicolo. Questo EP serve per presentare i Phoebus The Knight al mondo, in vista di un album di futura realizzazione (è ignota la release date) che si intitolerà “Ferrum Fero Ferro Feror”; non credo però che “The last guardian” sia più che un discreto “biglietto da visita”, perché obiettivamente si poteva fare tanto di meglio e la band sembra anche averne capacità e talento per farlo... Peccato!

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