Delusi dai Nightwish? Eccovi i Pythia Delusi dai Nightwish? Eccovi i Pythia Hot

Delusi dai Nightwish? Eccovi i Pythia

recensioni

gruppo
titolo
The serpent’s curse
etichetta
Graviton Music Services
Anno

 

Track-list:

1. Cry of our nation

2. Betray my heart

3. Kissing the knife

4. Just a lie

5. Dark star

6. Long live the King

7. The circle

8. My perfect enemy

9. Heartlesss

10. Our forgotten land

 

 

Line up:

Vocal - Emily Alice Ovenden

Lead Guitar – Tim Neale

Guitar – Ross White

Bass – Mark Harrington

Drums – Marc Dyos

Keyboards – Richard Holland

opinioni autore

 
Delusi dai Nightwish? Eccovi i Pythia 2012-11-15 20:10:48 Ninni Cangiano
voto 
 
4.0
Opinione inserita da Ninni Cangiano    15 Novembre, 2012
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Se avessi voluto fare uno scherzo a qualche amico fan dei Nightwish, avrei potuto far ascoltare questi files spacciandoli per il nuovo album della band di Tuomas Holopainen tornata finalmente alle origini e molto probabilmente qualcuno ci sarebbe cascato.... i più attenti, forse, avrebbero notato come il sound dei Nightwish sia maggiormente incentrato sulle tastiere e sulle orchestrazioni, mentre in questi files a farla da padrone sono le chitarre e la batteria. E’ questa, infatti, la principale differenza del sound degli inglesi Pythia che scongiura il pericolo dell’etichetta di “gruppo clone”; le chitarre di Tim Neale (solista) e Ross White, supportate ottimamente dalla batteria del grande Marc Dyos (fondatore della band assieme alla singer), sono decisamente protagoniste del sound di questa interessantissima band, giunta con questo “The serpent’s curse” al secondo album, dopo il debut “Beneath the veiled embrace”, a me purtroppo sconosciuto (ma rimedierò presto alla mancanza!). Se poi aggiungete che nella formazione c’è una soprano come l’affascinante Emily Alice Ovenden, che non sfigurerebbe affatto in un duetto con la grande Tarja Turunen (continuo a chiedermi per quale dannato motivo i finnici scelsero la Olzon per sostituirla!), capirete che le potenzialità di questi Pythia sono davvero notevoli. La musica di questo “The serpent’s curse”, inoltre, coinvolge e convince pienamente, tanto che mi verrebbe da accostare questo lavoro ai primi capolavori dei Nightwish, come “Oceanborn” e “Wishmaster”, con i quali sono convinto potrebbe reggere tranquillamente il confronto. Brani come l’opener “Cry of our nation”, “Just a lie”, “My perfect enemy” o “Heartless” sono vere e proprie gemme di power sinfonico, anche se è comunque tutto l’album ad attestarsi su un livello qualitativo tendente all’eccezionale. Qualcuno potrà obiettare che forse questi Pythia non sono particolarmente originali ed arrivano in ritardo di una decina d’anni, rispetto all’esplosione di questo particolare genere musicale e forse non avrebbero tutti i torti, ma quando ascolto musica così piacevole non m’interessa assolutamente niente di simili considerazioni, ritenendo che possano passare in secondo piano rispetto alla qualità del lavoro proposto ed alla tecnica dei singoli artisti. Date una chance a questi Pythia e vedrete che ne rimarrete affascinati, un “must” per i fans del particolare genere musicale!

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