TRACKLIST
1- Entrance
2- Departure
3- Encounter
4- Calm wisdom
5- Stir
6- Reflection
7- Eris
8- Dont stay here
9- End of a decade
10- Coda
TRACKLIST
1- Entrance
2- Departure
3- Encounter
4- Calm wisdom
5- Stir
6- Reflection
7- Eris
8- Dont stay here
9- End of a decade
10- Coda
Attendevo con ansia questo nuovo lavoro targato “FRAMES” dopo lo splendido esordio di qualche anno fa intitolato “Mosaik”; si trattava di un album lontano dai soliti lidi strettamente “metal” ai quali siamo abituati, e che andava ad esplorare dinamiche, e atmosfere più vicine al post- rock ed al noise, con una padronanza strumentale ed un eleganza fuori dal comune. Il nuovo “In via” segue le orme del suo predecessore: colori soffusi e incerti che tramite un escalation musicale ed emotiva, esplodono in climax di un intensità quasi irragiungibile: il mezzo è quello già usato da band come i “God is an astronaut” e “Long distance calling”, ovvero musica strumentale che parte lenta, ripetitiva e quasi ossessiva, e che giunge con un sapiente crecendo a sonorità più cattive, quasi rabbiose, ma pur sempre intrise di latente malinconia. Per molti l’eccessiva insistenza di certi riff può essere una grave pecca, e li posso capire, ma se per un attimo usciamo dalla ricerca della forma a tutti i costi, e ci concentriamo sullla sostanza, I “FRAMES” hanno pochi rivali al mondo. Assoluta gemme di “In via” sono la traccia n°5 "Departure" (curiosa la scelta di usare la voce narrante dello scrittore loro conterraneo Herman Hesse),la successiva “Encounter”, lievemente fuori dai canoni da loro stessi dettati, che a tratti ricorda un gothic doom sofisticato (quello degli Anathema o dei Katatonia Tanto per intenderci) e la crimsoniana "Reflection", la più psichedelica e coinvolgente del platter. Un disco che mi sento di consigliare a tutti coloro che amano la musica con la M maiuscola e che vogliono una volta ogni tanto chiudere gli occhi e viaggiare.