Heavatar: un nuovo progetto che mischia power metal e musica classica Heavatar: un nuovo progetto che mischia power metal e musica classica Hot

Heavatar: un nuovo progetto che mischia power metal e musica classica

recensioni

gruppo
titolo
“Opus I – All my kingdom”
etichetta
Napalm Records
Anno

 

TRACK LIST

1) Replica

2) Abracadabra

3) All my Kingdoms

4) Elysium at Dawn

5) Long Way Home

6) Born to fly

7) Luna! Luna!

8) The Look above

9) To the Metal

 

 

LINE UP

Stefan Schmidt: Vocals, Guitars
Sebastian Scharf: Guitars
David Vogt: Bass
Jorg Michael: Drums

opinioni autore

 
Heavatar: un nuovo progetto che mischia power metal e musica classica 2013-03-25 13:07:21 Ninni Cangiano
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Ninni Cangiano    25 Marzo, 2013
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Gli Heavatar sono il nuovo progetto di Stefan Schmidt, leader dei tedeschi Van Canto, che ha reclutato per l’occasione un certo Jorg Michael alla batteria (10 minuti di vergogna per chi non conosce questo mostro sacro del metal mondiale!), nonché tali David Vogt al basso e Sebastian Scharf all’altra ascia solista, a me purtroppo del tutto sconosciuti. Questo “Opus I – All my kingdom” (titolo che lascia presagire una saga) è il primo lavoro della band e Schmidt si è basato su motivi di musica classica per la realizzazione di ogni singolo brano, con compositori come Beethoven (l’opener “Replica”, per la quale è stato girato anche un video, ne è un esempio lampante), Paganini e Bach. Tali composizioni classiche sono state prese come ispirazione per poi essere ampiamente rivisitate in chiave power metal (ciò nonostante, alcuni momenti si riescono ugualmente a riconoscere qua e là); il genere proposto dagli Heavatar è infatti un power molto tecnico, cantato dal vocione sporco di Schmidt, con una notevole quantità di cori (aiutato in questo dagli altri membri dei Van Canto, nonché da coristi dei Blind Guardian), frizzante e veloce a dovere (in questo Jorg Michael è una garanzia!), ma anche decisamente orecchiabile e coinvolgente. “Opus I – All my kingdom”, dotato di una piacevole copertina realizzata dall’artista fantasy Kerem Beyit, (credo per la prima volta all’opera con l’artwork di una metal-band), è composto da 9 pezzi indubbiamente affascinanti che, però, ad essere sinceri, se fossero stati cantati da un’ugola più pulita di quella del buon Schmidt, avrebbero avuto una riuscita sicuramente migliore; provate ad immaginare cosa sarebbe questo album, con un cantante come Fabio Lione o André Matos o più semplicemente, tanto per rimanere in Germania, come Olaf Hayer.... Ciò nonostante, il gusto sopraffino per gli arrangiamenti e la qualità elevata delle singole composizioni musicale conquista e convince. Non ho notato momenti di stanca in questo disco che si lascia ascoltare senza problemi, né ho trovato filler o passi falsi, di conseguenza non posso che consigliare di dare un ascolto a questi Heavatar, con l’elevata probabilità che possiate anche voi rimanere colpiti favorevolmente da questo “Opus I – All my kingdom”.

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