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Soddisfacente il secondo album degli atmosferici doom/deathsters greci Echoes of Decay Soddisfacente il secondo album degli atmosferici doom/deathsters greci Echoes of Decay Hot

Soddisfacente il secondo album degli atmosferici doom/deathsters greci Echoes of Decay

recensioni

titolo
Delirium of Madness
etichetta
Autoproduzione
Anno

PROVENIENZA: Grecia 

GENERE: Atmospheric Death/Doom Metal 

FFO: My Dying Bride, Draconian, Paradise Lost, Saturnus, Swallow the Sun

LINE UP: 
John Georgiades - voce, synth 
Alkis Stamos - chitarre 
Nikos Papadopoulos - chitarre 
Thanos Pallidis - basso 
Yannis Boutsioukis - batteria 

TRACKLIST: 
1. Lunacy's Crescendo [07:42] =ASCOLTA= 
2. Circles in Reverse [10:01] =ASCOLTA= 
3. Isolation [07:48] 
4. Out of Body Experience [06:10] 

Running time: 31:41 

opinioni autore

 
Soddisfacente il secondo album degli atmosferici doom/deathsters greci Echoes of Decay 2022-10-26 18:13:37 Daniele Ogre
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Daniele Ogre    26 Ottobre, 2022
Ultimo aggiornamento: 26 Ottobre, 2022
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Dai meandri del sottobosco greco, arriva una band - o per meglio dire, è arrivata lo scorso aprile - che saprà certamente accendere l'interesse dei tanti fasi del Doom/Death atmosferico dei 90's, quello per intenderci dei vari My Dying Bride, Paradise Lost, ecc.: parliamo degli Echoes of Decay, quintetto di Salonicco uscito lo scorso aprile - per l'appunto - con il proprio secondo album a titolo "Delirium of Madness". L'act greco è tra quelli che prediligono il "gioco" tra un mood luttuoso, atmosfere plumbee e malinconiche melodie: Aaron Stainthorpe e soci, insomma, hanno giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo delle sonorità degli Echoes of Decay, cosa che si può facilmente riscontrare durante le quattro lunghe tracce che compongono la tracklist di quest'album. In particolar modo "Circles of Reverse", brano pregno degli insegnamenti della leggendaria band britannica, ma con diversi passaggi melodici dal flavor Progressive che richiamano l'attuale scena scandinava (Draconian, Saturnus, Swallow the Sun, ma anche gli Opeth del medio periodo). Gli Echoes of Decay si mostrano insomma anche per essere una band preparata sul piano tecnico, cosa questa che rende ancor più interessante l'ascolto di un lavoro che per il resto rientra abbastanza negli standard del genere. Manca magari quella hit che risalti maggiormente e che dia prestigio all'intera opera, ma è altresì vero che le quattro canzoni qui presente sono comunque tutte di buonissima fattura e presentano passaggi decisamente notevoli. Colpa nostra - e del tanto materiale che il sottoscritto ha in carico - se questa recensione arriva con qualche mese di ritardo; ma nella 'sfortuna', possiamo dire che se negli ultimi tempi siete stati colpiti dagli exploit degli album di In Grief, Ars Onirica e Mother of Graves, allora anche questa seconda fatica dei greci Echoes of Decay saprà fare presa facilmente.

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