Opinione scritta da Monica Meistro
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Top 50 Opinionisti -
Primo full length per i greci Alter Self che con il loro “Seven Deadly Blessings” ci trasportano completamente nel loro sound. Sebbene non gli si possa dare un’etichetta precisa, si può comunque dire che questo lavoro è il mix perfetto, omogeneo ed equilibrato di death metal tecnico e di thrash; tutte le undici tracce dimostrano sulla carta quanto impegno e dedizione questi ragazzi abbiamo messo in fase compositiva ed esecutiva di ogni singolo pezzo.
Lo scheletro ritmico di batteria e basso è ben proporzionato, già da subito mi ha ricordato i Death di “Symbolic” e di “The Sound of Perseverance” , le chitarre sono ben strutturate e perfettamente armonizzate, a completare il quadro la voce di Andrew Geo che sa farsi growl potente e cattivo ma anche pulita e limpida nelle parti in clean. In conclusione è sicuramente un album che ogni cultore del technical death metal dovrebbe avere nella sua collezione
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Il thrash made in USA non arriva solo dalla Bay Area, e l’esempio sono i Demise Awaits dalla Pennsylvania attivi sulla scena fin dal 2000. Con l’EP omonimo ci presentano il loro sound carico e pieno di rabbia: riff cattivi al punto giusto con batterie potenti e trascinanti che rendono questo lavoro un concentrato old school anni 80 ma al tempo stesso tecnico, preciso e travolgente.
Questo quartetto ci fa vedere come al giorno d’oggi si può amalgamare la tradizione dei Metallica, Judas Priest, Slayer e Motorhead con i tecnicismi della nuova scuola metal dei giorni nostri, in poche parole, dimostrano che rinnovare un genere si può e con discreti risultati direi.
Trashers di ieri e di oggi, fidatevi, se le premesse sono queste, bisogna tenere d’occhio questi ragazzi!
Ultimo aggiornamento: 14 Marzo, 2013
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Che gli Audrey Horne siano una band legata agli anni '80 si sapeva, ma “Youngblood“ ne è un puro concentrato. Già dalle prime note le influenze di Faith no More ed Alice in Chains si sentono e sono pesanti poichè, pezzo dopo pezzo, la sensazione principale è quella di “già sentito”. I riff di chitarra, seppur magistralmente eseguiti, sono i classici del rock e del blues e le ritmiche, fin troppo basic, non rendono giustizia alle capacità dei musicisti. Nel complesso è un album piacevole, con un’ottima produzione, i pezzi sono orecchiabili e sono di piacevole compagnia per i lunghi viaggi in automobile, quando si ha bisogno di un sottofondo musicale rock'n’rolleggiante, ma poco impegnativo. Spero vivamente che in un prossimo futuro questa band si lasci ritrasportare un pochino verso i giorni nostri e sforni qualcosa degno delle sue capacità.
Ultimo aggiornamento: 11 Marzo, 2013
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Capita che a volte certe band accusino una battuta d’arresto, ed è quello che è capitato ai W’O’W, band technical death metal attiva dal ’92 .
Riformati, dopo un periodo di scioglimento, nel gennaio 2012 tornano a farsi sentire con questo concept album tutto incentrato sul misticismo e sulla cultura orientale, con in più qualche contaminazione di musica elettronica tipicamente anni '80.
“Kosmo” è stato interamente registrato ai Nadir Studios di Genova, sotto l’occhio esperto di Tommy Talamanca, ed è pura essenza metal. I brani sono al tempo stesso aulici e brutali: le chitarre sono lame taglienti, il lavoro di Oinos (Australwave, ex Cayne, ex Sadist) dietro le pelli è preciso, chirurgico e potente ed è rafforzato dal basso a sei corde di Jacopo (Nerve, Antropofagus) al quale si deve la vena “brutaleggiante”.
Questo insomma è un mix perfettamente amalgamato di stili diversi e di culture, un album in cui si percepisce chiaramente l’apporto di ogni singolo componente della band e che trasmette a chi ascolta l’amore puro per la musica. Altamente consigliato a chi ha voglia di rifarsi le orecchie con qualcosa di nuovo ed originale.
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