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Incursed: Vichinghi...Dalla Spagna!

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Fimbulwinter
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autoprodotto
Anno

 

01. Endless, Restless, Relentless 02:42
02. Svolder’s Battle 05:33
03. Ginnungagap 03:55
04. Jörmungandr 05:01
05. Feisty Blood 02:55
06. Homeland 04:58
07. Nordwaldtaler 06:37
08. Northern Winds 05:52
09. Finnish Polkka 02:05
10. Guardians 04:54
11. Erik The Deaf 10:18

opinioni autore

 
Incursed: Vichinghi...Dalla Spagna! 2013-01-29 21:33:33 Gianni Izzo
voto 
 
3.0
Opinione inserita da Gianni Izzo    29 Gennaio, 2013
Ultimo aggiornamento: 29 Gennaio, 2013
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Per l’appunto, gli Incursed sono spagnoli, cantano in inglese, titolano spesso le loro canzoni in idioma germanico, decantano storie e miti norreni. Una cosa che personalmente non capirò mai, ci saranno storie e miti iberici interessanti da farci conoscere? Abbiamo decine di band norrene che ci spiattellano ormai da anni le loro storie popolari, serve davvero che ci vengano a parlare di loro anche dal sud?
In ogni caso, gli Incursed si presentano come una classica pagan metal band, uniscono strumenti metal e popolari come la fisarmonica, passano dal black al death, dal folk al power. La produzione è buona, ancor di più se si pensa che siamo di fronte ad un’autoproduzione. Qualche suono sporco ci riporta con la mente ad una quindicina di anni fa, così come la copertina ci ricorda molto da vicino i Bathory (ma qui si fermano le somiglianze). In generale il disco è buono e piacevole da ascoltare, gran bei pezzi talvolta epici e sinfonici, altre volte battaglieri, altre ancora oscuri. Diciamo che le tastiere e la fisarmonica sono effettivamente il punto forte del gruppo, non lo è invece il cantato pulito, troppo debole, indeciso, il diaframma talvolta va anche usato per cantare. Molto meglio quando le clean si armonizzano e sfociano in un chorus che guarda molto al power. Anche alcuni riff ed alcune scelte melodiche sembrano un po’ scolastiche, ma aldilà di questo il disco è sicuramente sufficiente in quasi tutti i suoi momenti, e lo strumentale festaiolo è divino. Il finale è affidato ad una melodia ben nota, cantata in stile pub, a la Korpiklaani, Alestorm e compagnia bella, ma non vi preoccupate, i 10 e passa minuti sono fittizi, in realtà c’è una ghost song alla fine del disco nella quale rivivrete il piacevole sound di taluni videogiochi targati Commodore 64!

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