Live dei Korn Hot

The Path of Totality è il controverso album dei Korn del duemila e undici, che presentava un suono dove lo stile dei nostri veniva coniugato con il Dubstep, genere di musica elettronica oggi molto in voga grazie ad act come Skrillex, Flinch, 12 Planeth non a caso presenti tra le collaborazioni del disco; controverso appunto per questa scelta che ha fatto storcere il naso a chi voleva qualcosa di più legato al sound tradizionale dei nostri, nonostante l’album precedente “Korn III Remember Who You Are” avesse tentato proprio questo, fallendo e dimostrando come ormai la musa dei Korn risiedesse in altri lidi.
Il disco è ora presente anche in versione live accompagnato da un dvd del concerto tenutosi ad Orlando, anche se a dire il vero non si tratta di una riproposizione completa, in quanto sono presenti diverse tracce dei dischi precedenti e pure due cover, una dei Pink Floyd e una dei Metallica; la seguente recensione si concentrerà naturalmente sulla sezione audio.
La prima parte, o meglio le prime sette tracce, sono prese dal album prima menzionato, e funzionano più come un dj set piuttosto che un tradizionale concerto Rock, con i vari collaboratori che si avvicendano sul palco, anche se non mancano le chitarre, in un paio di occasioni lo stesso Skrillex si cimenta con lo strumento a corde essendo lui stesso stato un chitarrista in alcune band prima di darsi completamente al Dubstep; si parte con il singolo “Get Up” e si prosegue in un marasma elettronico che ricorda un incrocio tra un evento da club e un concerto dei Korn, e tutto sommato la cosa funziona, anche se fa specie il fatto che la parte più interessante non stia nella performance vocale di Davis, che con gli anni mostra sempre più come l’aver raggiunto i quaranta accompagnandoli con alcool e droghe non abbia giovato alle sue doti da palcoscenico.
L’altra parte è invece una sorta di riepilogo della carriera dei Korn e sorprendentemente presenta anche un pezzo dell’omonimo debutto di inizio anni novanta, ovvero “Predictable”, anche se alla fine la differenza tra questo pezzo e gli altri, e il fatto che lo stesso non sia eseguito con la furia del passato, demarca quanto i Korn siano cambiati nel tempo sia per stile, sia proprio per possibilità fisiche; leggermente inutile la presenza di “One” dei Metallica ridotta ad un pastiche di un minuto, e abbastanza prolissa la versione di “Another Brick In The Wall” da undici minuti, e fa specie la versione più lenta di “Freak On A Leash”, pezzo che gioca proprio sulla velocità.
Tirando le somme questo live da un po’ il punto della situazione sui Korn, e so di andare contro l’idea di molti, ma credo che questa nuova strada che hanno intrapreso sia quella da sviluppare, perché è chiaro che i vecchi abiti ormai stanno stretti, i Korn non sono più una band di ragazzi dediti al Nu Metal, ma uomini quarantenni visibilmente annoiati con il loro passato, pur cercando di corteggiarlo a tratti in momenti di confusione, e che necessitano di nuovi stimoli musicali. In definitiva un disco per chi ha apprezzato l’ultimo lavoro del gruppo, bisogna poi vedere la parte visiva che scommetto da un valore aggiunto al tutto, ma come detto qui ci si occupa del suono.