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Tenebroso, elegante e con ottimi presupposti: il debutto dei nostrani Orgrel Tenebroso, elegante e con ottimi presupposti: il debutto dei nostrani Orgrel Hot

Tenebroso, elegante e con ottimi presupposti: il debutto dei nostrani Orgrel

recensioni

gruppo
titolo
Red Dragon's Invocation
etichetta
Iron Bonehead Productions
Anno

PROVENIENZA: Italia

GENERE: Black Metal

TRACKLIST:
1. Burning Ruins =ASCOLTA=
2. Amor Fati
3. Surrounded by Nothing
4. Gate of Eternal Life
5. Torn Flag
6. Fiery Dawn Cry
7. Carved in Blood

LINE-UP:

Vèrfarkas - Drums

Nihul - Guitars, Bass

Valfodr - Vocals

opinioni autore

 
Tenebroso, elegante e con ottimi presupposti: il debutto dei nostrani Orgrel 2022-08-23 14:58:52 Luigi Macera Mascitelli
voto 
 
3.0
Opinione inserita da Luigi Macera Mascitelli    23 Agosto, 2022
Ultimo aggiornamento: 23 Agosto, 2022
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Ci scusiamo per l'enorme ritardo con cui pubblichiamo questa recensione; come si suol dire: cause di forza maggiore. Comunque sia oggi siamo nella nostra penisola per parlare del trio Orgrel, band che, come ogni gruppo Black Metal di nicchia e underground che si rispetti, è avvolta totalmente dal mistero. Abbiamo solo il nome d'arte dei tre componenti e basta; non una singola info su provenienza, età e anno di formazione dei Nostri.
La proposta del trio in questo debutto "Red Dragon's Invocation" targato Iron Benehead Productions è per certi aspetti classica, per altri più innovativa e per altri ancora scontata. Insomma, siamo di fronte ad un disco che, tra luci ed ombre, è comunque in grado di rapire ben più di un'attenzione al suo ascoltatore. Il Black che si snoda in queste sette tracce per poco più di mezz'ora di durata è maestoso, tetro, elegante e pungente. All'inizio potrebbe sembrare quasi un lavoro Post-Black degli Harakiri For The Sky, con quell'andamento quasi sognante e velenoso e per la voce urlata e straziante. Ma poi, minuto dopo minuto il disco sembra aprirsi come un fiore, rilasciando ogni nota olfattiva che all'inizio era celata. Ecco dunque che le pennellate classiche che ricordano vagamente i primi Marduk, Gorgoroth e la scena degli anni '90 si rivestono di influenze più moderne che strizzano l'occhio alla scuola ucraina dei Drudkh, fino a quella americana dei Uada in un continuo saliscendi di sensazioni opposte: rabbia, calma, furia, eleganza... A conti fatti possiamo dire che il trio italiano abbia saputo giocare molto bene le proprie carte imbastendo un'opera che solo all'inizio sembra superficiale ma che lentamente riesce a penetrare più in profondità. Ma, come dicevamo all'inizio, c'è anche un aspetto piuttosto negativo in questo "Red Dragon's Invocation", ossia la tendenziale ripetitività delle strutture musicali ed una certa banalità in quei passaggi che sanno più di anni '90. Se per la seconda non c'è molto da dire, per la prima bisogna far notare qualcosa in più. Ora, se dovessimo prendere il disco nella sua assolutezza d'insieme sembrerebbe quasi un'opera impeccabile e innovativa a modo suo. Tuttavia è ad un ascolto più attento che si scorgono i punti negativi: i brani -fortunatamente non tutti - seguono lo stesso pattern fatto di sezioni cadenzate simil-Black'n'Roll e sfuriate "trVe" in tremolo picking con tappeto di batteria intervallate qua e là dalle parti più epiche e battagliere. Stop. Cambia l'ordine ma siamo sempre su quel terreno di gioco. Il che potrebbe anche starci bene se non fosse che si nota troppo spesso per buona metà del disco. È invece nelle ultime tre tracce che gli Orgrel danno il meglio di sé, come se questo ordine schematico venisse meno in favore di una bruciante ed istintiva passione. Un vero peccato se pensiamo che si tratta solamente di pochi minuti rispetto all'intera durata dell'album. In generale, dunque, il debutto dei Nostri si configura come potenzialmente validissimo e con tante ottime idee al suo interno. Comunque vogliate vederla è sicuramente un'opera bella a modo suo ed in grado di rapire l'ascoltatore.

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