A+ A A-

Opinione scritta da Davide Collavini

56 risultati - visualizzati 1 - 10 1 2 3 4 5 6
 
releases
 
voto 
 
4.0
Opinione inserita da Davide Collavini    27 Aprile, 2025
Ultimo aggiornamento: 27 Aprile, 2025
Top 50 Opinionisti  -  

L'ultimo disco dei Primal, intitolato "Iron Age", è un EP che ha catturato l'attenzione degli appassionati di thrash metal. Pubblicato nel febbraio 2025, questo lavoro rappresenta un'evoluzione significativa per la band, che ha saputo mescolare elementi classici del genere con un tocco moderno. L'EP contiene sette tracce, tra cui due nuovi brani, la title-track "Iron Age" e "Mirror", una versione in spagnolo di "End Times" e "Cautivos del Sistema", che vede la partecipazione del leggendario bassista Rudy Sarzo (Quiet Riot, Dio, Ozzy Osburne, Angel, Whitesnake). La traccia "Firefight", invece, è stata rilasciata come singolo e ha ricevuto un'accoglienza entusiasta grazie alla sua energia e alla qualità della produzione .La band ha collaborato con l'etichetta NoLifeTilMetal Records per la distribuzione dell'EP, dimostrando un impegno verso la qualità e l'autenticità del proprio sound. Questo lavoro è un must per i fans del thrash metal e per chi cerca musica che unisca potenza e tecnica. "Mirror": un mix di melodia e aggressività. "End Times" (Spanish Version): Una versione che aggiunge un tocco unico, mantenendo l'energia dell'originale. "Firefight": Un singolo energico, probabilmente caratterizzato da ritmi veloci e un assolo di chitarra memorabile. "Wisdom": Potrebbe essere un brano più riflessivo, con testi che esplorano temi di conoscenza e saggezza. "The Gates": Probabilmente una traccia epica, con un'atmosfera che evoca immagini di battaglie e conquiste. "Cautivos del Sistema": Con la partecipazione di Rudy Sarzo, questa traccia potrebbe distinguersi per il suo groove e la sua intensità. Insomma un EP di alta qualità, con brani riconfermati ed elaborati. Con l’inserimento dei due singoli che arricchiscono l’album di qualità e tecnica. Traccia preferita: "Firefight".

Trovi utile questa opinione? 
00
Segnala questa recensione ad un moderatore
releases
 
voto 
 
4.0
Opinione inserita da Davide Collavini    27 Aprile, 2025
Ultimo aggiornamento: 27 Aprile, 2025
Top 50 Opinionisti  -  

A distanza di un anno da "Skywards", i Severed Angel tornano con l'album "When Eternity Ends", confermando la loro maestria nel fondere melodie potenti, assoli virtuosi e narrazioni avvincenti. Per chi non li conoscesse, i Severed Angel sono una band proveniente dal nord-est degli Stati Uniti (New York e Pennsylvania). La band ha lavorato nell'underground per anni, pubblicando i primi due album in maniera indipendente e riuscendo comunque a raggiungere alti livelli di successo. Alla fine del 2024, i Severed Angel hanno firmato con la NoLifeTilMetal Records per pubblicare questo loro terzo album a livello internazionale.
Il full-length si apre con "The Fall of Rain", un'introduzione atmosferica che crea un senso di tensione grazie alla voce ospite di Gail Bourque. Questo brano prepara il terreno per "Through the Eyes of Time", un pezzo che incarna il classico sound heavy metal melodico della band.
Tra i brani più notevoli troviamo "Cry Out to the World", che combina elementi di metal progressivo con un ritmo incalzante, e "Shed", un pezzo aggressivo che invita all'headbanging. "Like Lightning" si distingue per la sua potenza e velocità, mentre "Wolf in Sheep’s Clothing" offre un ritornello estremamente orecchiabile. L'album si conclude con "The Demon’s Alive", un brano che adotta un'atmosfera più cupa e sinistra, mostrando la versatilità della band nel passare da un genere all'altro con facilità. In conclusione, un disco che conferma tutto ciò che avevamo ascoltato nel lavoro precedente. Grande tecnica, produzione ad alto livello per una band di cui sicuramente sentiremo parlare a lungo.

Trovi utile questa opinione? 
10
Segnala questa recensione ad un moderatore
releases
 
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Davide Collavini    13 Aprile, 2025
Ultimo aggiornamento: 13 Aprile, 2025
Top 50 Opinionisti  -  

L'album "Children Of The Earth" dei Christian Mistress è un ritorno tanto atteso per una band che ha lasciato il segno nella scena heavy metal classica. Il titolo "Children of the Earth" si lega al filo conduttore dei testi nel resto delle canzoni. L'idea per l'album è nata da antichi scritti trovati su una tavoletta d'oro o un'iscrizione orfica in una tomba senza nome all'interno di una grande necropoli nel sud Italia. Si pensa che sia uno degli elementi di scrittura più antichi mai trovati. L'iscrizione orfica faceva riferimento alle istruzioni su come trovare il Lago della Memoria nel regno dell'Ade durante il viaggio dei morti. Il cercatore doveva passare e dire: "Sono un figlio della Terra e del Paradiso stellato", per passare alla morte.
Andiamo ad analizzare ora le tracce che compongono l’album. City Of Gold: L'album si apre con energia e velocità. Questo brano è un inno heavy metal che cattura immediatamente l'attenzione, con riff potenti. Voiceless: Qui troviamo dinamiche interessanti e cambi di ritmo che mantengono alta l'attenzione. Demon's Night: Questo brano si distingue per un ritornello memorabile e un finale sorprendente. È un esempio perfetto della capacità della band di creare melodie accattivanti. Love Of The World: Un pezzo che si avvicina al blues rock, con un assolo straordinario. Tuttavia, potrebbe essere percepito come meno incisivo rispetto ad altre tracce. Mythmaker: Un brano oscuro e potente. La struttura e l'atmosfera lo rendono uno dei punti salienti dell'album. Death Blade: Con un riff che ricorda lo stile di Van Halen, questa traccia è un'esplosione di energia e tecnica chitarristica. Lake Of Memory: Una melodia di chitarra bellissima domina questo brano, dimostrando la maestria compositiva della band. Shadow: La chiusura dell'album è affidata a una traccia oscura e strutturalmente innovativa. Le armonie vocali e il ritornello catturano l'attenzione. L'album, pur durando solo circa 30 minuti, riesce a condensare un'esperienza musicale intensa e coinvolgente. La produzione mantiene un suono solido e naturale, che si sposa perfettamente con il concept dell'album. Musicalmente i Christian Mistress danno segno di elevata bravura e di capacità tecniche di alto livello. Unica critica: le qualità vocali della Davis a volte risultano poco grintose o non all’altezza per la tipologia dei brani.

Trovi utile questa opinione? 
00
Segnala questa recensione ad un moderatore
releases
 
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Davide Collavini    21 Marzo, 2025
Top 50 Opinionisti  -  

I Linkin Park sono tornati! La band di Mike Shinoda, come è risaputo, orfana di Chester Bennington, sembrava destinata all’oblio più assoluto, relegata alla storia della musica metal senza nessuna possibilità di ricalcare nuovamente le classifiche musicali. Anche perché sostituire Chester non era cosa da poco: era l’anima della band, colui che con la sua voce entrava prepotente nei cuori e nelle menti di chi ascoltava le canzoni dei Linkin Park. Invece, è successo che Mike abbia scommesso su una giovane ragazza, classe '86, dotata di una voce potente, di quelle che ti scuotono e ti danno l’energia giusta: Emily Armstrong. Inevitabile il paragone con Chester, anche se Emily ha una tecnica tutta sua e non cerca assolutamente di imitare il compianto ex cantante dei Linkin Park. Oltre a Emily, le novità della band includono: nuovo batterista e anche un restyling al logo. Da qui è nato il nuovo album dei Linkin Park, From Zero: una ripartenza, un nuovo inizio appunto. L'album si apre con un'introduzione potente e suggestiva, che mette subito in evidenza la sinergia tra la voce di Emily e quella di Mike Shinoda. I brani alternano momenti di intensa energia a passaggi più melodici, con testi che affrontano temi universali come la resilienza, il cambiamento e la rinascita. La produzione, curata da Shinoda, è brillante e moderna, mantenendo però gli elementi caratteristici del sound della band.
The Emptiness Machine, il primo singolo dell’album, combina una melodia accattivante, riff potenti e un ritmo coinvolgente, mettendo subito in risalto le qualità vocali di Emily. Altri brani di rilevante importanza sono Heavy Is The Crown, dove Emily esprime con forza quanto sia pesante portare questa "corona," in riferimento all’eredità di Chester; un brano coinvolgente nello stile classico dei Linkin Park. Over Each Other è quasi una sorta di ballad, con melodie più sofisticate e particolari: un ritmo decisamente più lento, senza però risultare banale. Two Faced, altro brano in puro stile Linkin Park, vede la potenza vocale di Emily e il ritmo martellante dominare la scena. Gli altri brani scorrono via senza colpo ferire, almeno per il sottoscritto. In conclusione, un album che come ripartenza fa ben sperare per il futuro. Non sarà un capolavoro, ma si tratta di un lavoro rispettabile che saprà accontentare i vecchi fan e conquistarne di nuovi. Merito anche di Emily: con lei Mike Shinoda ha vinto la sua scommessa. Un bentornato ai Linkin Park!

Trovi utile questa opinione? 
00
Segnala questa recensione ad un moderatore
releases
 
voto 
 
4.0
Opinione inserita da Davide Collavini    21 Marzo, 2025
Ultimo aggiornamento: 22 Marzo, 2025
Top 50 Opinionisti  -  

Shadow of the Talisman è una band heavy metal di Flint, Michigan (USA) che si sforza di unire tutte le sfaccettature della scena metal attraverso complessi viaggi musicali e testi strazianti, è una comunità in cui ogni metallaro può trovare qualcosa di perfetto per sé. "As Above, So Below," l’album di debutto degli Shadow of the Talisman, è un disco che si distingue per la sua capacità di unire diversi sottogeneri del metal in un'esperienza sonora unica. La band ha creato un'opera concettuale che racconta una storia mitica e oscura, centrata sui personaggi di The Outlaw e The Dark One. L'album si apre con "Arise," un brano che combina riff potenti e melodie epiche, stabilendo immediatamente il tono drammatico della narrazione. La voce di Mike Smith si alterna tra toni puliti e urla aggressive, mentre le chitarre di Zack Harrison e Owen Summerland creano armonie intricate. Un altro pezzo di spicco è "What Is Real?", che esplora temi esistenziali attraverso riff pesanti e melodie accattivanti. La tensione emotiva è palpabile, riflettendo il viaggio interiore del protagonista. "Fiery Descent," invece, è un assalto thrash metal piena di energia con una batteria martellante e assoli di chitarra fulminei. L'album è un mix di aggressività e complessità melodica, che riesce a mantenere un equilibrio tra tradizione e innovazione. La band, composta da Mike Smith (voce), Zack Harrison e Owen Summerland (chitarre), Eli Kinney (basso) e Kyle Williams (batteria) e dimostra una notevole versatilità e passione per il metal in genere. Ogni traccia è attentamente costruita per riflettere il peso emotivo e tematico della storia, rendendo l'album un'esperienza immersiva. Gli Shadow of the Talisman dimostrano una padronanza tecnica e una visione artistica che li rendono una band da tenere d'occhio!

Trovi utile questa opinione? 
10
Segnala questa recensione ad un moderatore
releases
 
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Davide Collavini    25 Febbraio, 2025
Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 2025
Top 50 Opinionisti  -  

I Vinodium sono un gruppo heavy/thrash metal formatosi nel 2005 a Tomelloso (Ciudad Real). Con tre album pubblicati e una solida carriera, la band si è evoluta dai suoi primi demo alla collaborazione con la prestigiosa etichetta Art Gates Records. Il loro terzo album, Involución, si è distinto per il suo sound maturo e tecnico e nel 2022 è stata pubblicata un'edizione deluxe che gli spagnoli hanno portato in tournée nella penisola iberica. Nel corso degli anni, hanno condiviso il palco con alcuni dei più grandi gruppi rock e metal spagnoli, tra cui Barón Rojo, Koma e Kaos Urbano.
L'ultimo album intitolato "¿En Qué Mundo Vivimos?", è un'opera di Thrash Metal che non delude le aspettative. Pubblicato a fine 2024, questo album segna il ritorno della band spagnola dopo cinque anni di silenzio. L'album si apre con un'introduzione intitolata "Quebranto", seguita da nove tracce che mantengono un ritmo potente e coinvolgente. Il primo brano, "Creación / Destrucción", si distingue per i suoi riff accattivanti e un ritornello facile da memorizzare. "Viboras" è un altro pezzo che invita all'headbanging fin dai primi istanti, grazie alla combinazione di voci doppie e un ritmo potente. Il brano "¡Kiero Salir!" opta per velocità e intensità, tipiche del Thrash Metal, mentre la traccia che dà il titolo all'album, "¿En Qué Mundo Vivimos?", mescola velocità e intensità con riff potenti e un assolo di chitarra ben eseguito. "Plásticos" si distingue per i suoi riff che ricordano i Sepultura dell'era "Beneath the Remains" o "Arise". La produzione dell'album è moderna e ben definita, con un suono brillante e potente che permette di apprezzare ogni dettaglio delle registrazioni. Molto bella anche la copertina. In conclusione, "¿En Qué Mundo Vivimos?" è un album che, pur non rivoluzionando il thrash metal, riesce a lasciare il segno grazie alla passione e all'energia dei Vinodium. Gli amanti del genere troveranno sicuramente pane per i loro denti in questo lavoro!

Trovi utile questa opinione? 
00
Segnala questa recensione ad un moderatore
releases
 
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Davide Collavini    09 Febbraio, 2025
Ultimo aggiornamento: 09 Febbraio, 2025
Top 50 Opinionisti  -  

"Monopoly on Violence" è il secondo album in studio per i Destabilizer, giovane band thrash Metal danese nata nel 2020. I Destabilizer sono composti da Niels Sonne (chitarra), Kenneth Terkelsen (batteria) e Thomas Haxen (basso e voce principale).
L'album è caratterizzato da un sound thrash metal classico, con riff veloci e potenti, e una produzione pulita che mantiene l'energia selvaggia tipica del genere. Le canzoni presentano una varietà di tempi, da tracce veloci come "Rampage", a quelle più lente e pesanti come "Monopoly on Violence". Le performance vocali di Haxen e Terkelsen sono particolarmente notevoli, con Haxen che porta un'energia maniacale alle tracce e Terkelsen che aggiunge supporto vocale con growl e screams. Le tracce più riuscite dell'album includono "Easy Prey" e "Pacific Holocaust", che combinano elementi di band thrash d’ispirazione come gli Exodus. In conclusione, “Monopoly on Violence" è un album che non si limita a intrattenere, ma spinge l'ascoltatore a riflettere su temi cruciali come il potere, la violenza e il controllo. I Destabilizer dimostrano una grande maturità artistica, combinando un sound potente e innovativo con testi profondi e provocatori.

Trovi utile questa opinione? 
00
Segnala questa recensione ad un moderatore
releases
 
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Davide Collavini    19 Gennaio, 2025
Ultimo aggiornamento: 19 Gennaio, 2025
Top 50 Opinionisti  -  

Fondati da Danica "Lynx the Huntress" Minor con la chitarra e i testi di una pazza nel 2014. I Vipërwitch hanno trascorso il loro breve anno e mezzo nel 2017 con la prima formazione ottenendo un bel po' di successo. Con Lynx che ha portato avanti tutta la sua conoscenza pregressa di composizione sinfonica, chitarra jazz metal e scrittura di letteratura fantasy, e il mix di due guerrieri thrash nati nel deserto, i Vipërwitch hanno rapidamente trovato il loro posto tra i loro fratelli NWOTHM. Con l'aiuto della sezione ritmica melodica e veloce hanno guidato il loro viaggio con le stelle negli occhi. Il primo team ha avuto l'onore di aprire per gli Heavy Metal Heroes; Dokken, Lita Ford, Flotsam & Jetsam, Bewitcher, Seax, Warbringer ed Enforcer. Nel 2019 i Vipërwitch sono stati scelti e sono diventati finalisti nazionali (3 round su 4) per la Wacken USA Battle of the Bands.
Dopo una doverosa premessa sulla storia di questa band, passiamo ad esaminare il loro album di debutto.
Devo dire che sono rimasto piacevolmente colpito da questa opera dei Vipërwitch, l'album è composto da tredici tracce, costituite da pezzi di heavy metal tradizionale. Brani come "The Viperwitch", "The Huntress" e "She Wolves Of The Wasteland", sono caratterizzati da riff accattivanti e melodie potenti. Questi brani sono arricchiti da tracce come "Bathory", con un tocco punk, e "No Gods, No Masters", più lenta e intensa. "Hellbound" è un altro pezzo notevole, con un duetto tra Danica Minor e Devin Reiche.
L'album include anche pezzi strumentali influenzati dalla mitologia norrena e dal metal futuristico, come "Legend Of The Midnight Rider: Saxon Killer" e "Vapor City: Blood And Steel Upon The Silver Tower". Questi brani strumentali creano un'atmosfera unica e coesa, legando insieme l'intero album e donando un’esperienza unica all’ascoltatore.
Nonostante la produzione non sia impeccabile e alcune tracce poco convincenti, l'album riesce a trasmettere un fascino nostalgico e un'energia travolgente. La presenza di numerose tracce strumentali e testi ironici aggiunge un ulteriore livello di divertimento e originalità.
In sintesi, "Witch Hunt: Road to Vengeance" è un album che riesce a combinare elementi di heavy metal tradizionale con un tocco di teatralità e ironia, creando un'esperienza di ascolto coinvolgente e divertente.

Trovi utile questa opinione? 
10
Segnala questa recensione ad un moderatore
releases
 
voto 
 
4.0
Opinione inserita da Davide Collavini    01 Gennaio, 2025
Ultimo aggiornamento: 01 Gennaio, 2025
Top 50 Opinionisti  -  

Fondati nel 2013, i Grey Attack di Aquisgrana, Germania, hanno voluto celebrare il loro stile heavy metal senza cliché fin dall'inizio. Offrono riff duri e pesanti con un suono potente e sporco, guarnito con la voce incomparabile del loro cantante Grey Charlez.
I Grey Attack con "Back to Greysland" ci deliziano con un album ricco di un sound maturo, con sonorità classiche rock con un tocco moderno. I tedeschi con questo album sono tornati alle loro sonorità originali, guardando però anche al futuro, senza cadere nel banale.
Da queste motivazioni il tema e il titolo dell’album prendono spunto. Rispetto ai dischi precedenti troviamo un sound più crudo e diretto orientato verso un rock’n’roll più grezzo e immediato. Le chitarre ruggenti e una sezione ritmica solida creano un’atmosfera coinvolgente fin dalla prima nota. L’album dimostra una maturazione artistica notevole da parte della band rispetto all’album precedente, i brani sono ben strutturati, i testi profondi e le melodie molto accattivanti. In “Back to Greysland” la varietà dei brani è uno dei punti di forza. Passando per inni rock energici e coinvolgenti come “We Want It All”, a ballate malinconiche e introspettive come “The Fire”, senza dimenticare brani come “Soldier” potenti e compatti che decantano la voglia di sperimentare della band. Tutta questa varietà rende l’album interessante e mai noioso. Le varie influenze di band come Nazareth e The Scorpions sono evidenti. Ma i Grey Attack le usano espressamente per creare un sound nostalgico ma nello stesso tempo moderno. Un album da ascoltare e riascoltare sicuramente. In conclusione:
"Back to Greysland" è un album solido e ben prodotto che conferma i Grey Attack come una delle band più interessanti del panorama hard'n'heavy tedesco.
Aspetti positivi: Suono crudo e diretto, brani ben strutturati, produzione di qualità.
Aspetti negativi: A volte i pezzi sono un po' troppo lunghi e alcuni potrebbero risultare simili tra loro.
Brano preferito: “Soldiers”

Trovi utile questa opinione? 
00
Segnala questa recensione ad un moderatore
releases
 
voto 
 
4.5
Opinione inserita da Davide Collavini    12 Dicembre, 2024
Ultimo aggiornamento: 12 Dicembre, 2024
Top 50 Opinionisti  -  

Formati nel 2007 in Baviera, Germania, i Dust Bolt sono stati risoluti e spietati nella ricerca della gloria metal negli ultimi 16 anni. Amici d'infanzia con una passione collettiva per il metal in tutte le sue varie forme, il quartetto guidato dal cantante/frontman Lenny Bruce si è affermato come una delle band thrash metal più importanti d'Europa. Il loro quinto album, Sound & Fury è un disco che affina e ridefinisce rumorosamente il suono dei Dust Bolt per una nuova era. Scritto durante i mesi isolati di blocco pandemico, il nuovo full-length rappresenta l’apice della creatività della band e un grande passo avanti in ogni reparto.
"Sound of Fury" (da ora SoF) è un pugno nello stomaco, un'ondata di adrenalina pura che ci coinvolge in un vortice di emozioni contrastanti. In “SoF” troviamo creati e mescolati con maestria elementi hardcore, metal e punk, generando un sound unico e inconfondibile.
Il cuore pulsante di questo album sono i riff taglienti di chitarra e la batteria martellante. Cattura l’attenzione ad ogni nota, regalando esperienze sempre diverse. Note che sembrano intrinseche di rabbia.
Ma “SoF” non è solo rabbia e martellamento sonoro, molte melodie a volte ci aspettano con sorpresa all’interno delle composizioni più violente, regalando all’ascoltatore momenti di emotività
Anche la produzione contribuisce a rendere “SoF” un’esperienza positiva e coinvolgente. Il suono è potente e cristallino.
Un disco realizzato molto bene, che ci permette di spaziare dal rock pesante a sensazionali melodie. L’album poi cresce anche ascolto dopo ascolto, si apprezzano molto le chitarre non solo con i riff taglienti, ma anche con i passaggi melodici, come in “Sound and Fury” per esempio. Come brani degni di nota, oltre alla già citata “Sound and Fury” (con le sue melodie miste rabbia, rullate e cambi di ritmo veramente ben fatti), troviamo la cattiva e martellante "New Flame” dove le chitarre si scatenano alla grande e il ritmo della batteria è incessante. Ritmi belli sostenuti anche in “Love & Reality” con assoli e riff sempre al massimo. “You Make Me Feel (Nothing)” cattiva, rude e dal ritmo serrato e pesante ci accompagna verso la fine dell’album, che si conclude con “Little Stone” una ballata, dove le chitarre interrompono la furia avuta in tutto l’album per note più tristi, malinconiche. Anche la voce rallenta e ci lascia una tonalità più sofferta. Molto bella.
Ammetto che non conoscevo questa band tedesca e sicuramente questo “SoF” ha attirato la mia attenzione.
In conclusione, "Sound of Fury" è un album coraggioso, che non ha paura di sperimentare. Un disco che lascia il segno e che merita di essere ascoltato più volte.

Trovi utile questa opinione? 
00
Segnala questa recensione ad un moderatore
56 risultati - visualizzati 1 - 10 1 2 3 4 5 6
Powered by JReviews

releases

Scala Mercalli narrano di fatti e personaggi della Grande Guerra
Valutazione Autore
 
3.5
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Ex Deo, lectio de imperatoribus.
Valutazione Autore
 
3.5
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
I Cancer e i cancri dell'umanità.
Valutazione Autore
 
4.0
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Primal : Iron Age, un EP energico e potente!
Valutazione Autore
 
4.0
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Severed Angel :con  When Eternity Ends, una conferma di qualità.
Valutazione Autore
 
4.0
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Trick or Treat, un serio candidato per il disco dell'anno
Valutazione Autore
 
5.0
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)

Autoproduzioni

Wasted: distruzione totale
Valutazione Autore
 
3.5
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Hans & Valter, ma la chitarra?
Valutazione Autore
 
2.5
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Sacrifix, thrash old-school dal Brasile
Valutazione Autore
 
2.5
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Phear, ottimo heavy/thrash dal Canada
Valutazione Autore
 
4.0
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Grandi passi avanti per il progetto On My Command
Valutazione Autore
 
3.5
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)
Alarum, sulla scia di Cynic e Death
Valutazione Autore
 
3.5
Valutazione Utenti
 
0.0 (0)

Consigli Per Gli Acquisti

  1. TOOL
  2. Dalle Recensioni
  3. Cuffie
  4. Libri
  5. Amazon Music Unlimited

allaroundmetal all rights reserved. - grafica e design by Andrea Dolzan

Login

Sign In

User Registration
or Annulla