Opinione scritta da Valeria Campagnale
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Ultimo aggiornamento: 17 Gennaio, 2024
Top 50 Opinionisti -
I Noage sono un nuovo gruppo italiano di Symphonic Metal con Germana Noage, già alla voce per gli Aetherna con l’album “Darkness Land”, e con altri notevoli musicisti della scena romana, e si presentano con l’interessante primo lavoro intitolato “From Darkness to Life”, pubblicato per Revalve Records. Nove brani potenti, spesso rabbiosi e comunque tutti che catturano tutta l’attenzione che meritano, non solo per la voce di Germana, ma per la musicalità e le vibrazioni che emettono. “Monsters”, uno dei singoli rilasciati, ha una bella impronta memorizzabile, coinvolgente con un mood malinconico, seguita dall’ottima “Silent Breath” in stile anni '80, potente ed intensa, uno dei momenti più belli di questo album. ”Build Your Heart”, a due voci, quella di Germana e Amy Breathe come ospite, è impressionante, intensa ed emotiva e che precede un altro potente pezzo, “Playground of the Dead”, altro singolo tratto dall’album, che ha delle linee di basso potenti, pianoforte che riesce ad ammaliare ed il ritornello che si stampa nella mente, per non parlare della più che notevole parte che occupa la chitarra; altro highlight di “From Darkness to Life”. Con “Superhero” i Noage continuano con sonorità potenti e qui troviamo il chitarrista Francesco Mattei (Ethernity e Noveria) con dei virtuosismi eccellenti che implementano un brano robusto prima di arrivare al la ballad “Never to Late”, con Kate Nord ospite alla voce che ben si contrasta con i vocalizzi di Germana Noage. “Fuck this World” è un pezzo sinfonico con una interpretazione eccezionale di voce in cui Germana si supera di gran lunga. In chiusura troviamo “From Darkness to Life”, un brano grintoso che mostra nuovamente la forza di di questo gruppo. Un ottimo debutto per i Noage che lascia intravedere future perle all’orizzonte.
Ultimo aggiornamento: 16 Gennaio, 2024
Top 50 Opinionisti -
Nel 2017 il supergruppo Symphonic Metal Exit Eden debuttò con l’album “Rhapsodies in Black”, all’epoca formato da Clémentine Delauney (Visions of Atlantis), Anna Brunner (League of Distortion), Marina La Torraca (Phantom Elite) e Amanda Somerville; “Rhapsodies in Black” entrò nella classifica tedesca al 15° posto e la band partecipò al Wacken Open Air con tutta la sua potente presenza. Ora, le Exit Eden tornano con l’album “Femmes Fatales” per Napalm Records, composto da dodici brani di cui cinque sono pezzi originali mentre gli altri rimanenti sono cover. L’unica cantante a non essere più nel gruppo è Amanda, ma la potenza del gruppo rimane invariata, mostrando nuovamente quanto siano brillanti queste artiste. "Run!”, il primo singolo pubblicato, ha un’atmosfera Folk Metal, aggressiva ma con linee melodiche, i vocalizzi interpretativi e ‘teatrali’, rendono il brano magico, la partecipazione del bassista e cantante Marko Hietala (ex-Nightwish) valorizza di molto l’atmosfera. "Femmes Fatales", è un pezzo sinfonico che si trasforma in una sorta di inno all'emancipazione femminile; le voci armoniche, il violino ed il senso drammatico e melodioso che padroneggia per l’intero pezzo, lo rende unico. Diciamo che la presenza dei Nightwish è notevole e le sonorità in stile anni '80 anche. "Buried in the Past", è un pezzo più orientato al Rock con melodie up-tempo ed un ritornello orecchiabile, "Hold Back Your Fear" segue la stessa linea melodica, più cupa è la bellissima "Dying in My Dreams", mentre "Elysium" risulta più introspettiva. Il resto dei brani è, come dicevo, composto da cover ed è così che troviamo "It's a Sin" dei Pet Shop Boys trasformata in una sorta di Opera Rock. "Separate Ways" dei Journey, riconoscibile pur avendola trasformata in Metal sinfonico, "Désenchantée", cover di Mylène Farmer in francese, risulta essere toccante, mentre la cover di Alice Cooper, "Poison" è piacevole anche se non riesce a superare l’originale. ”Alone" degli Heart, è arricchita di Heavy Metal con un'esecuzione molto sensibile che riesce a fare breccia, mentre "Kayleigh", cover dei Marillion, non riesce a convincere, pur risultando più Heavy dell’originale e con le bellissime voci potenti, non risulta ad essere trascinante come invece lo è l’intero album. Per concludere, “Femmes Fatales” è un buon lavoro con brani originali impeccabili, potenti e irresistibili, aspetteremo di vedere le Exit Eden nuovamente sui palchi europei.
Ultimo aggiornamento: 14 Gennaio, 2024
Top 50 Opinionisti -
"Collapse" è il quarto album del talentuoso duo spagnolo Universal Theory, con la bellissima voce di María José Martos che ben si contrasta con quella di Jesús Pinilla, impegnato anche con le chitarre e ed il programming. Tra Rock, elementi di elettronica e musica atmosferica "Collapse" si rivela emotivamente potente, basti ascoltare "The Secret of the Universe”, una canzone con un suono più melodico rispetto agli altri pezzi. Di fatti, il pianoforte e la chitarra acustica ben si intrecciano con i vocalizzi puliti e serafici che rendono il brano la miglior rappresentazione del lato più puro ed introspettivo degli Universal Theory. Altra traccia che colpisce è la title-track "Collapse" con un ritmo trascinante e massiccio, l’atmosfera creata dalle voci quasi spirituali ed il sintetizzatore sono veramente coinvolgenti. Anche “The Colour of This Night” e “Based On True Events”, i singoli estratti da questo album, risultano molto enfatici e dimostrano che questo duo ha un ottimo valore musicale e compositivo. “Wickedness” è senz’altro pari merito con i brani citati e, se ciò non bastasse, lasciatevi ammaliare da “Everyone Of You” e “Permanent Regression” che riescono a trasportare in dimensioni parallele. Un lavoro d’impatto che riesce a catturare l’attenzione su tutti i pezzi, non scende mai d’interesse con il suono malinconico e romantico che da sempre contraddistingue gli Universal Theory.
Ultimo aggiornamento: 07 Gennaio, 2024
Top 50 Opinionisti -
I Malombra rimangono una realtà italiana che riesce sempre ad ammaliare con ogni uscita e “T.R.E.S.” è una ulteriore conferma di quanto la loro naturale aura oscura riemerga dopo il precedente album "The Dissolution Age" (2001). “T.R.E.S.” conțiene brani scritti anni or sono dalla formazione originale rivisitati e reinterpretati in italiano in modo molto coinvolgente. La peculiarità dell’album è l’atmosfera surreale e visionaria, ma così tangibile allo stesso tempo che è possibile non lasciarsi trasportare. Trame di Dark Rock, Gothic Metal e Prog s’intrecciano tra i sette brani in cui la voce di Mercy che, si ricorda, vanta la sua presenza in Helden Rune, Il Segno del Comando e Ianva, risulta essere molto interpretativa ed intensa; Matteo Ricci spicca notevolmente con chitarre e basso che variano tra sonorità pesanti. “Astarte Syriaca”, che prende il titolo dall’opera di Dante Gabriel Rossetti, è un viaggio che si dipana tra sonorità tormentate Doom e sprazzi di luce dall’accento Prog ed è un’apertura straordinaria per un album che riesce ad infondere emozioni. “Baccanalia” è un lungo cammino a metà tra l’esoterico e l’onirico con accenni alquanto ‘deliranti’ che arricchisco l’intero brano. “Malombra”, romanzo gotico di Antonio Fogazzaro e proprio da questo il nome della band, è il pezzo per eccellenza di “T.R.E.S.” da cui si evince la radice gotica del combo. Decadente, ombroso e raffinato, “Malombra” è il brano che meglio rappresenta il cardine della musica della band genovese. La successiva traccia “Allucinazione Ipnagogica” non è da meno, in quanto si continua a respirare oscurità e sensibilità, ma è con “Cerchio Gaia 666” che i Malombra ci offrono una chicca differente, ancora più cupa e dura, tendente ad un suono che abbraccia gli anni settanta ed in cui Matteo Ricci si erge nella sua totale bravura. “Fantasmagoria 1914”, immagino si riferisca alla forma teatrale horror, è un brano spettrale ed incisivo con l’ottimo vocalizzo, quasi un declamare, di Mercy. In chiusura la bellissima e toccante “La Sola Immanenza” con i suoi accenni Neo Folk, riesce a regalare pace interiore con la sua aria più leggera ed armonica, ma non per questo meno impegnata. I Malombra, da sempre sinonimo del gotico italiano per eccellenza, sono tornati in grande stile per farci assaporare nuovamente le finezze ed i dettagli di una musicalità ancestrale in chiave a volte sognante, a volte cupa e sempre molto profonda. Chapeau!
Ultimo aggiornamento: 05 Gennaio, 2024
Top 50 Opinionisti -
I milanesi Ordahlia Nera presentano l’album di debutto “Mask of Broken Glass” che racchiude dei veri e propri gioielli di Dark Symphonic Metal; difatti l’impronta della band è molto cupa e presenta una linea profonda, anche i testi sono diretti verso una direzione impegnata rappresentando le fragilità di noi stessi.
"Thorns" è un'ottima apertura che ci catapulta in una magica atmosfera con le note delle tastiere tormentose e tormentate, che lasciano spazio ad un’immaginazione che viaggia in una dimensione dark a cui si aggiunge la veemenza dell’intero brano.
Emozionante anche la successiva “Elizabeth Ann Short", a cui si aggiungono atmosfere orrorifiche che ben si sposano con il tema trattato, ossia la morte di Elizabeth Ann Short conosciuta anche come Black Dahlia e assassinata nel 1947. Intensa ed ammaliante, è a parer mio il brano di punta di questo album. “Follow This Path“ e “Bloody Nightmare” seguono sostanzialmente la stessa direzione, brani apprezzabili e intensi grazie anche alla notevole voce di Vanna Basso. Sempre intensa, anche se di poco meno tenebrosa, è la successiva "Alone", seguita dalla semi ballad "My Angel Comes”. “The Way Of Doom” è un altro brano davvero interessante con un inizio tendente a sonorità epiche, mentre il brano di chiusura “The Look” mostra una versione nuova del brano dei Roxette che non mi sarei mai aspettata. "Mask of Broken Glass" è un disco molto curato nei dettagli e ben delineato nella presentazione totale della band che vede le proprie radici radicate nel dark a cavallo tra gli anni ottanta e novanta, con una marcatura Metal tendente sì al genere Symphonic, ma non con un’impronta soft. Gli Ordahlia Nera sono una buonissima promessa.
Top 50 Opinionisti -
Per i trent'anni della loro carriera, gli Evergrey ci regalano un ottimo album con brani dal vivo registrati in vari concerti dell'ultimo tour europeo, demo e versioni differenti dei propri brani ed è con estrema gioia che ho il piacere di recensire "From Dark Discoveries To Heartless Portals", pubblicato proprio nel mese di dicembre per Napalm Records, insomma un regalo per i fans che potranno gioire di queste perle contenute.
Dal 1998 ad oggi la band ci ha sempre deliziato con composizioni di spessore, interessanti ed è incredibile, fortunatamente, come la voce di Tom S. Englund non si scalfisca mai, basta ascoltare i brani live per rendersi conto che la potenza vocale sia rimasta intatta.
Oltre alle versioni dal vivo di brani recenti come ‘Call Out The Dark’ e ‘Where August Mourns’, il disco ripercorre il la storia della band con ‘My Allied Ocean’, ‘A Touch Of Blessing’, ‘Recreation Day’ e ‘King Of Errors’.
Notevoli le versioni di “Save Us” in versioni con pianoforte e voce, così come "Call Out The Dark", che risulta un po’ più cupa rispetto all’originale, “Blindfolded" e "Midwinter Calls” vengono riprese in modo molto dolce e melodico.
La versione strumentale di ‘A Silent Arc’ riesce a trasmette sensazioni emozionanti in questa veste completamente rivisitata.
“From Dark Discoveries To Heartless Portals” è molto di più di una autocelebrazione, è la testimonianza di quanto sia solida e longeva la carriera deli Evergrey e pur non contenendo nessun nuovo brano è tuttavia un lavoro dal sapore nuovo in cui ritrovare e scoprire nuove sonorità.
L'album, è disponibile in vari formati, tra cui con un libro con copertina rigida di 112 pagine ad edizione limitata, storie dietro le quinte e molto altro, in cui si racchiude la storia della band di Göteborg.
Valeria Campagnale
Ultimo aggiornamento: 03 Gennaio, 2024
Top 50 Opinionisti -
“Fukushima” è il titolo del terzo album della band italiana Levania, un egregio lavoro che ci fa attraversare le atmosfere articolate del Metalcore e quelle eteree del Goth (queste ultime tra l’altro ne hanno caratterizzato proprio gli esordi), in grado di coinvolgere e trasportare, insomma un intreccio di sonorità moderne e old school Goth che, da quanto traspare, è la vera natura del gruppo emiliano. “Genesis”, il brano di apertura, è apprezzabilissimo con un suono dinamico, mentre “Skinless”, a mio avviso, è quello che meglio tratteggia lo spirito dei Levania, tra una innegabile furia e il lato più raffinato rappresentato dalla voce di Elena. Più aggressiva è “Hopeless”, con la voce di Marco "Still" nella strofa e la voce femminile di Elena "Taby" nel ritornello. Più Industrial la seguente traccia “Atelophobia”, tra una venatura di Black Metal ed altre marcatamente Gothic con un accenno di elettronica, mentre “Broken” risulta essere più raffinata nei cori ma potente, grazie alla presenza della voce maschile. Bellissimo l’intreccio dei vocalizzi in “Relief”, così come “Resilience” che, tra elementi Goth ed elettronici, sono brani che si differenziano dal resto dell’album, dando un’impronta a mio avviso più personale. L’album si chiude con il brano più bizzarro, “Fukushima”, che vede sonorità molto orecchiabili, a volte più eteree ed altre in chiave rap. Questo disco, nella sua interezza, è un buon lavoro dark a metà tra la ‘vecchia scuola’ e accenni piuttosto marcati di modernità che attraversano l’Hardcore e il sempiterno Goth.
Ultimo aggiornamento: 20 Dicembre, 2023
Top 50 Opinionisti -
Per i trent'anni della loro carriera, gli Evergrey ci regalano un'ottima raccolta con brani dal vivo registrati in vari concerti dell'ultimo tour europeo, demo e versioni differenti dei propri brani, ed è con estrema gioia che ho il piacere di recensire "From Dark Discoveries To Heartless Portals", pubblicato proprio nel mese di dicembre per Napalm Records; insomma un regalo per i fans che potranno gioire di queste perle contenute. Dal 1998 ad oggi la band ci ha sempre deliziato con composizioni di spessore, interessanti ed è incredibile, fortunatamente, come la voce di Tom S. Englund non si scalfisca mai: basta ascoltare i brani live per rendersi conto che la potenza vocale sia rimasta intatta. Oltre alle versioni dal vivo di brani recenti come "Call Out The Dark" e "Where August Mourns", il disco ripercorre il la storia della band con "My Allied Ocean", "A Touch Of Blessing", "Recreation Day" e "King Of Errors". Notevoli le versioni di "Save Us" in versioni con pianoforte e voce, così come "Call Out The Dark", che risulta un po' più cupa rispetto all’originale, "Blindfolded" e "Midwinter Calls" vengono riprese in modo molto dolce e melodico. La versione strumentale di "A Silent Arc" riesce a trasmette sensazioni emozionanti in questa veste completamente rivisitata. "From Dark Discoveries to Heartless Portals" è molto di più di una auto celebrazione, è la testimonianza di quanto sia solida e longeva la carriera degli Evergrey e pur non contenendo nessun nuovo brano è tuttavia un lavoro dal sapore nuovo in cui ritrovare e scoprire nuove sonorità. L'album, è disponibile in vari formati, tra cui con un libro con copertina rigida di 112 pagine ad edizione limitata, storie dietro le quinte e molto altro, in cui si racchiude la storia della band di Göteborg. Grandi come sempre gli Evergrey ci trasmettono mille emozioni.
Ultimo aggiornamento: 20 Dicembre, 2023
Top 50 Opinionisti -
Sono tornati i Sirenia con l’undicesimo album intitolato “1977”, che vede la band sperimentare differenti stili del Pop Rock anni '70/'80 intrecciandoli con Synthwave in uno stile sinfonico: scelta coraggiosa, oserei dire, poiché si allontana di parecchio dal Symphonic Gothic a cui ci eravamo abituati e, purtroppo, “1977” non rende giustizia alla band norvegese. La direzione scelta, ovvero più melodica, già la si poteva ascoltare nel precedente "Riddles, Ruins & Revelations”, ma quest’ultimo album è decisamente più ‘easy listening’, trovando quindi i Sirenia quasi ad un compromesso tra la loro indiscussa capacità sia compositiva che esecutiva, ed un lavoro che strizza l’occhio ad un mercato più ampio, sempre che la band ne abbia bisogno. La cosa positiva è che nel suo minimalismo, il suono che riecheggia rimane improntato su di un sound tetro e malinconico che possiamo trovare già in "Deadlight" in apertura dell'album, con una interpretazione suggestiva e drammatica. La successiva "Wintry Heart" è ricca di chitarre potenti, pianoforte ed archi, e l'assolo di Nils Courbaron rafforza l’energia che il brano riesce ad esprimere. Passiamo alla successiva "Nomadic”, un ottimo risultato musicale con la batteria davvero sferzante e ottime chitarre con ritornello molto orecchiabile. Sapore anni ’80 in "The Setting Darkness”, mentre in “Fading to the Deepest Black" emergono melodia e ritmo con i vocalizzi di Emmanuelle Zoldan e Morten Veland che incarnano il brano. "Oceans Away" è ricca di archi e alle musicalità profonda: questo è un brano che riesce a reincarnare le radici cupe della band convincendo appieno ed è, a mio avviso, il vero e proprio highlight dell’intero album. "Dopamine" approccia una sonorità incline al Funk, "Delirium", invece, lascia spazio alle urla di Veland e al liricismo di Zoldan in un'atmosfera di Symphonic Metal. Con "Timeless Desolation" si assaporano ottimi giri di basso vibranti e chitarre melodiche, che ci fanno nuovamente apprezzare la voce di Zoldan in un tripudio sinfonico. Molto bello il brano di chiusura "Twist in my Sobriety", presentato come bonus track e pubblicato originariamente da Tanita Tikaram nel 1988, con una atmosfera molto malinconica sul quale Emmanuelle Zoldan ricama un ottimo lavoro con sua la voce. Tirando le somme, “1977” è un lavoro che si distanzia dalla sonorità gotica degli altri album ed è, per i miei gusti, troppo orecchiabile; ma c’è da ammettere che anche questa volta i Sirenia propongono un disco di sicuro successo e per certi versi con sonorità molto drammatiche.
Ultimo aggiornamento: 13 Dicembre, 2023
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I Tragedy hanno pubblicato il 3 marzo 2023 via Napalm Records l’album “I Am Woman”, che celebra la femminilità in tutte le sue forme e presenta interpretazioni Heavy Metal di classici che vanno dagli Chic di Nile Rodgers a James Bond, passando per Gloria Gaynor; una varietà insomma di generi che si racchiudono sotto l'ala Heavy. E’ proprio con il famoso brano "Le Freak" degli Chic che inizia l’album: anche in questa versione il pezzo rimane molto orecchiabile e rinverdisce questo classico degli anni '70. A Gloria Gaynor spetta la seconda posizione nella tracklist con "I Will Survive" in chiave Blues e Rock, accompagnato da un video di stampo anni ’80, rimane sempre un brano con un buon appeal anche in questa versione dei Tragedy, che mi ha ricordato il mio film preferito “Priscilla la regina del deserto” del 1994. Con la terza traccia facciamo un salto nel tempo di dieci anni ed ecco che “She Bop” di Cindy Lauper si affaccia differente dall’originale; bella anche questa versione, ma i Tragedy si superano con "Memory”, facente parte del musical “Cats” di Andrew Lloyd Webber. A questo punto esce la mia passione per questo musical e per i gatti e devo dire che ho apprezzato molto questa rivoluzionaria versione di uno dei classici senza tempo, molto coraggiosa come scelta ma riuscita benissimo. Seguono “Lay All Your Love On Me” degli Abba, “Venus” degli Shocking Blue; accennavo a James Bond, ebbene è con “Goldfinger” del 1964, un'ennesima versione dell'originale di Shirley Bassey ed anche qui la band centra l’obiettivo. I Tragedy, insieme all'attrice di Broadway Marcy Harriel, ripropongo Aretha Franklin con "Respect", molto ben riuscita così come la cover di "Flashdance... What A Feeling" di Irene Cara. Molto bella la versione delle Pointer Sisters "I'm So Excited", che contagia con la sua verve, anche qui troviamo un video molto simpatico con un inizio tipico dei Mötley Crüe ed prosieguo in stile Strypes con tanto di fuochi d’artificio, il tutto molto ironico. "Here You Come Again" di Dolly Parton è il momento più tranquillo dell’album che anticipa una brillante interpretazione del brano di Sheryl Crow ”All I Wanna Do" e per terminare troviamo la title-track, “I Am Woman”, cantata originariamente da Helen Reddy, e una brevissima cover di “Roar” di Katy Perry. Che dire? Questo album è veramente spassoso e frizzante e ci accompagna attraverso dei brani indelebili della storia musicale che personalmente ho avuto il piacere di vivere e ascoltare un po’ per ereditarietà fraterna riguardo gli Chic e Gloria Gaynor, un po’ per le gioie ed i dolori della mia età tra glitter, tanto Glam e Rock’n’Roll. Album apprezzatissimo!
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