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Un buon ritorno per gli Os con il loro secondo album "Tehom" Un buon ritorno per gli Os con il loro secondo album "Tehom" Hot

Un buon ritorno per gli Os con il loro secondo album "Tehom"

recensioni

gruppo
titolo
Tehom
etichetta
Iron Bonehead Productions
Anno

PROVENIENZA: Ungheria 

GENERE: Death Metal 

FFO: Incantation, Autopsy, Dead Congregation, Undergang, Demigod 

LINE UP: 
Sconosciuta 

TRACKLIST: 
1. Opening - Intro [01:52] 
2. Gaze [07:21] 
3. Submerge [10:18] =ASCOLTA= 
4. Inhale [08:01] =ASCOLTA= 
5. Dissolve [06:42] 
6. Abyss - Outro [02:18] 

Running time: 36:32 

opinioni autore

 
Un buon ritorno per gli Os con il loro secondo album "Tehom" 2022-11-05 15:38:55 Daniele Ogre
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Daniele Ogre    05 Novembre, 2022
Ultimo aggiornamento: 05 Novembre, 2022
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Dopo un buonissimo primo album ("Stationes Viae Mortis") uscito un paio d'anni fa per Morbid Chapel Records, arrivano oggi a pubblicare il loro secondo album gli sconosciuti - nel senso di membri della line up - deathsters ungheresi Os. "Tehom" viene licenziato da Iron Bonehead Productions e ci ripropone quanto di buono si è potuto ascoltare nel disco pubblicato due anni or sono. Non contando nel novero "Opening" e "Abyss", che sono rispettivamente intro ed outro, sono quattro le lunghe tracce che compongono "Tehom"; quattro tracce in cui vediamo gli Os rispolverare il loro Death Metal old school che vede come base portante le influenze dei soliti Incantation e Dead Congregation, per quanto il suono sembra essersi fatto più fitto ed al contempo più cupo, peculiarità questa di molti gruppi nordeuropei (e difatti non pensiamo sia un caso se ascoltando gli Os spesso vengano in mente gli Undergang). Come molti altri colleghi, gli Os non pretendono di inventare nulla di nuovo e puntano decisi a dare ad ogni fan del genere una nuova dose di Death Metal nudo e crudo, dai suoni e le vocale cavernose quanto putride, con svariate accelerazioni 'autopsyane' a dare quel vago senso di varietà. Che poi ci sia o meno questa varietà, a noi poco cambia: sin dalla prima reale traccia "Gaze" gli Os mettono subito in chiaro le cose e nelle restanti tre tracce "effettive" - soprattutto la lunghissima "Submerge", pezzo che può essere preso come manifesto dell'operato dell'act di Budapest... anche se probabilmente il brano migliore è "Inhale" qui - continua a pestare senza ritegno inondando l'ascoltatore con riffoni carichi d'odio ed una voce che sembra arrivare dalle viscere della terra. Molti potranno dire che anche "Tehom" è il classico "more of the same"... e allora? Per i tantissimi fan di queste particolari sonorità basta questo per ritenere interessante un'opera, ed in più gli Os dimostrano di sapersi muovere egregiamente in questi lidi. Sarà insomma "more of the same", ma è fatto decisamente bene.

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