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Un discreto album - forse un po' lunghetto - per i tedeschi Theodicy Un discreto album - forse un po' lunghetto - per i tedeschi Theodicy Hot

Un discreto album - forse un po' lunghetto - per i tedeschi Theodicy

recensioni

gruppo
titolo
Torture of Industry
etichetta
Autoproduzione
Anno

PROVENIENZA: Germania 

GENERE: Death Metal 

FFO: Bolt Thrower, early Six Feet Under, Decapitated, Grimfist, Vader 

LINE UP: 
Paul Korte - vocals 
Gabor Gyuris - guitars 
Patrick Vesper - guitars 
Milan Chmurek - bass, vocals 
Henryk Weidl - drums 

TRACKLIST: 
1. Comment and Conquer [03:43] 
2. From Alive to Skeleton [04:20] =VIDEO= 
3. The Truth [04:08] 
4. White Flag [05:23] 
5. Abscess Human [03:18] 
6. Torture of Industry [04:18] =ASCOLTA= 
7. Rapture [04:27] 
8. Last Strike [04:12] 
9. Resource Desire [04:04] 
10. Hateful World [04:31] =VIDEO= 
11. Bread and Circuses [04:09] 
12. God Eater [05:25] 

Running time: 51:58 

opinioni autore

 
Un discreto album - forse un po' lunghetto - per i tedeschi Theodicy 2022-07-22 16:01:04 Daniele Ogre
voto 
 
3.0
Opinione inserita da Daniele Ogre    22 Luglio, 2022
Ultimo aggiornamento: 22 Luglio, 2022
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Prima volta sulle nostre pagine all'alba del terzo album - uscito autoprodotto ad inizio luglio - per i tedeschi Theodicy; la band è indicata su Metal Archives come Thrash/Hardcore, ora: o il famoso sito si sbaglia, o col tempo i Nostri si sono evoluti, spostandosi verso lidi marcatamente più Death Metal. Qualche vibrazione Hardcore nell'operato dell'act tedesco c'è anche, ma per lo più il sound dei Theodicy è un mix tra il massiccio wall of sound dei Bolt Thrower (chitarre granitiche, growl profondo) ed il groove di gruppi come Six Feet Under ed i Decapitated degli ultimi anni, con qualche incursione anche nel Death/Thrash 'vaderiano'. Il risultato di ciò è quello che possiamo ascoltare in questo "Torture of Industry", terzo album, come dicevamo, per il combo teutonico - ed ultimo con il defezionario batterista Henryk Weidl -; un album dunque che presenta una discreta varietà tra mazzate di Death Metal britannico, sfuriate centro-europee ed pesantissimo groove spacca collo, quest'ultimo soprattutto per via del buonissimo lavoro della sezione ritmica. Considerando la presenza di pezzi buonissimi come ad esempio "From Alive to Skeleton" e "White Flag" - menzione a parte per la title-track, nel cui incipit sentiamo il suono di notifiche delle più famose app di messaggistica - , e che la produzione appare sin da subito ben bilanciata nei suoni, possiamo dire che c'è un unico neo ad inficiare leggermente sul giudizio finale, ossia l'eccessiva durata: 52 minuti per un album di questo genere sono forse un po' troppi, tanto che nella seconda parte dell'opera si accusa un certo senso di "stanchezza", e a farne le spese sono pezzi come "Hateful World". Magari tagliare un paio di pezzi riservandoseli per il futuro avrebbe giovato maggiormente all'economia generale del disco, ma nel complesso possiamo tranquillamente dire che "Torture of Industry" è un album pienamente sufficiente, che mette in mostra una band che potrà sicuramente trovare grazie a questi pezzi l propria perfetta dimensione in sede live: molte di queste canzoni potranno mettere a durissima prova i vostri colli, garantito.

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