Tornano a farsi sentire i tedeschi Paradox Tornano a farsi sentire i tedeschi Paradox Hot

Tornano a farsi sentire i tedeschi Paradox

recensioni

gruppo
titolo
Tales of the weird
etichetta
AFM Records
Anno

 

Track-list:

1. Tales of the weird

2. Day of judgement

3. Brutalized

4. Fragile alliance

5. Escalation

6. Brainwashed

7. Slashdead

8. Zeitgeist

9. The downward spiral

10. A light in the black

 

 

Line-up:

Charly Steinhauer (Guitar - Vocals)

Christian Muenzner (Guitar)

Olly Keller (Bass)

Daniel “Evil Ewald” Buld (Drums)

opinioni autore

 
Tornano a farsi sentire i tedeschi Paradox 2012-12-09 09:53:06 Ninni Cangiano
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Ninni Cangiano    09 Dicembre, 2012
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Ci sono delle volte in cui, se non fosse per le proposte delle labels, molto difficilmente ci si avvicinerebbe ad un album ed ad una determinata band; è questo il caso per me con i Paradox ed il loro nuovo album “Tales of the weird” (molto bella la copertina!) di cui vi parlerò di seguito grazie alla proposta pervenutami dalla AFM Records. I Paradox sono una band tedesca attiva addirittura dal lontano 1986 che però, a causa di diverse vicissitudini anche gravi (tra cui il decesso di buona parte della famiglia del leader Charly Steinhauer), ha finora prodotto solo 5 albums prima di questo nuovo prodotto. L’heavy/thrash proposto dalla band tedesca è molto affascinante, convincente, orecchiabile, ritmato... ha insomma tutte quelle caratteristiche per far breccia nel cuore di un vecchio defender come il sottoscritto e per far scuotere il vostro capoccione in un furioso headbanging tritavertebre cervicali! Dopo un attacco che sembra scippato a quello di “Crystal Ann” degli Annihilator, parte la title-track che mette subito in chiaro cosa aspettarsi da questo album: ritmiche sostenute e frizzanti grazie ad un ottimo batterista di nome Daniel “Evil Ewald” Buld; un cantato aggressivo grazie alla discreta, ma non eccezionale, voce di Charly Steinhauer; piacevoli parti strumentali con notevoli passaggi di basso e chitarre. Il disco procede sulla stessa falsariga lungo i 10 brani di cui è composto, senza particolari cali a livello qualitativo (non ci sono fillers di sorta in questo disco, sia chiaro!), anche se con qualche minutaggio importante e forse un tantino esagerato (la title-track dura quasi 10 minuti, un’eternità in campo thrash!). Ogni tanto si sente persino qualche passaggio di tastiera, di cui ignoro l’autore, come le indovinatissime parti in stile anni ’70 nella conclusiva “A light in the black”. Ecco, sono proprio le parti strumentali ad essere la carta vincente di questo “Tales of the weird”, a dimostrare la indubbia capacità tecnica dei 4 musicisti della band. Non avevo mai avuto modo di ascoltare alcunché di questa band, nonostante la sua lunga storia, ma questo album mi ha convinto a colmare la mia lacuna.... se siete appassionati di heavy/thrash direi che dovete tenere d’occhio questi Paradox!

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