TRACKLIST:
1. Spooky Stories
2. Old Vinyl
3. Python
LINE UP:
George Lyberis - vocals, guitars, electronics, programming
Alex Lagogiannis - vocals, bass, electronics, programming
TRACKLIST:
1. Spooky Stories
2. Old Vinyl
3. Python
LINE UP:
George Lyberis - vocals, guitars, electronics, programming
Alex Lagogiannis - vocals, bass, electronics, programming
Correva l’anno 2019 quando, durante la notte di Halloween, Alex e George, due amici di infanzia, decidono di dare vita ad un progetto sonoro “sinistro” e dato che questo duo abitava a Blackwall (quartiere dell’East End di Londra) decise di chiamarsi per l’appunto The Blackwall. Questo omonimo EP è un dischetto di tre tracce che segnano il debutto dei due ragazzi, avvalendosi anche dell’aiuto in studio di registrazione di Hiili Hiilesmaa (al lavoro anche con HIM, Amorphis, Sentenced, Theatre Of Tragedy). Il mood generale fonde sonorità Dark (che potrebbero tranquillamente far parte di colonne sonore di Tim Burton) a quelle più Gothic Rock moderno, incorporando anche qualche sfumatura più metallica.
In realtà le tre tracce non sono esattamente sulla stessa “linea d’onda”, ma ognuna di esse prende una propria direzione. L’opener “Spooky Stories” è un manifesto musicale che descrive appieno la volontà dei The Blackwall, sfruttando delle linee melodiche storte, cantato arido e roco ed un approccio alla chitarra molto sfibrato e funesto. Eppure, nella sua imperfezione, il brano contiene piccoli dettagli che meritano di essere colti, come i tocchi ritmici ed un andamento decisamente imprevedibile che può ricordare anche l’Alice Cooper più velenoso. L’anima drammatica viene fuori con la successiva “Old Vinyl”. Il cantato si veste da crooner e la chitarra si fa via via più malinconica, fino a sfociare nel pessimismo metallico grazie a delle interessanti impennate nei riffs e nella potenza (qualche richiamo agli Him non è così fuori luogo). La finale “Python” mira più ad un assalto Rock, sciorinando ritmiche e giri chitarristici sporchi unendo anche un cantato tenebroso, non mancando però di variegare sempre gli animi. Il brano devia, si contorce ed è pregno ci cambiamenti umorali che rendono l’ascolto molto più appagante di quello che si potrebbe pensare. Come detto, questo esordio è ancora acerbo, senza una via definita e con idee spesso abbozzate, eppure c’è qualcosa di sfizioso, qualcosa che attira ma è ancora presto per dare un parere complessivo.
Un piccolo lavoro interessante, underground, dai mezzi sicuramente poveri, ma che ha dalla sua una piccola luce che si spera possa illuminare in maniera più consistente.