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Alestorm: meno sperimentazioni e più sostanza Alestorm: meno sperimentazioni e più sostanza Hot

Alestorm: meno sperimentazioni e più sostanza

recensioni

gruppo
titolo
Seventh Rum of a Seventh Rum
etichetta
Napalm Records
Anno

TRACKLIST:
1. Magellan’s Expedition
2. The Battle of Cape Fear River
3. Cannonball
4. P.A.R.T.Y.
5. Under Blackened Banners
6. Magyarország
7. Seventh Rum of a Seventh Rum
8. Bite the Hook Hand That Feeds
9. Return to Tortuga
10. Come to Brazil
11. Wooden Leg (Part III)

LINE UP:
Christopher Bowes – voce
Gareth Murdock – basso
Mate Bodor – chitarre
Peter Alcorn – batteria
Elliot Vernon – tastiere

opinioni autore

 
Alestorm: meno sperimentazioni e più sostanza 2022-09-25 11:03:41 Gianni Izzo
voto 
 
4.0
Opinione inserita da Gianni Izzo    25 Settembre, 2022
Ultimo aggiornamento: 25 Settembre, 2022
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Contrariamente a quanto asserito su queste pagine dalla mia collega, ad essere sincero, ho considerato il precedente “Course of the Crystal Coconut”, il fondo del barile degli Alestorm, che con il tempo hanno elevato la parte grottesca e ironica della loro musica, a protagonista principale del proprio modo di proporsi, dimenticandosi di essere amati sì per la loro stravaganza, ma anche per saper costruire delle belle canzoni. Se mancano le idee, allora si può essere simpatici quanto vogliamo, ma rimaniamo pur sempre musicisti e non commedianti. Il precedente disco per quel che mi riguarda è stata una mezza delusione, dopo un primo brano buono e qualche sperimentazione lontana dal Metal tipo “Tortuga” che è stata comunque un qualcosa d’interessante, ho trovato l’intero lavoro debole e pieno di filler.
Cosa cambia con questo “Seventh Rum Of Seventh Rum”, titolo che chiaramente rimanda al noto album degli Iron Maiden? Semplicemente che gli Alestorm hanno fatto un passo indietro, hanno livellato meglio tutti gli ingredienti da sempre proposti, e la gran parte delle canzoni è perfettamente riuscita. Non sono certo gli Alestorm dei primi album, come succede un po’ anche ai migliori musicisti del mondo, un po’ di autocitazioni ci sono, un po’ di paraculate anche, ma non parliamo di cose tipo il primo singolo “P.A.R.T.Y”, gonfie di bit danzerecci e discotecari, che comunque non è neanche a male, ormai siamo abituati ai super synth anni '80/'90, vedi i Beast in Black. In questo settimo lavoro la band di Christopher Bowes ci sa portare di nuovo tra scorribande di pirati, dal sapore videoludico e fumettoso, tanta epicità, durezza, cori e così via. E’ stato davvero un piacere ascoltare “Seventh Rum…” dall’inizio alla fine, forse annoierà subito “Under Blackened Banners” perché ha il solito giro di accordi ormai abbondantemente ridondanti, tipo qualsiasi hit estiva concessaci a forza dal mainstream italico, ma per il resto, si respira tanto rum, battaglie epiche e si sente la salsedine dei mari in tempesta con una gran bella dosa di ironia, giusto in tempo per il ritorno di Monkey Island. Ben fatto.

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