Opinione scritta da Ferdinando
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Ultimo aggiornamento: 30 Settembre, 2024
Top 50 Opinionisti -
Dopo quaranta (sì, quaranta!) anni, i Dark Heart tornano con un album ricchissimo di energia e di forza. I pezzi, a partire dal brano di apertura "Darkest Eyes", non sono mai in difficoltà: le idee sono precise, taglienti ed efficaci, coinvolgono l'ascoltatore nello spirito di un Metal maturo, ma che non ha perso la voglia di farsi sentire. La sinergia degli strumenti è evidente dal primo ascolto e, almeno personalmente, non ho trovato alcun pezzo dove la relazione tra chitarre, basso, voce e batteria convincesse poco. Le strutture delle canzoni sono forti e robuste. Quello che convince meno del resto (ma non poco), sono forse le melodie poco incisive a che restano poco impresse, ma non è detto che il Metal debba infestare la mente dell'ascoltatore o essere cantabile. Meraviglioso, infine, il riff che apre l'ultima traccia, "Shadows of the Night".
Ultimo aggiornamento: 22 Agosto, 2024
Top 50 Opinionisti -
A circa due anni dall'ultimo album, Axel Rudi Pell torna a farsi sentire, probabilmente come tutti i vecchi fan lo conoscono. Nulla di nuovo nella musica del chitarrista tedesco, il che non è necessariamente un difetto. Le tracce sono energiche e potenti, reminiscenti a tratti degli anni '80, con un mix potente e deciso. Grande attenzione è stata posta nella melodia del canto e delle parti di chitarra, come è tipico del nostro chitarrista, ma poca è l'intenzione di portare innovazione, come è di nuovo tipico. Tracce come "Forever Strong" e "Guardian Angel" entrano in testa specialmente per i loro ritornelli energici e speranzosi, ma forse non riescono a segnare l'ascoltatore abbastanza in profondità affinché decida di tornarci dopo i primi ascolti, specie se si tratta di un ascoltatore navigato. Insomma, un disco che fornisce del buon materiale per chi cerca nuove tracce da ascoltare, ma forse non molto di più. Ad ogni modo, il disco, come ogni album di Axel Rudi Pell, trasuda amore per la musica, e forse alla fine conta solo questo.
Ultimo aggiornamento: 03 Agosto, 2024
Top 50 Opinionisti -
L'album di debutto dei Cambio Radicale è un signor album. Si comprende subito lo stile diretto e privo di fronzoli ed è chiaro che si tratta di una scelta stilistica (molto apprezzabile). Le basi strumentali sono efficaci, con assoli di chitarra qua e là che non pretendono mai di rubare scena alla voce. È infatti la voce di Valerio Franchi la protagonista dell'album, insieme ai testi che raccontano, schiette come una freccia, di tematiche dirette, ma non per questo banali. La frenesia quotidiana, il caos (per l'appunto), e la confusione sono ciò di cui sentirete raccontare in questo album, senza però dimenticare uno dei temi sempreverdi della musica: l'amore. Nel complesso abbiamo tra le mani un ottimo album che rende onore alla lingua italiana, così ingiustamente ignorata nella scena Metal della penisola (ci si verrebbe da chiedere se non sia proprio questo il motivo per cui ancora il nostro paese arranca nel trovare la propria identità metal?). Un ottimo prodotto dunque... e ci si augura un ancor più ottimo seguito!
Ultimo aggiornamento: 14 Luglio, 2024
Top 50 Opinionisti -
"On This Earth" è un inno alla condizione umana e animale in generale da parte degli Inver, gruppo sul quale abbiamo poche informazioni dedito ad un piacevole Gothic Metal. Veniamo soli e ce ne andiamo soli. Questo è, in buona sostanza, quello che l'album racconta all'ascoltatore. Il moto malinconico non risulta depressivo, almeno alle orecchie, ma nel corso dell'album ci si domanda a più riprese se la musica suonata renda davvero giustizia a questo messaggio intenso. Le tracce sono infatti ben realizzate, ma sembrano in generale mancare dello spessore che rende una band accattivante e trascinante. Perché sì, anche l'umore depresso e malinconico può risultare trascinante e irresistibile, se messo in musica con ispirazione. E forse è proprio questa ispirazione che manca al primo album di questa band, promettente ma ancora acerba e dal futuro nebuloso. Si avverte in generale che deve essere affinato il linguaggio musicale, perché così com'è non rende giustizia al malinconico cuore pulsante della band. Al momento questo disco di soli sette brani si avvicina soltanto alla sufficienza; aspettiamo però gli Inver alla prossima prova, certi che sapranno fare di meglio!
Ultimo aggiornamento: 08 Luglio, 2024
Top 50 Opinionisti -
"Heavy Metal Wraiths" dei Morgul Blade è un album di stile, assolutamente di stile. Non è un disco per chi cerca le capriole delle chitarre o della voce, ma per gli ascoltatori che accettano un prodotto figlio della collaborazione di tutti per raggiungere un fine comune. Ed in questo i Morgul Blade riescono magistralmente. Ogni traccia è bilanciata e di grande gusto. Non si tratta solo di Heavy Metal dal tocco Black, ma di un sound che pesca a mani sufficientemente piene (seppur ben nascoste) dalle dinamiche Pop. I riff sono molto accattivanti e si lasciano ascoltare subito facilmente, così come le melodie vocali e l'immediatezza dei giri di batteria. Insomma, il sound è compatto, assolutamente riconoscibile ma senza fronzoli. Ma non per questo ci troviamo di fronte ad una band banale. Anzi, questa schiettezza compositiva è di certo un tratto che gioca a favore del gruppo, e che sarebbe sensato fare ancora più proprio nel corso degli anni. La migliore traccia è senza ombra dubbio "Neither Cross nor Crown", a cui è impossibile resistere una volta che inizia a suonare. Molto piacevoli gli intermezzi Dungeon Synth, perfettamente adatti alla musica e al tema fantasy oscuro che tratta la band. Se una traccia lascia perplessi, questa è "Widow's Lament", che rompe l'atmosfera dell'album e di cui l'ascoltatore non riesce a cogliere il senso. Un ottimo album in definitiva. Assolutamente consigliato l'ascolto!!!
Ultimo aggiornamento: 19 Giugno, 2024
Top 50 Opinionisti -
Nell'attimo stesso in cui si schiaccia play, l'esperienza di ogni musicista dei Cave è ciò che colpisce immediatamente l'orecchio. Nessun riff, nessun filler di batteria e nessuna inflessione vocale sembrano essere lì per caso. Si tratta di un album in genere privo di punti deboli, in cui ogni canzone è riconoscibile come figlia della band, che seppure sia al suo debutto, dimostra di avere idee più che chiare sulla direzione da intraprendere. Le linee vocali di Ronny Munroe non si dimostrano mai banali e sono sempre fresche, anche dopo settimane di ascolto. Si dimostrano di grande intelligenza anche le parti di batteria di Chris Schwinn, sempre a servizio della musica nel suo complesso. Le tracce che più colpiscono sono "Blinded", col suo ritornello potente ed energico che non rinuncia a un certo senso drammatico, "Against the Fray", per gli stessi motivi pur essendo un pelo meno efficace e "Send for My Soul", con la sua intro magnetica e misteriosa. La traccia meno riuscita ( dove meno riuscita non significa sgradevole, ma solo meno incisiva rispetto alle sue compagne) è la ballad "Like a True Father", forse dalla sentimentalità un po' stucchevole, ma che ritrova energia con l'entrata della batteria, nella seconda metà del pezzo. L'album è nel complesso un'autentica opera d'arte complessa e degna di assoluta nota tra le ultime uscite dell'Hard Rock/Heavy Metal. Personalmente avrei trovato più adatta una produzione leggermente più grezza, che strizzasse maggiormente l'occhio ad un mix old school, forse con una voce un poco più distante e meno "right in your face". Ma è questione di gusti e nulla toglie alla perfetta riuscita dell'album. Ci si aspettano grandissime cose da questa band!
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