Opinione scritta da Giada
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Top 50 Opinionisti -
Non si può rimanere indifferenti davanti ad un album così pieno di vita e delicata aggressività: "Encore" primo album solista di Alteria lascia a bocca aperta.
Sin dal primo ascolto viene sprigionato un rock sofisticato, ci si trova davanti ad un album strutturato con una consapevolezza fuori dal comune. Dieci tracce che alternano un sound veramente graffiante a momenti più delicati ma che lasciano comunque un'impronta profonda.
Si respira un senso di ribellione, una libertà di espressione da ammirare, "Encore" è un album che parla con la musica. Suoni equilibrati, puliti, precisi. L'ex leader dei NoMoreSpeech (nonchè nota speeker radiofonica e Vj) ha regalato al suo pubblico un lavoro rilevante dimostrando di essere un'artista con la A maiuscola. Ci si sente coinvolti e partecipi quando lo si ascolta, la capacità di trascinare dentro all'album è da sottolineare; non si è semplici ascoltatori, ma ci si sente protagonisti di qualcosa, si ha la sensazione di condividere con la cantante le emozioni che prova.
Non si riscontra nulla di banale e scontato, tracce come "In your Grave", "Sickness" e "Suck my soul" mettono in risalto le diverse sfaccettature che questo album possiede. Lo si ascolta volentieri molte volte avendo sempre più voglia di gustarlo. Suoni rockeggianti affiancati a suoni elettronici, il tutto contornato da una voce incredibile e utilizzata con estrema bravura, che dona sfumature di colori e onde di passione.
In conclusione "Encore" farà molta strada, uno di quegli album che bisogna avere per forza nella propria collezione, non bisogna farselo scappare!
Ultimo aggiornamento: 17 Ottobre, 2013
Top 50 Opinionisti -
Sicuramente la prima cosa che salta agli occhi prendendo in mano "Jezebel's kiss" degli Audio Porn è la copertina. Una copertina che attira sicuramente il pubblico maschile e che, bisogna dirlo, pone le signorine davanti ad una domanda: "Copertina e musica vanno di pari passo?". Per togliersi ogni dubbio non resta che ascoltare l'album.
"Deeeper than the bone" apre con suoni corposi e riff degni di nota, un brano che coinvolge e fa' cantare. Allegra, vivace, una nota di colore che prepara all'intero ascolto.
Proseguendo traccia per traccia si percepiscono facilmente richiami musicali, forse "spunti", ispirazione o più semplicemente una sorta di tributo a band che hanno fatto la storia della musica. "Sweet 16" ricorda lo stile di Bowie, soprattutto in alcune punti portati in rilievo dalla voce del cantante (mutevole e degna di nota); un'impronta musicale veramente interessante, tutto in perfetta armonia, un brano nitido e pulito.
Una cosa che sicuramente va sottolineata in questo album è la grandiosità delle chitarre, veramente eccezionali, tolgono il fiato.
Si va avanti, traccia per traccia, l'hard rock si fa' sentire. La voce nuda e cruda del cantante non lascia scampo a chi ascolta. Le note catturano, ti catturano e ti intrappolano in ogni rigo del pentagramma.
Qualche parola in più merita "Without you", brano melodico che si distingue dal resto dell'album; anche qui una voce che conquista: calda e seducente. Uno di quei brani che porta a sognare. Peccato però per la brusca interruzione (che un po' fa' paura, poichè non la si immaginerebbe mai all'interno di una canzone con questo stamo), che ''taglia'' il brano; chitarre arrabbiate che spaccano l'armonia portando l'ascoltatore a distogliere l'attenzione e a cadere in un baratro buio e ansioso. Un riff di chitarre che voleva in tutta probabilità abbellire la canzone ma che invece ne mina la delicatezza.
"Breath away" è un altro brano che merita un discorso a parte. Qui a differenza della precedente traccia non è stato sbagliato un colpo, tutto fila liscio, tutto risulta equilibratto ed orecchiabile anche se ricorda parecchio una "teen band" e si distacca completamente dallo stile dell'intero album. Ritmi lenti e una musicalità più semplice, adatta ad un vasto pubblico. Sicuramente più commerciale.
Una chiusura d'album di rilievo, sembra quasi un brano tratto dal film "Noi i ragazzi dello zoo di Berlino"; sembra quasi di assaporare il freddo della Germania e i personaggi del film (sarà perchè anche qui si incontra lo stampo "Bowie"?).
Tirando le somme è un album che ha i suoi pro e i suoi contro: ottime potenzialità, musicisti "consapevoli". L'unica pecca la si può riscontrare in tracce meno curate di altre, ma comuque è un lavoro che merita in tutto e per tutto di essere ascoltato.
Ultimo aggiornamento: 16 Ottobre, 2013
Top 50 Opinionisti -
Delicatezza. La parola magica di questo album è proprio delicatezza. Sorridendo un po' si può immaginare che insieme al cd venga data una bacchetta magica da sventolare prima di iniziare l'ascolto, così da essere trasportati in quel mondo parallelo perfetto per assaporarlo in tutto e per tutto.
"Roads" apre l'album con suoni delicati e fortemente interessanti allo stesso tempo. La voce angelica della cantante permette a chi lo ascolta (in particolare in cuffia e ad occhi chiusi) di trovare un attimo di pace nel traffico della vita quotidiana. Ciò che c'è di veramente meraviglioso in questo album è il perfetto intreccio fra quei suoni più aggressivi e graffianti con quelli più dolci e leggeri. Una perfetta fusione fra mondi diversi e, se chi ascolta ha molta fantasia, queste tracce permettono di sfruttarne veramente tanta.
Va gustato, assaporato con la punta della lingua; credo sia uno di quegli album che piace o non piace. Probabilmente non adatto a tutti i palati.
Le leggere sonorità danno l'idea che si tratti di un cd di semplice ascolto, ma in realtà così non è, ogni singolo suono ha un suo perchè. Lo dimostra perfettamente "Up on the roof" che, con il suo assolo, va a creare un'atmosfera incredibile, crea attesa e suspance. Ci si aspetta quasi che accada qualcosa.
Gli Acelsia sono perfettamente riusciti a donare la parola alle singole note. Tutto parla in questo album, ogni suono, ogni strumento racconta qualcosa.
Entrando più nello specifico, ascoltando gli Acelsia si capisce subito che sono ottimi musicisti con una grande carriera davanti. Una band che sa gestire i suoni e li sa sfruttare in tutte le loro potenzialità. Raramente si incontrano band che suonano e compongono con "le note" e non solamente usandole come mezzo per esprimere se stessi.
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Un gothic metal alla portata di tutti, quello proposto dagli Scarlett D.Gray nell'omonimo album. Strumenti che riescono ad essere percepiti singolarmente e distintamente, utlizzati in maniera innovativa e limpida.
In "Never forget me" l'organo nella parte centrale del brano crea quella giusta atmosfera che accompagnerà l'ascoltatore per l'intero cd. Traccia dopo traccia ci si sente trasportati in un'altra dimensione, la mente viaggia facilmente e l'immaginazione scalpita.
Tutti brani corposi e ben strutturati, portati in alto dall'espressiva e profonda voce del cantante Toty che riesce a fare da perfetto tramite fra le parole su carta e la volontà di trasmettere qualcosa.
"Lost soul" spezza l'album cullando l'ascoltatore con note decisamente più calme, dal sapore antico ma attuale e per nulla scontato; un brano che riesce ad emozionare e che colpisce con la sua delicatezza. Ho apprezzato moltissimo la centralità che viene data ad ogni singolo strumento, valorizzato e portato al massimo della sue potenzialità. Un album nel quale la musica è al centro di tutto.
Che dire, consigliatissimo. Questa band piemontese farà sicuramente della strada.
Top 50 Opinionisti -
Le prime parole che saltano alla mente ascoltando questo album sono: graffiante, deciso, interessante.
Soprattutto interessante in quanto fin dalla prima traccia cattura l'ascoltatore con sonorità che in un certo senso si rifanno a band molto famose; si definiscono infatti "Total" ovvero quel giusto ed equilibrato mix di sonorità metal classiche e thrash con una goccia di melodia. Se si vuole cercare il "pelo nell'uovo", si possono riscontrare alcune somiglianze in alcune tracce ma ci si può tranquillamente passare sopra ascoltando questo lavoro nel suo insieme.
Quando si giunge alla canzone intitolata "Father" tutto quanto prende una piega diversa, i suoni cambiano (un occhio di riguardo va al chitarrista che ho trovato molto competente e dal sound pulito), tutto è più tranquillo, sembra quasi di approdare su una tranquilla isola deserta in mezzo al mare dopo una tempesta di emozioni e sentimenti.
Le nove tracce si susseguono con fluidità ed accuratezza, l'intreccio fra gli strumenti è ben calibrato, sembra che tutto sia stato calcolato nel dettaglio. Non credo però sia un album facile da ascoltare, ha bisogno di essere gustato a lungo, assaporato per capirne veramente l'essenza.
Una band dallo stampo ligure destinata a fare grandi cose, sicuramente promossa a pieni voti.
Ultimo aggiornamento: 08 Agosto, 2013
Top 50 Opinionisti -
"Io non sono qui", singolo che precede l'album che si intitolerà "Verso est", promette decisamente bene.
Se l'intero album sarà così bello come il singolo, avremo il piacere di ascoltare qualcosa di veramente interessante.
Un testo dai tratti notevoli accompagna suoni forti che rimangono nella testa di chi l'ascolta che si ritrova facilemente a canticchiare con entusiasmo. In questo singolo va sottolineata la grandiosità di una voce graffiante ed espressiva, senza dimenticare la bravura dei musicisti; riescono a rendere perfetto il cerchio "voce-sinfonia", una sintonia decisamente apprezzata.
Una hard rock band dai tratti originali che si farà notare, quattro ragazzi consapevoli del potere della musica e delle sue varie sfacettature. Ora non ci resta che attendere l'uscita dell'album, così da assaporare quello che si immagina essere un lavoro degno di nota.
Ultimo aggiornamento: 05 Agosto, 2013
Top 50 Opinionisti -
Quando capita per la prima volta fra le mani l'album dei SilentLie, la prima reazione che si ha è sicuramente di stupore: solo cinque tracce vanno a comporre il cd. Siamo spesso abituati ad un numero ben più ampio di canzoni e ciò incuriosisce non poco; pensavo si trattasse di un LP ed, invece, abbiamo davanti solo un E.P..
"Regret" apre degnamente il lavoro e un veloce giro di basso che anticipa di poco la voce, lo rende raffinato, quasi volessero dire "ora si comincia, prestate attenzione"; peccato per le eccessive distorsioni che vanno a "disturbare" la voce e che fanno perdere la concentrazione all'ascoltatore che rischia sentirsi frastornato.
A metà seconda traccia, se si presta molta attenzione, si ode la voce quasi sussurrata della cantante che vagamente ricorda il coro "Mama" su "Bohemian Rhapsody" dei Queen, ma si ripiomba poco dopo in un girone infernale di chitarre distorte. Le tracce si susseguono una dietro l'altra sempre con qualcosa che le accumuna, di notevole rilevanza l'organo che apre l'ultima traccia.
Forse quel che manca in questo album è un po' di fantasia e di varietà, si ha la sensazione che manchi qualcosa. Lo stile gotico e oscuro dell'E.P. è molto affascinante e ben definito. Sicuramente ci sono delle ottime basi, lo si può notare dai piccoli dettagli, che però si perdono all'interno delle cinque canzoni. E' forse necessario ancora un po' di tempo, fare un po' di chiarezza, ma le potenzialità ci sono.
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Basta ascoltare la prima traccia per capire che quello che si andrà ad ascoltare non sarà affatto un album scontato. Vi è qualcosa di spettrale e coinvolgente, si ha la sensazione di trovarsi in un luogo oscuro e macabro, circondati da corvi, lupi ululanti e creature che osservano nell'ombra.
Le tracce sembrano raccontare una storia della quale chi ascolta ne è il protagonista, tanto che in "Running to Lead-town" si possono sentire i passi veloci di qualcuno, il suo ansimare ci si sente in pericolo, quasi inseguiti.
Se si presta particolare attenzione una delle tracce può ricordare una famosa scena del "The Rocky horror picture show", molto molto divertente e crea uno stacco dal resto dell'album.
I suoni appaiono molto curati e studiati nel dettaglio così come tutto l'album, quella stessa cura che si ritrova nei suoni che si percepiscono con orecchio attento, bisogna ascoltarlo con tantissima attenzione perchè si possono percepire moltissimi dettagli.
E' un continuo viaggio quello che si fa' ascoltando queste tracce, se si chiudono gli occhi si sprofonda in qualcosa di quasi mistico e soprannaturale mentre "Frames inside the lab", "Echoes" e "Genuine 1010" infondono un po' di tranquillità, quasi ad essere giunti ad un punto cruciale della storia coronato da sonorità più melodiche. Poi si riparte e ricomincia il cammino affiancati da suoni più duri e graffianti che ricordano il raggiungimento del "boss" nei videogiochi, quei momenti in cui ci si gioca il tutto per tutto.
Sicuramente un album che stimola la fantasia, divertente, carico, sorprendente. Un album da ascoltare con cura e dedizione. Richiede molta attenzione per essere assaporato e per non rischiare di perdere qualche sonorità. Un gran lavoro per questa band progressive metal (con un tocco decisamente sinfonico), senza dimenticare i tratti fisici così accattivanti e misteriosi che rendono il tutto ancora più incredibile.
Consigliato!
Appena si inserisce l'album dei Nude si rimane completamente senza parole.
Un sound non comune si scatena in tutto il suo splendore, dieci tracce che tolgono il fiato. Un vortice di generi confluiscono in un unico album che loro definiscono Indie Electro Gothic.
La prima traccia, "Shining Stardust", preannuncia un lavoro dai contorni raffinati e assolutamente non convenzionali; quel tocco di elettronica che si ritrova in altre tracce come "Neon smile" e "Plastic planet", si mescola perfettamente con genere tendenti più al gotico con una perfetta sincronia. Nulla risulta fuori posto o mal amalgamato. Un album dai suoni divertenti che riporta alla musica elettronica d'altri tempi.
Una band con un passato ricco alle spalle, nata in Italia dall'idea di Antonio Pucciarelli, Fabio Calluori e Tom Capuano che hanno saputo mettere insieme qualcosa di grande.
Quaranta minuti di musica allo stato puro, un'energia particolare viene trasmessa da "Plastic Planet" e certamente chi ascolta ha la sensazione d'essere avvolto da una brezza leggera, la mente si libera e ci si addentra totalmente nei suoni, sembra quasi di poterli toccare uno ad uno.
Si ha "fame" di musica, esigenza di ascoltarlo, può essere quasi paragonato ad un libro dal quale non ci si riesce a staccare poichè si ha la necessità di arrivare fino in fondo.
Tredici tracce che lasciano il segno quelle dell'album "Ambush" dei Celeb Car Crash. C'è qualcosa di poetico fra le note di ogni canzone, qualcosa che sa di antico e moderno allo stesso tempo, un'ispirazione presa dal passato che si riflette nell'attualità di ogni singolo pezzo.
"Tied up", quarta canzone, culla l'ascoltatore e lo avvolge in tutta la sua bellezza, ed è così anche per "Bushido" che va a chiudere l'album con estrema cura e perfezione.
"Dead poets society" lascia che ci si perda completamente nel sound perfetto, ogni nota è al suo posto e si finisce perfino per canticchiarla una volta ascoltata.
Curato nei minimi particolari, mai ripetitivo o di difficile ascolto; non ci si stanca affatto d'averlo nello stereo e ascoltarlo più volte, ogni volta è come fosse la prima. Suoni puliti, definiti, "limati" attentamente per far si che tutto risulti in un'ordine mentale perfetto e maniacale che permetta di apprezzarlo in tutti i suoi aspetti.
Un rock diverso dal solito, suoni forti e dai tratti leggeri e adatti a tutti, anche a chi solitamente si accosta ad altri generi. Il coinvolgimento è assolutamente assicurato.
Un ottimo album che consiglio di ascoltare e riascoltare per non perderne neppure una minuscola parte.
Consigliato!
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